venerdì 29 gennaio 2010

Gianluca Grignani - Sei sempre stata mia





Io son sempre stato tuo

che anche quando non c'eri
ti avevo nei pensieri

Tu sei sempre stata mia
che quando ti ho incontrata
ho subito capito che

Noi immensamente noi
condividiamo tutto sai
anche questa nostra gioia strana
che stranamente noi
ci fa stare insieme
come quando il giorno ci allonta
ma ti sento vicina
dalla notte prima

Io io che da lei scappavo
perchè mi puoi tradire
non mi puoi ingannare mai

Tu quel giorno mi hai incontrato
per mano mi hai portato
fino a scrivermi dentro che

Noi immensamente noi
condividiano tutto ormai
come questa nostra gioia strana
che stranamente a noi
ci fa stare bene
come quando il giorno ci allonta
ma ti sento vicina
dalla notte prima

Noi solamente noi
ci comprendiamo bene ormai
e sentiamo un'esigenza sana
che due come noi
non si lasceranno mai
anche quando un sogno ci allontana
ma ti sento vicina
come mai prima

Io son sempre stato tuo
tu sei sempra stata mia
che amarsi no non è mai una sfida
ma è come cercare in noi una guida

Noi immensamente noi
condividiano tutto ormai
come questa nostra storia strana
che ingenuamente a noi
ci fa stare insieme

O noi solamente no
non ci lasceremo mai
come quando un sogno ci allontana
e torniamo vicino di nuovo al mattino
io son sempre stato tuo
tu sei sempre stata mia

SONDAGGIO : CHI E' LA TALPA ?




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mercoledì 27 gennaio 2010

Lucio Anneo Seneca

Una donna o ama o odia; non ha una via di mezzo.
Il pianto della donna è menzogna.
Negli occhi della donna vi sono due tipi di lacrime,
le une provocate dal vero dolore, le altre indotte dalla scaltrezze.
Una donna che pensa sola, pensa cose cattive.

Livorno torna Serse Cosmi


Pochi ci avrebbero scommesso, ma Spinelli e Cosmi, dopo un colloquio avvenuto a Genova, si sono chiariti e il tecnico umbro ha ritirato le dimissioni che a sorpresa aveva presentato al termine della gara contro il Napoli. Cosmi, dunque, torna al lavoro per preparare la difficilissima sfida contro il Milan. Spinelli ha parlato di "Incontro chiarificatore molto proficuo. Tutto era nato da quei due giorni e mezzo di riposo dati alla squadra dopo lo 0-3 di Cagliari. Non contestavo il lavoro svolto, la professionalità di Cosmi o i risultati; il matrimonio continua". La riappacificazione tra Spinelli e Cosmi è arrivata a furor di popolo visto che la piazza, oltre ai più stretti collaboratori del patron amaranto, avevano fatto pressione affinché la situazione venisse sbrogliata in maniera positiva.

Campionato: Varese - Pergocrema 2-1

Il Pergo si ripete. Come contro l'Alessandria, anche a Varese va in vantaggio, subisce il pareggio e, al 90', rimedia la sconfitta per un altro ingenuo calcio di rigore

Varese – Pergocrema 2-1
Reti:.45’ pt Ferrari, 27’ st Dos Santos, 45’ st Buzzegoli (rigore)
Varese: Moreau, Pisano, Armenise, Gentili, Buzzegoli, Camisa, Tripoli, Dos Santos, Eliakwu (10 st Momentè), Aloe (14’ st Corti), Del Sante (36’ st Carrozza). All. Sannino. A disp.: Grandclement, Grillo, Gambadori, Osuji.
Pergocrema: Colombi, Ghidotti, Pianu, Zaninelli (9’ st Di Bella), Trovò (46’ st Tavares), Federici, Cazzola, Brambilla, Galli (37’ st Uliano), Ferrari, Le Noci.. All. Bonazzi e Scanziani. A disp.: Brivio, Romano, Gherardi, Florean.
Arbitro: Mariani di Aprilia (Botosso di Biella e Mosca di Chivasso).
Note: Giornata freddissima (-2°), terreno ghiacciato. Spettatori 1300 circa di cui 423 paganti e 879 abbonati, per un incasso lordo complessivo di € 7.399. Espulso Sannino al 21’ st per proteste. Ammoniti: Gentili, Momentè, Colombi e Ghidotti. Angoli 4 a 1 per il Varese. Recupero 1’ + 5’.

