venerdì 29 maggio 2009

DICONO CHE.........

Milano - È la sera del 23 settembre scorso. A Milano si tiene un incontro dedicato al tema del tifo organizzato. Tema innocente, oggetto di mille dibattiti. Ma i personaggi che si presentano a quell’incontro fanno suonare più di un campanello d’allarme tra gli investigatori. C’è Christian Mauriello, rappresentante dei Viking bianconeri. C’è Franco Caravita, leader storico della Curva interista. E c’è soprattutto l’uomo cui da mesi carabinieri e Digos dedicano le loro attenzioni. È un imprenditore pieno di soldi, ma è anche un pregiudicato che la Procura di Milano considera legato al mondo della criminalità organizzata. Si chiama Giancarlo Lombardi. È il capo dei Guerrieri Ultras, il nuovo gruppo della Curva Sud del Milan, quelli che hanno spazzato via con la violenza, in meno di tre anni, i gruppi storici; la Fossa dei Leoni, i Commandos Tigre, le Brigate rossonere.
Giancarlo Lombardi non è un ultrà. È un criminale. Lui e i suoi gorilla hanno preso in mano la Curva non per sostenere il Milan ma per fare i loro affari. Hanno picchiato, ricattato, minacciato. E quella sera di settembre, nell’innocua riunione al consiglio di zona, Lombardi avvia la fase due del suo progetto; estendere la penetrazione criminale alle altre curve. Si parte dalle più grosse, Inter e Juve, ma il progetto di Lombardi è più vasto. Le differenze di tifo non contano. E non contano nemmeno i vecchi rituali ultrà, le alleanze, le regole stabilite nel corso di decenni.

Al gruppo di Lombardi - secondo le inchieste delle Procure di Monza e Milano - interessa soprattutto fare soldi. E allora bisogna essere in tutti gli stadi, di tutti i colori. Ci riusciranno? «Ingoiare la curva dell’Inter non sarà facile - dicono alla Digos - perché è una curva compatta». Intanto, il potere di Lombardi e dei suoi Guerrieri sulla Curva del Milan ormai è totale. È a loro che si riferiva capitan Maldini quando, pochi giorni fa, disse; «Sono orgoglioso di non essere uno di voi».

Lo sbarco della «mala» nelle curve è ricostruito dall’indagine chiusa tre giorni fa dalla Procura di Milano con la richiesta di processare Lombardi e altri undici «Guerrieri» per associazione a delinquere finalizzata all’estorsione». «Sotto la copertura di una sedicente organizzazione di tifosi - scrive il pm Luca Poniz - il metodo scelto dal Lombardi rispondeva a una logica prettamente criminale, del resto coerente con il profilo di Lombardi». Attraverso «un chiaro atteggiamento intimidatorio nei confronti della società Ac Milan, inseriva nei rapporti con il club l’utilizzo di metodologie riferibili alla criminalità comune». Obiettivo, la conquista del potere nella curva e con esso «il potere di gestire una sorta di zona franca dove dietro l’apparenza della passione sportiva si celano molteplici fatti illeciti, non ultimi lo spaccio di sostanze stupefacenti».

Bisogna partire da queste righe per capire la devastante mutazione di una delle tifoserie più importanti d’Italia. È una storia in cui la passione calcistica entra poco. C’entra, di sfrido, la politica più estrema; Lombardi e il suo pard Giancarlo Capelli verranno visti in prima fila ai funerali del bombarolo nero Nico Azzi. E c’entrano soprattutto i rapporti con la criminalità. Attraverso il braccio destro di Giancarlo «Sandokan» Lombardi; quel Luca Lucci che compra cocaina dalla gang più violente di Milano, e che fornirà l’auto con cui verrà assassinata l’avvocatessa Maria Spinella, rea di avere maldifeso i boss sotto processo.

Chi si mette di traverso alla conquista della curva viene sprangato. A uno, Leonardo Avignano, va peggio; lo gambizzano una sera a Sesto San Giovanni. Terrà la bocca chiusa, e Lombardi e gli altri verranno prosciolti. Ma le intercettazioni lasciano spazio a pochi dubbi; «Quando ci avete voglia di farvi i cazzi vostri fateveli da soli, avete capito o no? Mi dovete mollare, finish. Penso di avere già subìto» dirà Avignano in una telefonata.

