lunedì 14 dicembre 2009

Campionato: Sorrento - Pergocrema 0-0

Sull'insidioso terreno sintetico di Sorrento, il Pergo ottiene un pareggio che muove la classifica. Partita molto tattica, la formazione cremasca schierata con cinque giocatori under 21.

Sorrento: Marconato, Feussi, Angeli, Niang, Lo Monaco, Fernandez (44’ st De Giosa), Vanin, Greco, Myrtaj (33’ pt Nicodemo), Paulinho, Arcidiacono (25' st Esposito). All. Novelli. A disp.: Criscuolo, Di Nunzio, Gambuzza, Saraniti.
Pergocrema: Colombi, Ghidotti, Federici, Cazzola, Bonfanti, Trovò, Galli, Guerci, Degano (17’ st Florean), Le Noci, Uliano. All. Bonazzi – Scanziani. A disp.: Manzoni, Tobanelli, Brambilla, Vezzoli, Crocetti, Anastasi.
Arbitro: Aureliano di Bologna (Maruccia di Avezzano, Dioletta di Teramo)
Note: Pomeriggio umido, terreno in erba artificiale. Spettatori 645, di cui 308 abbonati (presenti 20 cannibali arrivati a Sorrento con un pulmino), per un incasso di euro 4.493.. Espulso al 31’ pt Niang per fallo su Cazzola). Ammoniti: Fernandez, Ghidotti, Bonfanti, Trovò. Angoli 12 a 6 per il Sorrento. Recupero: 1’ + 3’.