Varese. – San ... Nino fa il miracolo. Lui esce, e la sua squadra vince. Il Varese c’è davvero e il Pergo c’è ancora, ma non nella misura necessaria. La sensazione che lasciano è però molto diversa. Il Varese trasmette la percezione di una squadra che scoppia di salute, e quindi di efficienza, più che di bellezza. Sua la prima palla gol, sua la voglia di prendere la partita per le corna. Così è andata, seppure al fotofinish. Undici partite vinte consecutivamente in casa: sarà anche fortuna, però quando le cose vanno così bene, non è un caso.
Il Pergo lascia invece l’impressione che sia in crescita, ma anche che sia poco abile nell’amministrarsi. Ha ottenuto il vantaggio allo scadere del primo tempo, ha sfiorato in contropiede per due volte il raddoppio, prima di subire l’aggancio ed il sorpasso avversario. Il Varese non ha mai messo in seria difficoltà la difesa gialloblù, e neppure costretto Colombi ad interventi straordinari. Però l’intensità della sua manovra offensiva e il suo impeto facevano preludere ad un finale diverso rispetto a quello che cominciavamo ad assaporare. Ci sta, la vittoria del Varese ci sta. Come ci sarebbe stata anche quella del Pergo in una sfida contraddistinta, soprattutto nella ripresa, da aggressività agonistica da una parte, difesa ad oltranza dall’altra, intervallata da alcune insidiose azioni di rimessa mal finalizzate.
Il Pergo era annunciato quasi in ginocchio. Così dichiarava la classifica che ne ha condizionato le ultime prestazioni. Non ha avuto tuttavia il fiato corto e quando Ferrari, al suo debutto in gialloblù, ha piazzato la rete del vantaggio, sembrava spirare un vento forte a gonfiare le vele della rinascita. Per la successiva mezz’ora della ripresa questa sensazione è rimasta immutata, sebbene aumentasse la pressione avversaria e aumentassero anche gli spioventi nella zona di Colombi. Fuochi di paglia, che procuravano pathos, ma non dolori. Cosa è mancato, quindi, per ottenere un risultato positivo? Qualcuno, adesso, sussurra: chi è mancato, piuttosto?

Rispetto alle indiscrezioni della vigilia, che favorivano uno schieramento con il consueto modulo, Bonazzi opta invece per un 5-3-2 che garantisce maggiore copertura difensiva, con il neo acquisto Pianu al centro insieme a Zaninelli e Trovò. A centrocampo, assente Guerci per infortunio, il tecnico si affida a Cazzola, Brambilla e Galli, mentre in avanti Tavares rimane in panchina, con Le Noci e Ferrari a formare il terminale offensivo della manovra.
Il campo si presenta in condizioni critiche: la temperatura rigida rende il terreno di gioco quasi impraticabile, mettendo a repentaglio l’incolumità dei giocatori. A fine gara, il questore di Varese esprimerà vigorosamente il suo dissenso per la disputa della partita che ha costretto i protagonisti ad un supplementare esercizio di equilibrismo. L’inizio gara è invece favorevole al Varese, che mette subito in chiaro le bellicose intenzioni. Al 1’ reclama un calcio di rigore: sul cross di Tripoli dalla fascia destra, Trovò respinge di testa, per poi cadere davanti alla porta. Sulla successiva conclusione di Aloe in mischia, è lo stesso difensore a ribattere da terra, con i biancorossi a protestare vanamente per una presunta deviazione con il braccio.
Anche il Pergo manifesta subito la propria dichiarazione d’intenti: difendersi e ripartire. Così Galli ci prova al 17’ a mettere in azione Le Noci, la cui conclusione è deviata in corner. Il Varese spinge, ma per il momento fa soltanto solletico. Cerca ancora di graffiare il Pergo al 29’: contropiede di Ferrari, fermato da Gentili, ultimo baluardo del fortino abbandonato, che blocca il pallone con le mani. Ammonizione, ma pericolo scampato. Un minuto dopo, è il turno di Brambilla a provare la conclusione dalla distanza, favorito dall’assist di Cazzola e dal velo di Galli: fuori misura.
Al 45’ arriva, nemmeno troppo a sorpresa, il vantaggio gialloblù, realizzato da Ferrari su invito di Le Noci. Il primo più scafato, più essenziale; il secondo più gironzolone e generoso. Ad avviare l’azione da manuale del contropiede è Cazzola, che lancia in profondità, sulla destra, il bomber cremasco. Le Noci raggiunge la zona di fondo campo e mette al centro un traversone perfetto per il tap-in del neo acquisto, che da due metri non ha difficoltà a raggelare la tifoseria locale.
Il Varese rientra dall’intervallo con una marcia in più, il Pergo con il freno a mano alzato. Nel Varese non c’è Ebagua. La sua assenza si vede, ma non si sentirà. A complicare la situazione gialloblù, si aggiunge invece il forfeit di Zaninelli, che lascia il campo per un risentimento muscolare. All’11’, sul corner di Buzzegoli con pallone piazzato all’altezza del primo palo, Dos Santos devia di testa, sfiorando montante e pareggio. Al 15’ lancio in profondità per Tripoli, anticipato dall’uscita bassa di Colombi. Il Varese si affida ai calci d’angolo per mettere in difficoltà la retroguardia ospite, come al 25’, quando una vigorosa spinta su Colombi uscito in presa alta non viene rilevata dal direttore di gara e la conclusione di Del Sante, in mischia e a porta sguarnita, è respinta dalla difesa del Pergo. E’ comunque il preludio al pareggio varesino, che giunge al 27’. Corti serve Dos Santos appostato centralmente davanti all'area, il quale con un potente destro da oltre venti metri azzecca l’angolino basso alla destra di Colombi, e fa esplodere l’Ossola. Adesso è il Varese a credere nella vittoria e accentua la spinta offensiva, mentre il Pergo si distende con due rapidi contropiedi che avrebbero meritato maggiore fortuna: al 32’ partono Le Noci, Ferrari e Galli, che hanno davanti un solo difensore. L’ultimo passaggio sulla sinistra per Galli è purtroppo impreciso. Un minuto dopo è Le Noci ad uccellare il diretto avversario e a proiettarsi da solo verso l’area di rigore locale, però è costretto a decentrarsi dal recupero dei difensori avversari, e l’azione sfuma.
Il finale è firmato comunque dal Varese. Al 42’ Armenise ci prova con un velenoso sinistro dal limite dell’area: Colombi d’istinto devia in calcio d’angolo con i piedi. Al 45’, come sette giorni fa, Di Bella commette un gesto incauto, atterrando Carrozza inseritosi in area, ma con le spalle rivolte alla porta. Azione apparerntemente innocua, che risulta fatale. Rigore ineccepibile, che l’esperto Buzzegoli trasforma per l’apoteosi varesina. E’ andata male, e poteva finire peggio, se Momentè, al 50’, non mandasse alle stelle da due passi il traversone di Tripoli.
E’ andata male, però poteva anche finire meglio. Alla vigilia era una partita segnata. Tutti avremmo sperato nel miracolo, ma nessuno avrebbe osato pretenderlo. Per un’ora il miracolo si stava materializzando, poi, come contro l’Alessandria, tutto è svanito nel quarto d’ora finale. Quando le cose vanno così male, probabilmente non è sempre solo sfortuna.