Il Milan è vittima quasi sempre silente delle pretese dei Guerrieri. «Lombardi incarica Tieri Claudio di adoperarsi presso la società stessa per instaurare suddetto canale, non esitando a instaurare modalità delittuose. Tale mezzo è palesemente funzionale al disegno volto a ottenere il predominio in curva». Telefonata intercettata fra Tieri e Lombardi; «Se no il pullman non va in giro» «Bravo il prossimo giro glielo blocchiamo, se non ci incontrano, dopodiché blocchiamo il pullman dei giocatori e le altre cose».
Racconta uno degli addetti alla biglietteria Milan; «Minacciavano se le loro richieste non fossero state prese in considerazione di poter causare disordini allo stadio sia tramite lancio di torce in campo che con scontri con gli altri gruppi interni alla curva già in occasione di Milan-Brescia valida per la Coppa Italia». Il 24 novembre 2006 Tieri telefona alla responsabile della biglietteria Milan; «La torcia che così ogni tanto si accende ci fa prendere 22.500 euro di multa, allora pensi che ne vogliamo accendere un centinaio». «Un centinaio?» «Glielo dico francamente, non abbiamo problemi a portare dentro le torce». Pochi giorni prima Tieri aveva parlato con un altro della banda; «Se ’sti ***** invece di pagare le multe ci girano un po’ di soldi non sarebbe mica male». «Come fanno alla Lazio che non pagano le multe ma pagano gli ultrà, pagano e basta». Il solito Tieri riassume così al suo capo Lombardi il contenuto di un’altra conversazione con gli uffici del Milan; «Gli ho detto chiaro; voi non credete di cosa siamo capaci e noi ve lo dimostriamo, solo che poi voi non dovete venire a dire “i tifosi ce l’hanno con la società”. Noi vogliamo farci i cazzi nostri».

E durante Milan-Lille di Champions, «Sandokan» viene intercettato mentre dall’esterno del «Meazza» scandisce i tempi del lancio dei fumogeni col solo obiettivo di fare scattare la sanzione contro il Milan; «L’arbitro ha scritto» «Allora basta».

Per come in questi stessi giorni lo sta analizzando la Digos milanese, è il primo capitolo di un fenomeno nuovo; la malavita che dà l’assalto alla curva. C’è Lombardi, imprenditore in Ferrari ma «con numerosi precedenti penali per rapina, lesioni, estorsione, tentato omicidio mediante l’uso di armi da fuoco». C’è Lucci, che viaggia con Lombardi quando la Stradale gli vede lanciare un pacchetto di coca dal finestrino. C’è Mario Diana «un criminale capace di intimidire gli ambienti della tifoseria milanista». Sono loro i nuovi padroni di San Siro.

lunedì 18 maggio 2009

Campionato: SPAL - PERGOCREMA 2-1

Il Pergo chiude la stagione con una sconfitta a Ferrara, contro la Spal, la quale non accede però ai playoff. Il Cesena vince il campionato e sale in Serie B. Retrocede il Legnano.


SPAL – PERGOCREMA 2-1

RETI: 12’ pt Rossi, 6’ st Araboni, 23’ st Arma (rigore)

SPAL: Capecchi, Ghetti, Cabeccia, Savi (15’ st La Grotteria), Zamboni, Lorenzi, Cazzamalli (33’ st Schiavon), Centi, Arma, Bracaletti (18’ st Agodirin), Rossi. All. Dolcetti. A disp.: Careri, Quintavalle, Castellazzi, Cazzola.

PERGOCREMA: Brivio, Marconi, Quaresmini (19’ st Federici), Boscolo, Ragnoli, Rossi, Galli (33’ st Pellegrini), Sambugaro, Araboni, Le Noci (26’ st Pezzotta), Facchinetti. All. Piantoni. A disp.: Russo, Brambilla, Garavelli, Tarallo.

ARBITRO: Cafari Pianico di Casisno (Orlandi di Arezzo e Gotti di Bologna).

