lunedì 26 gennaio 2009

CAMPIONATO: LEGNANO - PERGOCREMA 2-2 [25 gen 2009]

LEGNANO – PERGOCREMA 2-2

RETI
: 20’ pt Chiazzolino, 22’ st e 30’ st Le Noci, 42’ st Enow.

LEGNANO: Redaelli, Enow, Cilona, Roselli, Marietti, Rossini, Pizzetto (17’ st Rodriguez), Chiazzolino, Virdis (18’ st Albanese), Agazzone (31’ st Canteri), Bosio. All. Lombardo. A disp.: Ioime, Maglio, Zaninetti, Romeo.

PERGOCREMA: Russo, Ghidotti, Federici, Brambilla (37’ st Boscolo), Rossi, Finetti, Marconi, Garavelli, Tarallo (12’ st Araboni), Bonaventura (20’ st Facchinetti), Le Noci. All. Piantoni. A disp.: Brivio, Quaresmini, Galli, Florean.

ARBITRO: Merlino di Udine (Orlandi di Arezzo e Carruccio di Cagliari).

NOTE: Giornata con pallido sole, temperatura accettabile. Terreno allentato. Spettatori 1017 per un incasso totale lordo di 7.371 euro (presenti 73 tifosi gialloblù). Ammoniti: Enow, Agazzone, Roselli e Federici. Angoli 3 a 2 per il Pergo. Recupero: 0’ + 5’.

LEGNANO. – Oltre il cuore, Le Noci. Poi, nulla di nuovo, solo un po’ di freddo incamerato in più. E il solito pareggio, difficile da accettare anche a bocce ferme. Il Pergo non ha nulla da rimproverarsi: ha giocato per vincere e oggi la sfortuna ha avuto un ruolo determinante. Anzi, a bocce ferme qualcosa da biasimare c’è: le fatali distrazioni nel reparto arretrato.
Il pari sta comunque stretto al Pergo, che era contento di averlo acchiappato in cima ad una di quelle fatiche brutali, quando sembrava che ci fosse tutto il mondo contro. O quantomeno qualche traversa di troppo. Il pari sta stretto al Pergo, dopo che aveva assaporato il miracolo del sorpasso sul fondo di quelle situazioni grottesche (il tiro-cross di Le Noci che ha uccellato l’incerto Redaelli), che conciliano con la precedente iella (i tre legni pieni colpiti). Tuttavia la formazione gialloblù ha il torto di non aver saputo gestire il vantaggio quando mancava un quarto d’ora dal termine, contro un avversario che pareva ormai rintronato. Il pari largheggia addosso al Legnano, che però non ha scippato niente. In novanta minuti ha creato due sole occasioni e le ha finalizzate, mettendocela tutta, come purtroppo non ha fatto, nelle specifiche circostanze, la difesa ospite. Rimane, come conforto in prospettiva futura, la constatazione che i giocatori cremaschi, questa volta, davanti alla porta avversaria non hanno cercato i ricami, bensì hanno provato le conclusioni risultando più sfigati che imprecisi. Rimane poi, sempre in prospettiva futura, la preoccupazione appunto sulle ricorrenti amnesie difensive, che fanno un po’ arricciare il naso.
Una partita di calcio non è mai una passeggiata. Tuttavia l’inizio di gara sembrava dover confermare le notizie sullo stato di salute non ottimale del Legnano. Assente Sambugaro per squalifica e Bonazzi per un fastidio muscolare dell’ultimo momento, Piantoni si affida a Marconi e Garavelli. Nel reparto offensivo Le Noci è preferito, rispetto a domenica scorsa, ad Araboni.
Il Pergo si fa subito insidioso, presidiando con costanza le fasce laterali. Sulla destra, dove operano Bonaventura e Le Noci, mostra più vivacità, ma anche Federici, sul versante opposto, non lesina escursioni in alta quota. Al 3’ il primo affondo mette subito i brividi alla difesa milanese: cross di Le Noci a centro area per Tarallo, che si trova un metro avanti alla traiettoria del pallone.
Al 5’ la difesa del Legnano vacilla nuovamente, ma a tremare maggiormente è la traversa sul colpo di testa in mischia di Rossi, avanzato dalle retrovie per raccogliere l’invitante corner di Le Noci. Il pallone cade sui piedi di Federici, il quale, con le spalle rivolte alla porta, si esibisce in un colpo acrobatico fuori misura.
L’avvio brillante del Pergo è di buon auspicio, ed i locali soffrono la verve offensiva avversaria. Al 6’ Le Noci coglie impreparata la difesa legnanese, ma in velocità non riesce a superare l’ostacolo di Redaelli, uscito provvidenzialmente dalla propria area per bloccare l’iniziativa cremasca.
La replica dei padroni di casa è affidata ad un tentativo di Enow, che su traversone dalla sinistra, arriva con un attimo di ritardo all’appuntamento per il tap-in. E’ invece puntuale e incontrastato, al 20’, Chiazzolino a deviare di testa in porta, per l’inatteso vantaggio, il cross dalla destra di Roselli. Per Russo non c’è nulla da fare.
Il Pergo non si smarrisce. C’è il tempo per recuperare. Al 27’ è sempre Le Noci a provarci, con un tiro in mischia che termina di poco sul fondo. Al 30’ il gallo canta per la seconda volta: Marconi, da circa 25 metri, raccoglie un corto rinvio della difesa e fa esplodere un siluro che si stampa nuovamente sulla traversa. Brambilla raccoglie il pallone respinto e lo indirizza in profondità per Le Noci, il cui diagonale volante si spegne di un nulla oltre il secondo palo. Applausi, oltre ad un comprensibile moto di stizza.
Pur non particolarmente brillante nel gioco, il Pergo è vivo e si fa sentire. La difesa del Legnano spazzola tutto quello che si muove in area oltre i due metri e spesso Bonaventura e compagni la mette alle corde giocando basso. Tira invece alto, al 45’, l’indiavolato Le Noci: terza traversa di giornata.
Si rientra dall’intervallo con l’evidente smarrimento di chi ha provato di tutto, ma non gode di buoni uffici lassù, dove si decide il destino. Il Pergo spinge, non sempre con la dovuta profondità nella manovra. Piantoni ordina il primo cambio: Araboni al posto di Tarallo. Poi il secondo: Facchinetti rileva Bonaventura, affaticato dopo una prestazione ancora encomiabile. Al 22’ Marconi penetra tra le maglie difensive del Legnano e viene steso alle spalle da Agazzone. Cartellino giallo per il centrocampista di casa e punizione da trenta metri che Le Noci trasforma magistralmente nel pareggio cremasco.
Il Pergo non si accontenta. Avverte le difficoltà degli avversari e accelera. Sicché al 30’, sempre con il suo uomo migliore, compie il sorpasso. A seconda dei gusti, il gol di Le Noci può essere considerata una prodezza balistica, o il classico colpo di fondoschiena. Nella sostanza, rappresenta il meritato vantaggio, da gestire con sagacia sino al termine. Invece, al 42’, Enow approfitta dell’immobilità della difesa gialloblù, si intrufola in area e con un diagonale debole ma angolato, fa scoppiare di gioia la curva dei lilla. Un pareggio che mortifica la rimonta cremasca, ma che impone di recitare il mea culpa.