SORRENTO. – La musica del cuore. Il golfo di “Surriento” ispira compositori, ma la giornata grigia non suscita speciali emozioni in un Pergo che arresta lievemente l’emorragia, muovendo la classifica. Quando le nubi sopra lo stadio si spostano spinte dal vento, all’orizzonte affiora anche l’arcobaleno. Sono i colori dell’iride, i colori della pace e a fine gara, quando i giocatori, dopo essersi abbracciati in mezzo al campo come fossero usciti da un incubo, si incamminano sotto la curva presidiata dai venti cannibali giunti sin qui, viaggiando di notte e rientrando di notte, il reciproco applauso forse è qualcosa di più di una semplice tregua. Anche questa, vista da fuori, è musica dell’anima, è una passione indomita che scandisce i tempi delle tribolazioni, delle ansie, della speranza. E’ un gesto di rispetto e implicitamente pure una richiesta di sostegno. Avanti così!
Un pareggio, in casa di una formazione che sprizza salute, sarebbe stato sottoscritto senza la minima esitazione alla vigilia del match. E Bonazzi e Scanziani, probabilmente, avevano impostato la gara su tale risultato. Durante l’incontro, invece, quando la formazione campana è rimasta in inferiorità numerica (31’ pt), ci si attendeva forse maggiore spregiudicatezza offensiva, che la squadra cremasca non ha mostrato di avere. Il Pergo ha proseguito rimanendo coperto, sfruttando soltanto qualche rimessa in contropiede, sfiorando però il colpaccio nei minuti finali con Florean.
La città di Sorrento era anticamente identificata come un luogo di presenza delle sirene, da cui deriverebbe anche il toponimo (da “Sirenide”). Le leggende narrano dei naviganti che ammaliati dalle creature metà donna e metà pesce, naufragavano contro le scogliere. A Sorrento il Pergo non voleva nuovamente arenarsi e non si è fatto incantare dalla superiorità numerica, accontentandosi di un punto, anziché rischiare di trovarsi nuovamente a mani vuote.
E’ dunque finita come si sperava: non con una sconfitta. Puntare al pareggio aveva i suoi buoni motivi, anche perché sui centrali della difesa gialloblù ci sono buoni motivi per imprecare. Non sulla prestazione di Trovò e di Bonfanti (quest’ultimo, peraltro, indicato dagli scriba tra i migliori in campo). Piuttosto ci riferiamo alla iattura che si è scatenata su questo nevralgico ruolo limitandone le scelte tecniche: Brighenti, Pambianchi, Rossi, Zaninelli e Di Bella affollano infatti l’infermeria.
Non è invece affollato lo stadio “Italia” all’ingresso in campo delle due squadre. Però ha smesso di piovere. Il terreno in erba sintetico rappresenta un’incognita per il Pergo, mentre è un’arma in più a favore dei locali, ormai adattatisi alla superficie innaturale. Come pure, il Sorrento, è abituato alle ridotte dimensioni del campo, che procurano qualche incertezza ai cremaschi nel prendere le misure dei passaggi lunghi. Di fronte a questi inconvenienti, si può dire che il Pergo ha fatto la sua onesta partita; di fronte all’uomo in meno degli avversari, forse era lecito osare maggiormente. Però va bene così perché, di questi tempi, è difficile chiedergli più di quanto ha dato.
Tra infortuni e scelte tecniche, la formazione iniziale mostra diverse novità rispetto alla domenica precedente. Presenta soprattutto una formazione con cinque "baby": Colombi (classe 1991), Trovò (1990), Guerci e Uliano (1989), Galli (1988), tre dei quali hanno pure ottenuto la "nomination" per il nostro settimanale sondaggio. Confortante. Un po’ in affanno, ma complessivamente decoroso in difesa, il Pergo ha retto altrettanto dignitosamente il confronto a centrocampo, mentre il reparto offensivo ha solleticato nel primo tempo e punto di più nella ripresa.