NOTE: Pomeriggio caldo (temperatura 30°), terreno in ottime condizioni. Ammonito Cazzamalli per simulazione. Spettatori 3.000 circa, di cui 1912 abbonati, per un incasso lordo complessivo di € 21.504. Recupero: 1’ + 3’.

FERRARA. – Giunta la notizia che i playoff rimangono una prospettiva seducente ma svanita, i giocatori estensi si portano a capo chino sotto la propria curva. Erano tra i favoriti alla vigilia e sino a poche settimane fa stazionavano nell’anticamera del paradiso. Non ce l’hanno fatta e la delusione è dipinta sui loro volti mortificati. Eppure non ricevono fischi. Scrosciano invece applausi amplificati dalla copertura della curva e allora ci si rende conto che da queste parti, forse, è stato sufficiente averci provato. Sarà la diversa cultura pedatoria del popolo ferrarese, sarà la vivibilità di una città disincantata, però non si fanno drammi.
E’ dunque finita la stagione, e per il Pergo è nel segno dell’allegria e della speranza. L’allegria per l’obiettivo raggiunto, la speranza di riprovarci l’anno prossimo con qualche ambizione in più.
Prima della partita odierna, scorre davanti agli occhi il flashback di un campionato contraddittorio, suggestivo e impossibile da immaginare così frizzante alla vigilia. Invece alla fine lascia addirittura qualche punta di amarezza. In questa rivisitazione della stagione che passa agli archivi, c’è pure il supponente stupore per essere qui, a Ferrara, in uno stadio depresso, ma dal sangue blu, come nobile fu la presenza al Bentegodi di Verona, o al Giglio di Reggio Emilia, o a Cesena: teatri calcati anche nel recente passato dal gotha del calcio professionistico e sui quali il Pergo ha recitato un ruolo da protagonista.
Va dove ti porta il cuore, si sussurrava con fatalità all’inizio di un campionato in verità enigmatico. E i cannibali, anche oggi rappresentati, il cuore l’hanno portato sin qui, insieme ad una squadra appagata, ma attenta, seria, responsabile e viva, nonostante avesse ormai consumato tutte le energie dapprima per invocare il miracolo dei playoff, eppoi per evitare sgradevoli sorprese nell’epilogo del torneo.
Quindi, un primo plauso di questa stagione ormai conclusa, va rivolto ai tifosi gialloblù. Per loro, in effetti, ci vuol poco per sentirsi “cannibali”: basta ascoltarsi dentro e sentire se c’è un rumore, anche lieve, di fiamma. Del tifo della Sud rimarranno indelebili soprattutto le immagini della notte del derby: “tu chiamale, se vuoi, emozioni...”
Era la prima al timone del Pergo di Oscar Piantoni, accolto all’inizio quasi come un usurpatore, però poi accettato e apprezzato per il lavoro, i risultati e anche per il gioco che ha saputo infondere alla squadra. A sessant’anni e dintorni, è una bella soddisfazione e almeno qualche merito, chi all’inizio aveva arricciato il naso, dovrà pur concederglielo.
Un regno è felice quando magia il re, ma c’è da mangiare per tutti. Malmessa in qualche frangente, però mai disastrata pur con alcuni infortuni, o magari anche sofferente e ferita, la squadra ha interpretato compatta e caparbia la propria parte di out-sider, a volte come comprimaria (ma sempre con dignità) e spesso da protagonista: divertendo, appassionando, illudendo. Quindi, rievocando lo striscione esposto in Curva Sud domenica scorsa ribadiamo, sic et sempliciter: grazie ragazzi!, coinvolgendo in quel gesto di gratitudine tutte le componenti che ruotano intorno alla società, presidente Bergamelli in testa.
Si chiude così la stagione e da domani si penserà già al futuro. Oggi, intanto, il Pergo ha pensato a onorare l’impegno nonostante il caldo torrido consigliasse un tuffo nel vicino Adriatico. Probabilmente ce l’avrebbe fatta ad uscire indenne dallo stadio ferrarese, se non fosse per quel rigore tanto dubbio quanto gradito alla piazza locale. Peccato, perché così anche il derby a distanza ha premiato i cugini cremonesi, che hanno operato nuovamente il sorpasso in classifica. E’ mancata quindi la ciliegina, ma è ugualmente una stagione dolce, da apprezzare e gustare anche a futura memoria.