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giovedì 22 gennaio 2009

L'ECO DI BERGAMO



X-Factor e Grande Fratello, partenza ok
per i tre bergamaschi in gara
Parte senza sorprese la sfida tra colossi dell'Auditel, vale a dire X-Factor e il Grande Fratello: nel reality di Alessia Marcuzzi fra i protagonisti il fornaio Marcello Calabria Torrei. Il talent show di Francesco Facchinetti e Simona Ventura vogliono premiare la bravura: e i due bergamaschi AmbraMarie Facchetti e Daniele Magro hanno passato il turno. Ecco nel dettaglio come è andata e cos'hanno detto sostenitori e fan dei bergamaschi in gara.


MARCELLO L'OSSERVATORE

Il 31enne Marcello Calabria Torre, fornaio nato a Brescia ma residente a Cividino, entra per secondo nella casa più seguita d'Italia. Sono le 21.38 quando varca la soglia, giubbotto stile aviatore, camicia viola a righine bianche, jeans strappati alla moda: l'appartamento allestito dal Grande Fratello gli sembra «di lusso».
La produzione, vista la sua passione per le donne, dichiarata a più riprese, gli ha preparato un bel siparietto. La prima concorrente, la classica femme fatale con abbondanti curve fasciate da un abitino stretch nero, si presenta di soppiatto al fornaio, il viso coperto da una maschera in stile carnevale veneziano. Marcello spera che sia Monica Bellucci ma, scoperta la verità, non appare comunque molto dispiaciuto. Nella prima parte della serata, Marcello appare molto sicuro di sé. La sua sicurezza sembra vacillare quando nella casa arrivano gli altri ragazzi. Sorrisi strappati, strette di mano con gli occhi rivolti in alto (con il suo 1,65 Marcello è il più piccolo tra i maschietti), il fornaio di Cividino sembra voler instaurare quei buoni rapporti di vicinato che possono valere la permanenza nella casa e quindi la vittoria nel gioco. Quando l'orologio indica l'avvicinarsi della mezzanotte, le sue apparizioni davanti alla telecamera si riducono sensibilmente. Qualcuno pensa che abbia già nostalgia del suo forno, ma quando viene inquadrato pare intento a studiare attentamente quelli che saranno dei pericolosi avversari da eliminare.