Per oltre un quarto d’ora succede poco o nulla. Le due squadre si controllano a distanza, mentre il terreno di gioco mostra tutte le sue insidie quando il pallone schizza sulla superficie sintetica. Il controllo è difficoltoso ed i pericoli arrivano principalmente da palle inattive. Come al 18’: calcio di punizione dal limite, battuto da Myrtaj da posizione centrale, che la barriera devia in corner. Dalla battuta, Niang incorna verso Colombi, che addomestica sicuro la sfera.
Direttamente da un calcio d’angolo (22’) registriamo la seconda insidia in area cremasca: Angeli carica di effetto il cross, con pallone che si stampa sul primo palo, prima che la difesa ospite possa allontanare la minaccia. Il Pergo manifesta parecchia fatica ad impostare la manovra: il campo ridotto, più che l’aggressività degli avversari, ne condiziona l’azione. Al 31’ il Sorrento rimane in dieci uomini per l’espulsione di Niang, sancita forse con troppa severità dal direttore di gara a seguito di un intervento falloso su Cazzola. Non è tuttavia impossibile, per i padroni di casa, ricoprire i già contenuti spazi con l’handicap numerico. Ed infatti, pur illudendoci, non si avvertirà nel prosieguo della partita una sostanziale differenza. Soprattutto non si avverte, nel Pergo, un diverso approccio. Però al 38’ i gialloblù si avvicinano al vantaggio con Uliano, il quale, lanciato da Cazzola, evita l’intervento di Marconato con un pallonetto che si spegne comunque sul fondo. Altra opportunità un minuto dopo, per il piedino vellutato di Le Noci: corner di Galli, la difesa campana respinge corto e dal limite dell’area il bomber gialloblù indirizza tra le braccia di Marconato una conclusione centrale.
L’inizio di ripresa è favorevole al Sorrento, che al 3’, con Fernandez, impegna Colombi dopo gli sviluppi di un corner. Replica il Pergo, e lo fa con Le Noci: conclusione da fuori area sulla quale Marconato si distende deviando sul fondo. Non c’è, da parte del Pergo, la marcia in più. Però l’incedere offensivo, nel secondo tempo, è più costante. Al 19’ su corner di Le Noci, Cazzola anticipa sul primo palo la difesa avversaria, ma il suo colpo di testa termina alto sopra la traversa.
Da una parte o dall’altra, sono comunque sempre su calci da fermo che arrivano le principali preoccupazioni, a conferma delle “trappole” insite nel fondo sintetico inumidito dalla pioggia caduta sino a pochi minuti prima della partita. Al 21’, ovviamente su calcio di punizione, Paulinho dal limite dell’area prova a sorprendere Colombi, con la complicità di una deviazione della barriera. Al 25’ è invece sontuoso Colombi nel respingere la ravvicinata deviazione di testa in mischia di Fernandez, su angolo di Greco, salvando il risultato. Cresce, quindi, il portierino gialloblù.
L’ultima opportunità della partita è firmata dal Pergo. Guerci (42’) intercetta un disimpegno dei locali sulla trequarti e serve Florean, che fa esplodere tutta la sua rabbia con un sinistro dal limite, ma Marconato emula il collega cremasco deviando in corner la sfera calibrata nell’angolino basso.
Finisce dunque in parità e soprattutto finisce con i giocatori che sembrano essersi liberati da un peso che li opprimeva. La gioia mostrata è paragonabile ad una vittoria perché il Pergo aveva più voglia di punti che di svolazzi. Ha mosso una classifica che, ironia, forse è pure peggiorata. Però ha rimosso un blocco psicologico e speriamo che da qui, “dove il mare luccica e tira forte il vento”, il ritornello della canzone che Lucio Dalla dedicò a Caruso rappresenti l’inno che trasmette reciproca fiducia tra la squadra ed i cannibali. Oggi un piccolo passo è stato fatto anche in questo senso.