Erano tante le combinazioni che avrebbero dovuto favorire la Spal affinché potesse approdare ai playoff. Innanzitutto era necessario battere il Pergo. E gli emiliani non hanno indugiato, dopo il fischio d’inizio. Tanto per mettere le cose in chiaro, al 1’ ci prova subito Cazzamalli ad impensierire Brivio con un tiro angolato che il portiere cremasco blocca con sicurezza. Come domenica scorsa contro la Pro Sesto, il Pergo, che la pagnotta se l’è dovuta guadagnare per tutto il torneo, non mostra di voler fare regali e replica tempestivamente con Le Noci (5’), dopo una combinazione con Araboni: tiro dal limite dell’area a lato.
Tuttavia la Spal al 12’ va in vantaggio e comincia a cullare il sogno, sintonizzandosi sulle onde radio di Padova, Ravenna e San Benedetto del Tronto: punizione di Rossi dalla sinistra, con una deviazione di Ragnoli che spiazza Brivio. Lo stadio, ovviamente, si infiamma.
Incassato lo svantaggio, il Pergo non disarma. Sul fronte opposto è ancora Le Noci a tenere in apprensione la retroguardia locale: al 16’ devia di testa un cross di Facchinetti, con pallone che termina leggermente alto. Cala il silenzio al 23’, quando il pallone gonfia la rete alle spalle di Capecchi, ma il gol di Araboni è annullato per evidente fuorigioco.
Sospiro di sollievo che inietta nuova linfa alla Spal: al 30’ perfetto assist in profondità di Cazzamalli per Arma, che, solo davanti a Brivio, tenta di superarlo con un pallonetto che termina però a lato. I locali incalzano e dopo uno scambio con Arma, Bracaletti al 34’ conclude in porta dal limite dell’area: fuori misura.
Al 38’ secondo gol annullato ad Araboni: cross di Le Noci dalla fascia sinistra; sul secondo palo Facchinetti fa da sponda per Araboni, il quale a porta vuota deposita la sfera in rete, in sospetta posizione di fuorigioco.
Nella ripresa la Spal si presenta in campo meno aggressiva rispetto alla prima frazione di gioco, ed il Pergo ne approfitta subito: cross dalla destra di Facchinetti ed ottima deviazione in tuffo, con contorsione, di Araboni. Questa volta non ci sono dubbi: il gol è regolare ed il pareggio è annotato.
In effetti, nella fase centrale della ripresa la Spal appare in leggero affanno e con poco energie. E’ più vivace il Pergo, che pare voler clonare l’exploit di sette giorni prima. Galli sale in cattedra al 16’ con uno splendido doppio dribbling a centrocampo e conclusione dal limite che sorvola di poco la traversa.
E’ la forza della disperazione a tener viva la squadra di casa, che si getta in avanti e spesso si getta a terra, reclamando calci di rigore a ritmo incalzante. Al quarto boato del pubblico, anche l’arbitro ci casca come un pivello, castigando il Pergo con un penalty, per un intervento in area assai dubbio ai danni di Rossi. Arma carica il destro e batte Brivio con un tiro a pelo d’erba e angolato.
A questo punto la partita è ormai segnata. Facchinetti prova a rimetterla in sesto al 25’ con una conclusione dal limite debole e centrale, ma a questo punto del match sarebbe stato crudele privare gli avversari anche solo della speranza. E allora è ancora la Spal a cercare il colpo della sicurezza, catapultando in area alcuni cross per sfruttare la prestanza fisica dei suoi arieti. Piantoni, intanto, premia il giovane Pezzotta (classe 1992), al suo secondo ingresso stagionale, e poi Pellegrini, all’esordio in campionato. Un premio all’impegno negli ultimi frammenti di una gara che si trasforma in una specie di via crucis per i tifosi estensi. La testa è altrove, ma le notizie che arrivano dai cellulari non sono incoraggianti. E allora, ugualmente, giù applausi.