LA GRINTA DI AMBRAMARIE

AmbraMarie Facchetti non ha deluso chi la conosce da sempre ed ha impressionato chi la vedeva per la prima volta tramite X-Factor. Un'esibizione stracolma di grinta e passione (il pezzo era dei Pink Floyd, «Wish you where») che le è valsa un convinto passaggio alla seconda puntata. «È stata bravissima – commenta Giovanni Guerini, il cantante lirico che da 12 anni è anche maestro di tecnica vocale della giovane al Centro didattico produzione musica – perché non è facile cantare così bene dopo ore di attesa (la giovane nata a Treviglio ha cantato verso mezzanotte, ndr ). Ma la cosa non mi stupisce, AmbraMarie, oltre ad avere una voce straordinaria, è sempre stata brava anche a gestire le proprie emozioni quando è sul palco. Interessante anche la scelta del brano, che AmbraMarie ha cantato con grande eleganza».
Anche la cantante Paola Milzani, docente del Cpdm, è d'accordo:«Generalmente – osservano entrambi – una cantante rock tende a “spingere” la voce, invece AmbraMarie riesce a gestirla ottimamente in ogni singola situazione: lei, da questo punto di vista, è una cantante rock molto raffinata». Al termine del pezzo, tra il pubblico che le ha riservato la standig ovation, anche mamma Mery e papà Mario, ed in prima fila il fidanzato Raffaele D'Abrusco con il resto del gruppo AmbraMarie, Hristo Lepri e Mattia Degli Agosti. «Non c'è alcun dubbio – commenta Mara Maionchi, rivolta ad una raggiante AmbraMarie – sei un personaggio». E Morgan: «Quando canti, entri in una dimensione diversa, sei avvolta in una luce tutta tua».


DANIELE, VOCE ECCEZIONALE

«Daniele mi è piaciuto moltissimo. Davanti ad un debutto televisivo così importante è stato molto intelligente nella scelta del brano, un pezzo eseguito correttamente, senza lasciarsi travolgere dalle emozioni: sono contentissima della sua esibizione e del passaggio al turno successivo». La cantante Paola Milzani, insegnante di tecnica vocale al Centro didattico produzione musica di Bergamo diretto da Claudio Angeleri, commenta soddisfatta la prova del suo allievo Daniele Magro, il primo concorrente ad aver cantato ieri sera nel debutto televisivo del talent show di Rai2. Magro, il diciannovenne di Agrigento che abita a Bergamo per frequentare l'università, è entrato in scena presentato dal suo capitano, Simona Ventura: «Non potevamo iniziare la seconda edizione di X-Factor con una voce migliore», ha detto la Simona nazionale. Con gli immancabili occhiali neri stile anni '70, una giacca a scacchi bianconera su camicia bianca, pantaloni grigi e scarpe eleganti, il piercing sotto il labbro inferiore ed una voce particolare che richiama il soprano, Daniele ha cantato Crazy , facendo esplodere in un lungo applauso le 800 persone presenti nello studio. Mara Maionchi ha commentato: «Hai una voce notevole, sei eccezionale», mentre Morgan ha aggiunto un po' di sale: «La canzone scelta è molto commerciale e gigiona». «Ha fatto bene a non “spingere” subito – spiega invece Milzani – perché in questo modo ha potuto sostenere il suono correttamente, controllando la tecnica e le emozioni».

PERGOCREMA - PRO PATRIA POSTICIPATA A LUNEDI' [20 gen 2009]

La LegaPro ha ufficialmente comunicato questa sera che la gara tra Pergocrema e Pro Patria, valevole per la 5^ giornata del girone di ritorno ed inizialmente in programma al Voltini domenica 15 febbraio 2009 alle ore 14.30, è stata posticipata a lunedì 16 febbraio con inizio alle ore 20.45.
La partita verrà quindi trasmessa in diretta sul canale satellitare della Rai.

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La mia ex moglie

martedì 20 gennaio 2009

CAMPIONCINO



Giacomo Bonaventura
(San Severino Marche, 22 agosto 1989)


Cresciuto nelle giovanili dell'Atalanta esordisce in Serie A il 20 Aprile 2008 nella partita Atalanta-Juventus 0-4. Il suo primo gol tra i professionisti lo realizza il 18 Gennaio 2009, all'esordio con la casacca del Pergocrema, siglando il gol del provvisorio pareggio nella gara vinta per 2-1 dai gialloblù contro la Sambenedettese.