Pergocrema - Lumezzane 1-2

Il Pergo perde anche contro il Lumezzane, subendo al 44' della ripresa il gol di Romeo. Nel primo tempo a Pintori aveva replicato Le Noci, entrambi su rigore. Al termine della partita un gruppo di "cannibali" raggiunge l'ingresso degli spogliatoi per poter parlare con la squadra.

CREMA. – Hic sunt leones? Nessun ruggito, nessun alibi. Solo qualche artigliata, qua e là, nel corso del primo tempo. Poi, nella ripresa, se c’è stato, è stato un ruggito del coniglio. Il crepuscolo non ispira tenerezza e alla fine esplode la rabbia che i cannibali covavano in corpo da alcune settimane, e rimane molta amarezza. Non per la contestazione, che aleggiava nell’aria dopo la prestazione di Pagani (“Fino a quando, o Catilina, abuserai della nostra pazienza?”, ammoniva Cicerone), da parte di chi avverte uno scarso impegno (ancor più degli scarni risultati), e lo traduce in un atto di infedeltà ai colori sociali. Di fronte all’evidenza non ci sono argomentazioni da brandire, ma soltanto tristezza per il clima ormai ostile che pone in contrapposizione la piazza alla squadra, mentre in un momento così delicato, per risalire dalle asperità c’è bisogno di sostegno, di dialogo e di confronto, non di scontro frontale, che non giova alla comune causa. D’accordo, la biblica pazienza di Giobbe può essere colma ed è pure comprensibile (anzi, sostenibile), lo stato di malessere della curva, ma il “muro-contro-muro” sarebbe senz’altro deleterio. Per fortuna non è stato uno scontro, quello avvenuto al termine della partita, tra una cinquantina di ultrà che sono riusciti ad infiltrarsi sino all’ingresso degli spogliatoi (complimenti per il blitz, ma nessuno poteva prevenirlo?) e la squadra afflitta e demoralizzata. E’ stato un chiarimento schietto, ma con toni tutto sommato civili e chissà che possa servire a remare tutti quanti lungo la stessa corrente, nell’interesse dei colori gialloblù.
“Grato m’è il sonno e più l’esser di sasso”. Vorremmo, però non riusciamo a restare insensibili alla posizione di classifica sempre più inquietante, o alla protesta della Sud sempre più irritata. Adesso cala il silenzio dopo l’ennesima sconfitta stagionale che vorremmo non dover commentare.
Spesso, durante l’incontro, è stata evocata la presenza in campo di undici leoni, ma nella ripresa, quando il Lumezzane ha cominciato a giocare com’era nelle sue potenzialità, è stato il Pergocrema ad essere come il profeta Daniele nella fossa dei leoni ospiti, con la differenza che nessun miracoloso intervento divino lo ha potuto salvare dalla capitolazione finale. In verità, qualche miracoloso intervento lo aveva prodotto Colombi, ma alla fine è servito soltanto a limitare i danni.
Invece nel primo tempo la squadra gialloblù, sospinta forse dalla nobiltà dell’essere, quantomeno non aveva sfigurato, a parte le occasioni da gol sciupate sotto la porta avversaria che hanno procurato un po’ di rossore e di imbarazzo. Rimane ora da capire quanto l’inerzia mostrata nella prima parte della gara dal Lumezzane, possa aver illuso il Pergocrema, rispetto ad una ripresa in cui i bresciani hanno invece imperato ed i cremaschi traccheggiato. Questione di lana caprina, direbbe qualcuno, considerato l’esito conclusivo del match.
Il Pergo presenta dal primo minuto il neo acquisto Zaninelli, che prende il posto di Di Bella. Rientra anche Bonfanti, con Ghidotti che rileva sulla fascia destra Guerci, relegato in panchina. In avanti la coppia Bonazzi-Scanziani preferisce Crocetti a Degano, con Florean e Le Noci disposti lungo i corridoi laterali. Stacca la presenza anche Cazzola, al rientro dopo le due giornate di squalifica e a farne le spese, nella circostanza, è Galli.
Di Cazzola, al 10’, è il primo affondo della partita: intercetta nella trequarti un disimpegno della difesa avversaria e conclude dal vertice destro dell’area di rigore. Il pallone ribattuto giunge sui piedi di Florean, che crossa a centro area dove Crocetti interviene di testa, angolando troppo la deviazione. Si ripete ancora Cazzola al 16’: analoga posizione e diagonale che sorvola di poco la traversa.