1 Cesena Cesena60
2 Pro Patria Pro Patria58
3 Ravenna Ravenna56
4 Padova Padova54
5 Reggiana Reggiana54
6 Spal Spal53
7 Hellas Verona Hellas Verona48
8 Novara Novara46
9 Cremonese Cremonese45
10 Lumezzane Lumezzane45
11 Pergocrema Pergocrema44
12 Portogruaro Portogruaro43
13 Monza Monza38
14 Pro Sesto Pro Sesto37
15 Lecco Lecco35
16 Sambenedettese Sambenedettese32
17 Venezia Venezia31
18 Legnano Legnano30


mercoledì 13 maggio 2009

Vieni qui

Almeno adesso che
Siamo seduti qui
Perché non mi racconti
Cosa non va per te
Perché non resti qui
...Non hai tempo mai
Perché non ti fermi
Dimmi dove vai

Vieni qui! Vieni qui!
Vieni qui! Vieni qui!

So che non è così
Quello che avevi in testa
Non ci puoi fare niente
La vita non si ferma
Perché non pensi che
Ora che sei con me
Se anche non ti ricordi
(se anche) non sai perché
Vieni qui! Vieni qui!
Vieni qui! Vieni qui!
Vieni qui! Vieni qui!
Vieni qui! Vieni qui!
GUARDAMI

Non potrai mai trovare un altro come me
Sarà difficile perfino anche per te
Che hai sempre avuto tutto
Tutto facile

Almeno adesso che
Siamo seduti qui
Perché non me lo dici
Quello che vuoi da me
Cosa vorresti che
Cosa vorresti se
Se tu potessi avere
Tutto quello che c'è
Vieni qui! Vieni qui!
Vieni qui! Vieni qui!
Vieni qui! Vieni qui!
Vieni qui! Vieni qui!

GUARDAMI
Non potrai mai trovare un altro come me
Sarà difficile perfino anche per te
Che hai sempre avuto tutto
Tutto facile

GUARDAMI
Non potrai mai trovare un altro come me
Sarà difficile perfino anche per te Che hai sempre avuto tutto
Tutto facile

Vieni qui! Vieni qui!
Vieni qui! Vieni qui!
Vieni qui! Vieni qui!
Vieni qui! Vieni qui!

lunedì 11 maggio 2009

Campionato: PERGOCREMA - PRO SESTO 2-1

Termina con il successo e con il sorpasso in classifica ai danni della Cremonese l'ultima gara stagionale al Voltini. Con una doppietta di Sambugaro, il Pergo ribalta il risultato al termine di una classica partita di fine stagione. Domenica la conclusione a Ferrara contro la Spal, ancora in lotta per i playoff nonostante la sconfitta di oggi.


PERGOCREMA – PRO SESTO 2-1

RETE: 30’ pt Bertolini, 40’ pt Sambugaro, 27’ st Sambugaro

PERGOCREMA: Russo, Marconi, Quaresmini 20’ st Ghidotti), Boscolo, Ragnoli, Rossi, Galli, Sambugaro, Araboni (32’ Tarallo), Le Noci (37’ st Ossouho), Facchinetti . All. Piantoni. A disp.: Brivio, Finetti, Brambilla, Pellegrini, Ossouho.

PRO SESTO
: Offredi, Campi, Lambrughi, Bedin (29’ st Bottone), Preite, Perfetti, Porro (20’ st Fracassetti), Boisfer, Beretta, Bertolini, Valtulina (15’ pt Di Quinzio). All. Discepoli. A disp.: Ferrari, Bugno, Caprini, Marinoni.

ARBITRO: Pecoerelli di Arezzo (Sotgiu di Sassari e Spiandore di Vicenza).

NOTE: Pomeriggio caldo, terreno in buone condizioni. Spettatori 1.000 circa per un incasso lordo, compresa quota abbonati, di € 6.931. Espulso Ghidotti al 43’ st per fallo da ultimo giocatore su Bertolini. Angoli 6 a 3 per la Pro Sesto. Recupero: 1’ + 3’.