CAMPIONATO: PERGO - SAMBENEDETTESE 2-1 [18 gen 2009]

PERGOCREMA – SAMBENEDETTESE 2-1

RETI
: 20’ st Cammarata, 28’ st Bonaventura, 37’ st Le Noci.

PERGOCREMA: Russo; Ghidotti, Rossi, Finetti, Federici; Sambugaro, Brambilla (dal 25’ st Garavelli), Bonaventura; Bonazzi (dal 17’ st Le Noci); Tarallo, Araboni (dal 34’ st Marconi). All. Piantoni. A disposizione: Brivio, Quaresmini, Galli, Boscolo.

SAMBENEDETTESE: Dazzi; Tinazzi, Caccavale, Bonfanti, Sirignano; Olivieri (dal 30’ st Magnani), Carozza, Palladini, Visone (dal 34’ st Morini); Cammarata, Titone (dal 37’ st Califano). All. Piccioni. A disposizione: Ascani, Marino, Pitrello, Evangelisti.

ARBITRO: Cervelliera di Taranto (Granella di Nichelino, Sotgiu di Sassari).

NOTE: pomeriggio freddo e uggioso, terreno allentato. Dal 1’ si è giocato con le luci artificiali. Spettatori 906, per un incasso lordo, comprensivo della quota abbonati, di € 6.561,24. Ammoniti: Finetti, Sambugaro (diffidato, salterà la partita adi Legnano), Marconi (P); Siringano, Carozza e Bonfanti (S). Angoli 5 a 3 per il Pergocorema. Recupero: 2’ + 5’.
Al termine della partita si è dimesso l’allenato della Sambenedettese Enrico Piccioni.