Il ritmo non è elevato, il Lume si chiude nella propria metà campo e attende l’offensiva avversaria. Ogni tanto, comunque, varca la linea centrale, tenendo in allarme Colombi. Come al 20’: Marconi prova a sorprendere il portiere gialloblù dalla distanza, Colombi devia in corner. La replica del Pergo è affidata alla potenza esplosiva di Florean (23’), che impegna Gazzoli con un diagonale dalla destra, mentre al 27’ la punizione di Le Noci, battuta da discreta posizione, risulta innocua per il portiere ospite. Virtualmente è ben più insidiosa l’azione di rimessa al 28’, in superiorità numerica, con l’ultimo passaggio di Florean verso Le Noci intercettato dalla difesa bresciana.
Al di là dell’indolente atteggiamento del Lumezzane, è comunque un Pergo volitivo quello che si presenta spesso insidioso dalle parti di Gazzoli. Al 31’ bella combinazione sulla sinistra tra Le Noci e Federici, con traversone di quest’ultimo per Crocetti, il quale da ottima posizione si sperimenta in una conclusione acrobatica, spettacolare ma improduttiva. Si insiste al 34’: Uliano serve in profondità Le Noci, che da posizione ravvicinata si vede ribattere il tiro dai piedi di Gazzoli. La migliore occasione da gol del Pergo giunge al 37’: cross dalla sinistra di Le Noci al centro dell’area per Crocetti, che prova la deviazione volante. Omissis.
Il pericolo scampato scuote il Lumezzane, che cambia registro e inizia a proporsi dalle parti di Colombi con maggiore continuità. Al 39’ è Pintori, con un tiro cross dalla sinistra, a procurare un po’ di apprensione (pallone che sfuma sul secondo palo), mentre al 40’ la formazione bresciana passa in vantaggio. Colombi respinge coi pugni una punizione e la sfera rimbalza sul braccio di Ghidotti (peraltro tutto solo, quindi l’involontarietà e la mancanza di danno procurato potevano far propendere ad una decisione meno severa). Calcio di rigore che Pintori trasforma di potenza e di precisione. La depressione è comprensibile: dopo aver dominato per tutto il primo tempo, è invece il Lumezzane, al secondo affondo, a raccogliere i frutti. La reazione fortunatamente è immediata e clonando la situazione nell’area opposta, al 45’ è il Pergo a beneficiare del penalty, con bomber Le Noci che spegne l’undicesima candelina stagionale.
Nella ripresa il Lumezzane mostra il rovescio della medaglia. E’ la squadra bresciana ad imporre i ritmi della gara, a gestire il pallone e procurarsi un’infinità di occasioni da rete. Il Pergo, pur in un pomeriggio grigio di fine autunno, sembra un pezzo di ghiaccio che si scioglie sotto la canicola d’agosto. Purtroppo è una squadra spenta, poco reattiva, poco lucida nella costruzione di un gioco che smarrisce progressivamente con il trascorrere dei minuti e difronte al piglio autoritario degli ospiti. Al 19’ Galabinov, entrato da una manciata di secondi, svetta in area e costringe Colombi a deviare il pallone in calcio d’angolo. Dal corner è lo stesso Galabinov a sorprendere la difesa cremasca e di testa indirizza la sfera sul palo alla sinistra del portiere locale. Chissà, forse la dea bendata comincia ad intenerirsi. E’ una sensazione che prende corpo anche al 25’, quando Ghidotti scivola sulla trequarti favorendo l’iniziativa in contropiede di Bradaschia. Colombi è provvidenziale uscendo dall’area e ribattendo con il petto il tentativo di conclusione dell’attaccante ospite.
Adesso il Pergo è un po’ come l’araba fenice: che ci sia ciascun lo dice, dove sia, nessun lo sa. Per fortuna che c’è Colombi, al 35’, a respingere un diagonale sbucato dalla destra; riprende il pallone Bradaschia in mezzo all’area e la sua botta è respinta con il corpo da Zaninelli. Per fortuna che c’è Colombi anche al 43’, costretto ad una triplice prodezza consecutiva su altrettante conclusioni ravvicinate degli attaccanti ospiti. L’ultima deviazione procura un corner a favore del Lumezzane e sul tapin di Romeo, appostato sul secondo palo, scende la notte e cadono le palle.