CREMA. – Contro la Pro Sesto, il Pergo non attacca ... Bottone. Sale quindi alto l’urlo dei cannibali alla fine della gara: c’è il sorpasso in classifica nei confronti dei cugini cremonesi. Scende invece sotto i tacchetti lo spirito della Pro Sesto, che per ben due volte ha fatto harakiri. Vista dalla parte del popolo sestese, l’areazione testicolare impazza. Dapprima era stato Offredi, mostrando un piedino non troppo raffinato, a regalare la doppietta a Sambugaro. Poi, nell’epilogo del match, ci ha pensato Bottone a scheggiare la base superiore della traversa su calcio di rigore, regalando al Pergo il successo che si traduce appunto nel freccia del sorpasso.
Non è stata una partita che lascia il segno, soprattutto per gli spettatori neutrali. Lo lascia, e profondo, nel morale della squadra ospite, apparsa tuttavia singolarmente remissiva e spenta già dopo poche battute di gioco. Il Pergo non ha stillato sudore oltre quello ordinario, ma ha onorato l’impegno raccogliendo i frutti degli improvvidi errori degli avversari.

La cronaca.
Si avverte presto che la gara sarà alla camomilla. Piccolo troppo su entrambe le sponde e sorprende principalmente l’andamento lento dei milanesi, affamati di punti, ma con poca predisposizione a spingere. Al 7’ punizione dal limite di Le Noci, fuori di poco, apre le ostilità, che proseguono al 10’: conclusione dal limite, dopo un’azione personale, di Bertolini, con tiro a rientrare che termina non lontano dal palo sinistro della porta di Russo.
Al 21’ è ancora Le Noci, il più brioso in zona d’attacco, a tentare un un diagonale, dopo assist di Boscolo, che Offredi respinge coi pugni.
La Pro Sesto soffre il caldo e, al 27’, anche l’incornata di Araboni: cross dalla sinistra di Le Noci, e il centravanti gialloblù devia con la nuca: palla sopra la traversa. Sul capovolgimento di fronte la Pro Sesto reclama per un fallo di mani di Rossi, in area di rigore: l’arbitro fa proseguire.
Poco dopo, al 30’, gli ospiti vanno in vantaggio e s’illudono di aver chiuso la pratica. Azione prolungata di Di Quinzio lungo la linea di fondo campo, poi, entrato in area, che sul dischetto da rigore un assist calibrato per Bertolini, il quale, liberissimo non ha difficoltà a battere Russo con un piatto destro.
Anche se il campionato dei cremaschi è vistualmente chiuso, la squadra non gradisce la seconda sconfitta consecutiva al Voltini. E allora parte alla riscossa. Al 38’, con lunga gittata in diagonale, Ragnoli coglie perfettamente le coordinate per Le Noci, che, sulla fascia sinistra, addomestica da ottimo giocoliere la sfera e la consegna all’accorrente Galli: il giovane parmense entra in area e fa esplodere un tiro con destinazione il primo palo, senza comunque molta precisione.
Passano un paio di minuti ed il Pergo presenta nuovamente il conto. Cross del solito Le Noci dalla sinistra, ottimo colpo di testa di Araboni che scavalca Offredi, ma il pallone si stampa sul palo. Sambugaro è in agguato e non si fa pregare a piazzare il tap-in a porta sguarnita.
L’inizio della ripresa sembra favorevole alla Pro Sesto, sebbene mantenga sempre un ritmo dimesso. Al 7’ Beretta si defila bene lungo la linea di fondo campo destra, poi crossa sul primo palo per Bertolini, che di tacco devia: Russo ostenta ottimi riflessi e respinge d’istinto coi piedi.
Al 16’ è invece il Pergo a farsi insidioso: buona proiezione sulla fascia destra di Marconi, il quale, giunto in prossimità della linea di fondo campo effettuata un traversone basso a centro area: Araboni anticipa il difensore e devia al volo verso la porta avversaria: conclusione respinta da un giocatore ospite. Occasione d’oro al 22’ per l’attaccante cremasco: liberato in area da un cross alto proveniente dalla sinistra, forse pensando di essere in fuorigioco, sbuccia di testa il pallone a pochi metri dalla linea di porta.
La Pro Sesto fornisce l’impressione di accontentarsi del pareggio, però fa di tutto per compromettere le buone intenzioni. Così, al 27’, Offredi combina la frittata. Per effettuare un rinvio lungo, esce dalla propria area con il pallone ai piedi, ma il suo controllo è imbarazzante e favorisce Facchinetti, che lo contrasta nella tre quarti. Il portiere ospite rimane a terra, mentre il pallone giunge a Sambugaro, che dall’altezza quasi del cerchio di centrocampo, catapulta la sfera nella porta avversaria, rimasta desolatamente vuota. La “Sud” gode per il sorpasso in clasisfica che si concretizza.c
La Pro Sesto è sconvolta e il Pergo potrebbe allungare. Allunga la falcata Facchinetti al 33’, con un contropiede rapido e con apertura sulla sinistra per Le Noci, che prova un diagonale dal vertice sinistro dell’area di rigore: fuori.
Fuori, al 43’, è anche il calcio di rigore battuto da Bottone e concesso per un atterramento da tergo di Ghidotti (poi espulso) ai danni di Bertolini, lanciato verso la porta di Russo. Il tiro è centrale e alto: scheggia la base superiore della traversa e il pallone termina tra le braccia dei 34 supporter ospiti giunti al Voltini. La Pro Sesto, insomma, ha fatto poco per vincere, però ci ha messo qualche errore di troppo per perdere.