CREMA. – E vai, Pergo. E’ vittoria, finalmente! Un passo avanti, sebbene senza conseguenze per la classifica, giacché nella zona playout e dintorni portano tutte fieno in cascina. Il tragitto che ha condotto i gialloblù dall’inferno (vantaggio ospite), al paradiso (successo Pergo), transitando per il purgatorio (rigore di Tarallo fallito), è durato poco meno di mezz’ora. In questo spazio di depressione collettiva, i pensieri avevano accentuato, anziché fugato, i dubbi sulla concretezza offensiva di una squadra che alla fine ha ostentato gli attributi, invocati dalla Sud in parziale sciopero del tifo, per superare un’avversaria discreta ma non irresistibile. Dunque, luci al "Voltini, e non solo quelle artificiali".
Il batticuore, frustrato dai presagi dell’ennesimo suicido sportivo, ha quindi trovato ristoro quando Le Noci, con un colpo di testa liftato, ha depositato in rete il marchio della vittoria, e allora si è capito che qualcosa stava cambiando. Forse il segno della svolta, o forse la sensazione che il prosieguo del campionato, dosato sulla stessa cattiveria agonistica mostrata nell’ultima mezz’ora di gioco, potrebbe
riservare meno sofferenze di quanto è comunque lecito attendersi, considerato l’equilibrio (in basso o in alto, è questione di punti di vista), o la stravaganza di risultati che ogni domenica il campionato dispensa.
Al di là della prestazione fornita (certo, si può dare di più), contro la Sambenedettese il successo era categorico, e il Pergo lo ha ottenuto ribaltando una situazione psicologicamente complicata. I due pali colpiti da Sambugaro nel primo tempo e il rigore di Tarallo nella ripresa, intercettato da Dazzi, potevano incidere sulla tenuta mentale della squadra, ulteriormente debilitata dal parziale vantaggio ospite. I giocatori hanno invece reagito, cementati dal sudore e dalla rabbia, dalla voglia di riscattarsi e di non tornare negli spogliatoi sotto i fischi e senza punti. Insomma, un Pergo umile e intenso, come direbbe qualcuno.
Il freddo che accoglie le due squadre al loro ingresso in campo è pungente. Quello che accoglie il Pergo lo è doppiamente. La Curva Sud ha annunciato lo sciopero: è un silenzio raggelante. Per come la squadra ha giocato a Ravenna, la protesta è legittima; per la posizione di classifica che la squadra occupa, il sostegno incondizionato dei cannibali in questo momento è invece fondamentale. Probabilmente anche qualche fischio, o qualche coro di dissenso, come nella ripresa, è più stimolante, rispetto alla sordità opprimente dello stadio.
Nel Pergo c’è l’esordio di Bonaventura, un cognome che la dice lunga sulle speranze gialloblù. La dice lunga anche il ragazzo in campo: personalità e temperamento ne fanno uno dei migliori del match.
C’è poca cronaca, ma in compenso c’è una tensione pazzesca. Sembra di giocare la partita del “dentro o fuori”. Il Pergo fatica a costruire, anzi tutto il primo tempo si riduce alla stizza per i pali colpiti da Sambugaro. Correva il 19’: tiro da circa trenta metri, e pallone che si infrange sull’incrocio. Poi l’azione prosegue e la sfera arriva ancora sul piede destro del centrocampista cremasco, che dal limite dell’area, di prima intenzione, piazza un diagonale che supera Dazzi, ma si spegne ancora sul palo, questa volta alla destra del portiere marchigiano.
C’è poca cronaca perché tra due contendenti sull’orlo del baratro, ogni errore o ogni metro concesso o ogni minima distrazione possono risultare fatali. E con questo stato d’animo, gli errori, soprattutto negli appoggi, sono spesso ricorrenti. E’ invece precisa l’apertura al 26’ di Tarallo sulla sinistra per l’avanzante Araboni, che entra in area, si accentra e conclude in porta: deviazione provvidenziale di un difensore ospite.
La Sambenedettese ha anch’essa i suoi problemi e nonostante abbia disputato la miglior gara stagionale (secondo le dichiarazioni post partita di Piccioni, poi dimessosi), per vederla insidiosa nei pressi di Russo bisogna attedere il 46’: corner dalla destra e colpo di testa di Cammarata, bloccato pochi passi prima della linea di porta da Brambilla.
Nella ripresa il Pergo inizia con uno spirito più battagliero. Occupa bene il campo, e sembra possa essere gustato a piccoli sorsi, come un buon vino. Però all’8’, il brivido giunge sul fronte opposto a quello dove batte il cuore: cross dalla sinistra di Sirignano e colpo di testa a centro area di Cammarata, con pallone indirizzato per fortuna sul palo. Il Pergo si scuote, e all’11’, per un fallo di Bonfanti su Tarallo (in mischia susseguente ad un calcio d’angolo di Bonazzi),lo stesso centravanti si incarica del penalty. Dazzi non si fa impressionare e in due tempi addomestica la conclusione dal dischetto.
Affiora lo sconforto e la Sambenedettese ne approfitta. Al 20’ Titone ha davanti a sé una prateria sguarnita lungo la fascia destra. Entra in area e il suo tiro è ottimamente respinto da Russo, però sui piedi di Cammarata, che in corsa non ha difficoltà a vergare il vantaggio ospite. Il Pergo è al tappeto, e se riesce a rialzarsi prima del ko lo deve ancora al suo portiere, superbo a respingere al 24’ il tiro di Titone.
I cambi apportati da Piantoni sortiscono l’effetto sperato. Al 28’ il pareggio è provocato da un colpo di testa di Tarallo, su cross dalla sinistra, non trattenuto da Dazzi: Bonaventura è nei pressi e mette il sigillo del pareggio al suo esordio in gialloblù.
Adesso la squadra ci crede e asseconda con continuità la manovra offensiva, sfruttando nel miglior modo le fasce, con Ghidotti da una parte e Federici dall’altra, spesso ai bordi dell’area di rigore avversaria. Al 37’ il gol della vittoria. Bonaventura, su corner, mette in mezzo all’area un pallone che Tarallo allunga sul secondo palo, dove è ben appostato Le Noci, che supera Dazzi con una palombella di testa. La sfera non tocca il terreno, per l’intervento in extremis di un difensore ospite, ma non c’è bisogno di attendere la segnalazione dell’assistente dell’arbitro per capire che aveva superato abbondantemente la linea di porta. E’ la fine di un incubo, e anche l’errore al 48’, in contropiede ed in netta superiorità numerica (4 a 1), è già dimenticato.
Sul successo, bisogna comunque pesare gli aggettivi, e non abusare di trombe e tamburi. E’ stata una partita da vivere con apprensione, più che da raccontare. Nell’ultima mezz’ora si è visto un Pergo caparbiamente operaio, efficace, con le palle. E allora, attingendo ad uno spot della curva, chiosiamo: “Vi vogliamo così”.

LE FOTO DELLA PARTITA (servizio di Fabiola Niembro)























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mercoledì 14 gennaio 2009

Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.

Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.

Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.

I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.

Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!

Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.

Lavati i denti.

Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.

Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...

Conserva tutte le vecchie lettere d'amore,
butta i vecchi estratti-conto.

Rilassati!

Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.

Prendi molto calcio.

Sii gentile con le tue ginocchia,
quando saranno partite ti mancheranno.

Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.

Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.

Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.

Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.

Cerca di conoscere i tuoi genitori,
non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.

Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.

Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.

Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant'anni, sembreranno di un ottantacinquenne.

Sii cauto nell'accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.

Ma accetta il consiglio... per questa volta

martedì 13 gennaio 2009

CAMPIONATO: RAVENNA - PERGOCREMA 1-0 [11 gen 2009]

RETE:: 10’ st Zecchin.