martedì 1 dicembre 2009

Campionato: Paganese - Pergocrema 3-0

Pessima prestazione del Pergocrema a Pagani, che esce umiliato dal confronto con il fanalino di coda. Tutte nella ripresa le reti del successo campano.

Paganese – Pergocrema 3-0
Reti: 10’ st Maisto, 12’ st Lasasgna, 30’ st Ibekwe.
Paganese: Melillo, Grimaldi, Gambi, Maisto, Panini, Castaldo, Izzo, Memushaj, Lasagna (24’ st Tortori), Ibekwe (34’ st Zarineh), Sciannamè (30’ st Cucciniello). All. Palumbo. A disp.: Saraò, Tagliamonte, Tufano, Marzocchi.
Pergocrema: Colombi, Guerci, Federici, Brambilla, Ghidotti, Di Bella, Florean (15’ st Gherardi), Galli, Tarallo (41’ st Bonometti), Degano, Uliano (28’ st Anastasi). All. Bonazzi. A disp.: Manzoni, Trovò, Tobanelli, Crocetti.
Arbitro: Zanichelli di Genova (Belcastro di Taurianova e Fascetti di Reggio Calabria)
Note: pomeriggio nuvoloso con brevi squarci di sole, temperatura accettabile, terreno in discrete condizioni. Spettatori 1000 circa. Ammoniti Maisto, Castaldi e Galli. Angoli 8 a 1 per la Paganese Recupero: 1’ + 4’.