1 Cesena Cesena59
2 Pro Patria Pro Patria57
3 Ravenna Ravenna53
4 Padova Padova53
5 Reggiana Reggiana53
6 Spal Spal50
7 Hellas Verona Hellas Verona47
8 Novara Novara46
9 Lumezzane Lumezzane44
10 Pergocrema Pergocrema44
11 Cremonese Cremonese42
12 Portogruaro Portogruaro40
13 Monza Monza37
14 Lecco Lecco35
15 Pro Sesto Pro Sesto34
16 Venezia Venezia31
17 Sambenedettese Sambenedettese31
18 Legnano Legnano30

lunedì 4 maggio 2009

Campionato: LUMEZZANE - PERGOCREMA 0-2

C’era ormai la sensazione, ma non la certezza, rinviata di domenica in domenica. Adesso, invece, l’attesa è finita e con un gol di Tarallo nel primo tempo e di Le Noci nella ripresa, il Pergo ottiene, con un paio di turni di anticipo, la matematica sicurezza di disputare il prossimo campionato ancora in Prima Divisione.
Quella di Lumezzane non è stata una partita spettacolare, però era importante ritornare al gol (dopo ben 479’) e alla vittoria (l’ultima risaliva alla 24^ giornata, 1-0 contro il Cesena al Voltini). E dopo la gara, giustamente, è iniziata la festa per aver confermato l’obiettivo principale che la società si era posta all’inizio di stagione.

LUMEZZANE – PERGOCREMA 0-2

RETI: 11’ pt Tarallo, 18’ st Le Noci.

LUMEZZANE: Gazzoli, Nicola, Pini, Ciasca, Emerson, Pisacane, Pintori (34’ st Desideri), Zanardini (Lo Iacono) Maniero (1’ st Dal Bosco), Silvestri, Pesenti. All.: Manichini. A disp.: Zaini, Ghidini, Dadson, D’Attoma.

PERGOCREMA: Russo, Ghidotti (1’ st Ragnoli), Quaresmini, Brambilla, Rossi, Finetti (35’ st Federici), Garavelli, Sambugaro, Tarallo, Le Noci, Facchinetti (28’ st Boscolo). All.: Piantoni. A disp.: Brivio, Galli, Bonazzi, Araboni.

ARBITRO: Magno di Catania (Paganessi di Bergamo, Lunardon di Busto Arsizio).

NOTE: Pomeriggio variabile: inizio di gara con pioggia, secondo tempo con sole. Spettatori 600 circa. Ammoniti: Ghidotti, Quaresmini, Brambilla e Finetti.



1 Pro Patria Pro Patria56
2 Cesena Cesena56
3 Ravenna Ravenna53
4 Reggiana Reggiana53
5 Spal Spal50
6 Padova Padova50
7 Hellas Verona Hellas Verona46
8 Lumezzane Lumezzane44
9 Novara Novara43
10 Cremonese Cremonese42
11 Pergocrema Pergocrema41
12 Portogruaro Portogruaro37
13 Monza Monza36
14 Pro Sesto Pro Sesto34
15 Lecco Lecco32
16 Sambenedettese Sambenedettese30
17 Legnano Legnano30
18 Venezia Venezia28