RAVENNA: Brignoli, Ferrario, Pivotto, Fasano, Sabato, Sciaccaluga, Rossetti, Trotta, Zecchin, Pettinari, Zizzari. All. Atzori. A disp.: Zanella, Ungaro, Gallinucci, Calzi, Khoris, Gerbino Polo, Filipi

PERGOCREMA: Russo, Ghidotti, Federici, Boscolo, Rossi, Quaresmini, Garavelli (35’ st Andreini), Sambugaro, Tarallo, Le Noci (18’ st Araboni), Bonazzi. All. Piantoni. A disp.: Brivio, Marconi, Finetti, Pellegrini, Becchetti.

ARBITRO: Aleandro di Paolo di Avezzano (Lunardon di Busto Arsizio, Parisse di Avezzano).

NOTE: Pomeriggio soleggiato, terreno in discrete condizioni. Spettatori 2856 di cui abbonati 1059 per incasso totale di € 8.330,63. Recupero: 1' pt, 3' st. Ammoniti: 13' Rossi per fallo (P), 21' Pettinari per proteste (R) ,29' Trotta per fallo (R) , 60' Sabato per fallo (R).

RAVENNA. - Mala tempora currunt! Nonostante i tempi grami, i tifosi gialloblù ci hanno creduto e sono accorsi riempiendo il solito torpedone: 52 presenze, per una delle trasferte più lunghe della stagione. Ma oggi ci voleva ben altro che la fede per spingere nella ripresa un Pergo che ha pagato l’impossibilità di effettuare una preparazione adeguata dopo l’abbondante nevicata. Sebbene neppure troppo irresistibile, il Ravenna è comunque apparso più veloce, fantasioso nelle azioni, anche se non troppo spietato nelle conclusioni, come il rigore clamorosamente fallito nel primo tempo (atto di giustizia alla generosità del direttore di gara, nel prosieguo risultato comunque dignitoso).
Il Pergo ha dato a lungo l’impressione di un carro armato senza munizioni: macchinoso nella manovra, poco efficace sotto porta. Nel finale di gara Piantoni ha provato ad imbottirlo di cecchini patentati con l’innesto del neo acquisto Araboni e poi di Andreini, però senza fatali effetti per i padroni di casa.
Per la prima mezz’ora la squadra cremasca è sembrata in condizioni fisiche discrete ed in grado di poter impensierire la difesa avversaria. Poi al rientro dagli spogliatoi la maggiore verve agonistica dei ravennati ha messo in apprensione la difesa ospite, che si è salvata in extremis in un paio di circostanze, prima di crollare sul gol decisivo del match. L’assenza di un uomo pur importante come Brambilla, non basta da sola a spiegare le difficoltà di un centrocampo ugualmente ben sorretto da Boscolo (tra i più positivi), ma spesso preso d’infilata dalle verticalizzazioni dei giallorossi.
Nel Pergo, che accusa le annunciate defezioni (Gentili, Ragnoli, Florean, Brambilla), c’è l’esordio di Rossi al centro della difesa, mentre l’altro neo acquisto, Araboni, attende il proprio turno in panchina. Anche questo già annunciato. Come è prevedibile la partenza guardinga delle due contendenti. Al 4’ il Ravenna rompe gli indugi e si presenta nei pressi di Russo con una conclusione velleitaria da fuori area di Pettinari, che non crea fastidi al portiere cremasco. Il Pergo replica, ma risulta poco effervescente in avanti, mentre al 12' viene annullato un gol ai padroni di casa per fuorigioco di Zizzari, su tiro da fuori area susseguente agli sviluppi di un calcio d'angolo. E’ il campanello d'allarme per il potenziale vantaggio che potrebbe giungere un minuto dopo: Rossi e Zizzari si strattonano in area e per l’arbitro non ci sono dubbi sulla scorrettezza del difensore gialloblù (ammonito); lo stesso Zizzari si incarica della battuta, rimediando una figuraccia: traiettoria ampiamente fuori alla destra di Russo.
Il Ravenna si genuflette meditando sull'errore dell'attaccante, ed il Pergo ne approfitta. Al 19' Bonazzi, con siluro indirizzato all’incrocio dei pali, costringe Brignoli ad un acrobatico quanto efficace miracolo. Anche Tarallo, al 28', prova il colpo ad effetto: stop di petto e girata acrobatica comunque centrale. Poco prima del riposo (40’) è Ferrario a farsi maledire dai propri sostenitori: da posizione favorevolissima (vicino al dischetto del rigore), dopo un passaggio profondo dalla trequarti, spara a salve.
Ad un primo tempo equilibrato, fa seguito una ripresa dai connotati più prettamente locali. Il Pergo subisce un avvio spumeggiante del Ravenna, che preme senza interruzione nelle vicinanze dell’area avversaria. Al 5’ il Pergo è miracolato per la seconda volta da Zizzari, il quale da posizione molto ravvicinata, su cross basso dalla destra di Trotta, manca la botta fatale. Al 10’ arriva il gol che segna il successo dei locali. E' sempre Trotta a prodursi in una bella proiezione offensiva sulla fascia destra, poi mette nel cuore dell’area un pallone delizioso che Zecchin capitalizza.
Per la reazione del Pergocrema, visibilmente calato di rendimento rispetto ai primi 45’, bisogna attendere addirittura il 28': Garavelli ci prova dal limite dell’area, ma il suo tiro, potente, è tuttavia centrale e non preoccupa un attento Brignoli. L’ultima speranza di strappare quantomeno l’ennesimo pareggio, è affidata ai piedi di Tarallo: la posizione è buona, il tiro è debole e per Brignoli è una formalità neutralizzare l’insidia.
Nella seconda trasferta stagionale in terra romagnola, il Pergocrema imita la prima (Cesena) e, soprattutto, dopo la convincente prestazione prima del riposo natalizio contro la Spal, innesta la retromarcia. Probabilmente, oggi, non è stata una questione di gioco mancante, ma di energie. Senza drammi, bisogna lavorare per uscire dalla paludosa zona playout, spesso più insidiosa a livello mentale, che pratico.