PAGANI. – Cristo si è fermato a Eboli. Cinquanta chilometri più in là, zone aride e depresse. Lo sosteneva Carlo Levi narrando il suo esilio in terra lucana. Eboli era il capolinea della civiltà, dove finivano la loro corsa strade e treni. Poi la desolazione.
Oggi, invece, Cristo si è fermato a Crema, abbandonando al suo destino un Pergo imbarazzante. Pagani, cinquanta chilometri più in qua, è il capolinea della formazione gialloblù, che ha raschiato il fondo senza trovare mordente, idee, sé stessa. Troppo brutta, questa squadra, per essere vera; però è pesante anche la sconfitta, e il risultato è purtroppo tremendamente reale.
Una buona occasione, nel calcio come nella vita, si presenta sempre. Il problema è saperla riconoscere e non sempre è facile. La buona occasione al Pergocrema poteva capitare oggi, e non sarebbe stato un azzardo pronosticarla. Dopo il successo di domenica scorsa al Voltini, il match contro il fanalino di coda giungeva propizio per sbattere le ali e salire di un altro gradino in classifica. Invece il Pergo non ha saputo riconoscere la buona occasione e, angosciati e storditi, ci ritroviamo ora a fare i conti con una sgradevole ignavia che non lascia intravedere nulla di buono neppure per il futuro. Di fronte ad una prestazione così impalpabile e insipida, non ci sono attenuanti, mentre c’è un pensiero per quei tredici “pazzi” cannibali che in poco più di un giorno consumeranno venti ore di viaggio a bordo di un pulmino per essere stati testimoni di questa maledetta trasferta nel profondo sud. Partiti con il cuore colmo di illusoria fiducia, rientreranno con l’animo indignato di chi si è sentito tradito. Quantomeno le nostre scuse, sebbene non potranno mitigare la rabbia, non sono di prammatica, ma sincere.
Il Pergo non è mai stato in partita e già nel primo tempo la Paganese ha fatto barcollare la difesa avversaria. La differenza l’ha fatta la fame, che si traduce nella filosofia di gioco aggressiva ed aspra implicita nel Dna della formazione campana, rispetto agli arzigogolati ricami dei cremaschi. Eppure, anche il Pergo, classifica alla mano, avrebbe dovuto essere ispirato dallo stesso forte desiderio, affrontando l’incontro con un piglio agonistico assai più determinato di quanto ha mostrato di saper o di voler fare, per saziare quel bisogno di punti che non può ignorare.
Qualche nuvola si addensa nel cielo sopra Pagani, ma la temperatura è comunque accettabile (15°) quando le due squadre fanno il loro ingresso in campo. Lo stadio “Marcello Torre” è dedicato all’ex presidente della Paganese. Eletto sindaco della cittadina nel 1980, l’11 dicembre dello stesso anno venne assassinato per essersi opposto alle infiltrazioni camorristiche nelle procedure di assegnazione dei primi appalti di ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia. Come mandante dell’omicidio fu condannato all’ergastolo il boss Raffaele Cutolo.
Mister Bonazzi deve rinunciare a Beppe Le Noci e alla fine l’assenza del bomber si avvertirà: la difesa più vulnerabile del girone, infatti, esce imbattuta. Anche questo è un ulteriore allusivo segnale delle difficoltà offensive dei gialloblù. Al suo posto viene schierato Tarallo. Per il resto, è confermata la formazione vincente impiegata contro il Monza.
I primi minuti sono ingannevoli. Infatti, già al 2’ il Pergo si presenta in area di rigore avversaria: Galli calibra l’assist per Uliano, il quale calcia prontamente a rete, ma in modo debole facilitando l’intervento di Melillo. Poi cominciano a calare le tenebre sul gioco cremasco. La Paganese sta carburando e ancora non scopre la velocità e la proverbiale forza fisica che ci si attendeva sin dalle prime battute, favorendo al momento la gestione della gara da parte del Pergo, che tuttavia non produce manovre briose e insidie particolari.
In attesa che esploda la formazione di casa, quasi con diffidenza i gialloblù rimettono il naso dalle parti di Melillo: Florean, al 19’, vince un contrasto sulla fascia destra e catapulta in area un traversone sul quale né Tarallo, né Degano arrivano con puntualità all’impatto con la sfera. L’azione prosegue e ci prova Uliano, con un tiro dalla distanza, a sorprendere il portiere locale: la destinazione del pallone è da dimenticare.
La Paganese intanto accumula calci d’angolo. Al 27’ è già a quota sette: qualcosa vorrà pur dire sulla pressione che monta dalle parti dei padroni di casa. I quali, al 32’, recriminano per un presunto fallo in area che avrebbe commesso Di Bella ai danni di Izzo. Al 35' le proteste si spostano sul versante opposto: Tarallo controlla il pallone in area e sul contrasto di Castaldo cade a terra, invocando l’indulgenza dell’arbitro, che fa proseguire.
Si prosegue stancamente, sino al 45’. Punizione battuta da Guerci sulla destra, all’indirizzo di Brambilla, il quale crossa dalla trequarti servendo, al limite dell'area piccola, Florean: incornata indisturbata, ma imprecisa e la ghiotta occasione svanisce nel nulla.
Dal nulla arriva, in sala stampa, una hostess con vassoi colmi di pasticcini: è il miglior affondo del primo tempo al “Marcello Torre”. E giù, come satrapi, a mettere qualcosa tra i denti e riempirsi lo stomaco di crema chantilly. Qualcosa, almeno, ci portiamo a casa.
Tra i denti, nella ripresa, perverranno invece tre montanti da parte della Paganese che faranno smarrire il sorriso all’entourage gialloblù. Già l’inizio mostra un Pergo barcollante. Al 2’ Di Bella serve involontariamente Ibekwe, il quale, ingrato, ciabatta malamente la conclusione vanificando il regalo. Un minuto dopo è Lasagna a mangiarsi un’altra occasione, e la sirena dell’allarme in casa cremasca fischia per la seconda volta.
A forza di provare da una parte, e a forza di restare svogliati dall’altra, fatalmente arriva il vantaggio della Paganese. Su punizione al 10’ di Sciannamè, battuta all’altezza della linea di fondo campo, Maisto giganteggia in area e di testa mette la sfera dove Colombi non può arrivare. Neppure il tempo di prendere coscienza della scomoda situazione, e i locali raddoppiano. Al 12’ Maisto intercetta un pallone a centrocampo e fa proseguire sulla fascia destra Izzo, il cui traversone in area è raccolto da Lasagna, che apparecchia la tavola in mezzo ad una difesa in contumacia, e si serve il “secondo”.
Il Pergo esce di scena. In campo c’è soltanto la Paganese, che famelica insiste costringendo la difesa gialloblù agli straordinari, nonostante la partita sia ormai bollata. E con il trascorrere dei minuti, il Pergo capitola per la terza volta, rendendo ancor più avvilente la trasferta ai confini dell'immaginario. E’ Ibekwe a chiudere la vertenza al 31’, dopo aver superato dapprima Di Bella in velocità e poi Colombi in uscita.
Finisce con una sconfitta umiliante, nella prestazione ancor prima che nel risultato. La Paganese ha messo sul piatto della bilancia cuore e grinta, impartendo al Pergo una crudele lezione di umiltà. Si rientra quindi nel tunnel e per uscirne bisognerà far tesoro di questo insegnamento di semplicità, modestia e attaccamento quasi morboso alla maglia che si indossa. Altrimenti saranno ancora dolori.

A PAGANI VIVE QUEL PORCO LURIDO DEL DOTT, ING. LUIGI FORINO

MALEDETTO LADRO