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martedì 6 gennaio 2009

FRANCESCO ROSSI DAL CROTONE AL PERGOCREMA [04 gen 2009]

Francesco Rossi è il nuovo acquisto del Pergocrema. Difensore centrale, nato a Milano il 17.11.1974, dalla stagione 2002/03 era un baluardo del pacchetto arretrato del Crotone, squadra di cui era sino a pochi giorni fa il capitano.Con la società ionica, Rossi ha disputato tre campionati in Serie B (totale 107 presenze su 126 disponibili), ed altre due stagioni e mezza in Serie C1 (65 presenze, comprese le 4 gare dei playoff per l’accesso alla Serie B). Le sopravvenute difficoltà economiche della società, hanno imposto ai dirigenti del Crotone di svincolare gran parte dei giocatori dell’attuale rosa, tra cui, appunto, Francesco Rossi.Il difensore milanese aveva iniziato la sua carriera professionistica a Monza (1992/1993), esordendo a 18 anni in Serie B. Nella città brianzola rimase per altre 4 stagioni, per poi approdare (1996/97) in riva al Lario, con il Como, dove disputò tre campionati di Serie C1. La carriera proseguì poi a Ferrara (due stagioni), in C1, prima di scendere al Sud per diventare una delle bandiere del Crotone, con il quale conquistò la promozione in Serie B.In totale ha staccato 110 presenze in Serie B (con 3 reti, 3 espulsioni e 35 ammonizioni, per un totale di 12 giornate complessive di squalifica), 331 in Serie C1 (15 reti, 7 espulsioni e 24 ammonizioni, per un totale di 12 giornate di squalifica).In 17 campionati sinora disputati tra i professionisti, ha quindi cambiato soltanto 4 volte la maglia: Monza, Como, Spal e Crotone. La media voti di questa stagione (dalla Gazzetta), è superiore al 6, e più che sufficiente lo fu anche nel campionato 2007/08.In qualità di capitano della squadra, Rossi è stato spesso “l’ambasciatore” di iniziative a scopo benefico. Da ultimo, il calendario realizzato dalla società crotonese il cui ricavato è stato destinato in parte al reparto di pediatria dell’ospedale cittadino San Giovanni di Dio, e in parte ai ragazzi della casa famiglia Villa Condoleo di Scandale.Domani Francesco Rossi sosterrà il suo primo allenamento con il Pergo.

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sabato 3 gennaio 2009

ARABONI AL PERGO. NOSTRA INTERVISTA AL NEO ACQUISTO [02 gen 2009]

“Araboni-2”. Più che un neo–acquisto, quello di Christian Araboni è un ritorno nella società che rappresentò il suo trampolino di lancio. Oggi il giocatore, nato a Palmanova il 22.01.1979, ma dall’età di 14 anni calciatore errante ed ora bergamasco di adozione, ha firmato negli uffici di Nembro, sotto lo sguardo compiaciuto del presidente Bergamelli, l’accordo che lo lega alla società cremasca sino al prossimo 30 giugno.Con la Reggiana, nelle stagioni 1996/97 e 1997/98, Araboni aveva disputato dapprima il campionato di Serie A (tre presenze) e poi quello di Serie B (ancora tre presenze), per approdare, successivamente, in riva al Serio, nel periodo non proprio fulgido del Pergo: stagione 1998/99, campionato di Serie C2, ultimo posto in classifica e retrocessione. Penultimo atto della gestione Bianchi. “Della città e dei tifosi cremaschi ho senz’altro un buon ricordo. Penso comunque di aver lasciato anch’io un ricordo positivo. Ho segnato 11 reti, su un totale di 19, ma quando le cose non vanno al meglio a livello societario, si ripercuote tutto anche sulla squadra e la retrocessione fu una diretta conseguenza di quella fase non proprio brillante.”Dal Pergo all’Albinoleffe, una società che ha tracciato il cammino professionistico di Araboni nel mondo pedatorio. Sei stagioni, sempre in riva al Serio, ma questa volta ai piedi della Valle, interrotte soltanto da una breve parentesi a Vercelli.“I primi due anni ebbi come allenatore proprio Piantoni. Poi, nella stagione 2002/03 arrivò Gustinetti e quella fu l’esperienza più importante con l’Albinoleffe perché ottenemmo la promozione in Serie B, dopo il successo nella finale playoff contro il Pisa. Nella gara di ritorno segnai una doppietta. Dopo la partita i sostenitori seriani mi tolsero le scarpe che ancor oggi sono appese e conservate come un’icona nel bar Bagaglino di Albino, cuore della tifoseria biancoceleste. Fu un traguardo storico per tutta la Valle e fu anche la prima stagione in cui feci coppia fissa d’attacco con Bonazzi. Insieme realizzammo trenta reti: diciotto lui, dodici io”.Quindi la Serie B. Due stagioni, con 47 presenze totali e 11 reti, prima di scendere al Sud.Nella Salernitana Araboni arriva a metà della stagione 2005/06, sufficiente comunque per contribuire a portare la squadra sino ai playoff, anticamera per l’accesso in Serie B. Tuttavia la prodezza riuscita qualche anno prima non si ripete, anche perché l’avversario era un Genoa costruito per ammazzare il campionato e costretto invece ad entrare nella categoria cadetta dalla porta di servizio. Insomma, era destino che finisse così.“Non ero mai stato al Sud e ho scelto Salerno in quanto l’ho ritenuta una piazza molto importante. E’ stata una bellissima esperienza”.A Salerno c’era l’attuale allenatore del Venezia, Stefano Cuoghi, che sovente adottò in partita uno schema che privilegiasse l’impiego di due arieti d’attacco centrali. Soluzione che potrebbe riproporre mister Piantoni, affidando contemporaneamente a Tarallo e Araboni il compito di traghettare la squadra fuori dalla palude dei playout. “Anche se il mio ruolo è quello di centrale affiancato da una mezzapunta - sostiene l'attaccante - non ho comunque mai avuto problemi ad adeguarmi alle diverse soluzioni proposte dall’allenatore”.Il viaggio prosegue, sempre sotto la regia dell’Albinoleffe che rimane proprietaria del cartellino. Dal profondo sud, alla periferia della grande città del nord, dove trova Cristian Boscolo. Nella Pro Sesto le sei reti messe alle spalle dei portieri avversari non sono comunque sufficienti per risparmiare le fatiche supplementari dei playout, dai quali la società milanese esce senza traumi.L’anno successivo (2007/08) è a Rodengo Saiano e fa coppia in attacco con un ex del Pergo, Matteo Bonomi, mentre nella corrente stagione sale in quota, con destinazione Alto Adige. Sino al 30 dicembre, giorno in cui risolve consensualmente il contratto con la società sudtirolese. “Mi è dispiaciuto lasciare l’Alto Adige: in questi mesi mi sono sempre trovato bene. Però ho maturato questa scelta con la necessità di stare più vicino alla mia famiglia, che deve avere la precedenza su ogni altra cosa” (risiede in provincia di Bergamo, con la moglie e tre figli maschi, l’ultimo nato da pochi giorni).Da una firma di congedo, a quella di “ferma”, passano pochi giorni. Ti sei consultato con l’amico Bonazzi prima di accettare la proposta del Pergocrema? “Conosco l’ambiente di Crema e conosco l’entusiasmo che c’è sempre intorno alla squadra - conclude Araboni. Inoltre avevo il desiderio di giocare nuovamente in una categoria importante e quindi non c’è voluto molto per tirare le conclusioni. Ho sentito in questi giorni al telefono anche Roby, ma sapevo già che cosa mi avrebbe risposto perché in giro la gente parla e sia del Pergocrema che del suo presidente Bergamelli si ottengono soltanto delle informazioni positive.” Come le credenziali avute da Stefano Bergamelli sul conto di Christian Araboni.


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