Campionato: Pergocrema - Alessandria 1-2

Ancora una sconfitta per il Pergo. Succede tutto nella ripresa: in vantaggio con Le Noci, è raggiunto e superato nei minuti di recupero dall'Alessandria, che beneficia di un calcio di rigore ingenuamente provocato da Di Bella.

Pergocrema - Alessandria 1-2
Reti: 19' st Le Noci, 31' st Cammaroto, 51' st rig. Artico.
Pergocrema: Colombi; Ghidotti, Di Bella, Zaninelli, Federici; Guerci (14’ st Gherardi), Cazzola, Galli; Le Noci, Tavares, Uliano (38’ st Florean). - All. Bonazzi e Scanziani. A disp: Brivio, Bonfanti, Bonometti, Tobanelli, Anastasi.
Alessandria: Servili; Ciancio, Briano (25’ st Damonte), Signorini (13’ st Cammaroto), Ghosheh; Mateos, Sottil, Buglio, Volpara (20’ st Rosso); Rodriguez, Artico. All. Buglio: A disp.: Cicutti, Motta, Pucino, Schettino.
Arbitro: Massimiliano De Benedictis di Bari. (Tronci di Firenze, Stefanelli di Empoli).
Note: pomeriggio nuvoloso, temperatura di 3°, terreno in imperfette condizioni. Spettatori 1068 per un incasso lordo, compresa quota abbonati, di € 4.970. Ammoniti Ghidotti, Zaninelli, Cazzola, Galli, le Noci, Artico, Volpara. Angoli 4 a 4. Recupero: 1’ + 7’.

CREMA. – Dalle stelle alle stalle. Dall’eminenza all’oscurità nel volgere di soli pochi minuti. C’è un grigio uniforme, nel cielo e in campo, transitando per i sentimenti avvilenti che suscita il finale di partita: angoscia, incredulità, impotenza. Adesso, mentre i piemontesi esultano, tira il vento delle critiche, della sfiducia e del disamore. Mettiamo ordine in un crogiuolo di calcio neppure troppo bruttino, con qualche piccola fiammata, in un’altalena di forti emozioni finali che ha seguito il mutare degli ultimi minuti di gioco. Dalla speranza al tormento, passando per il gol del solito Le Noci, sino allo svogliato fallo da rigore provocato da Di Bella. Il pareggio, di questi tempi, avrebbe avuto l’effetto di un tiepido brodino, ma non avrebbe fatto schifo. Però, per come si erano messe le cose e per come è arrivata la sconfitta, c’è davvero poca voglia di commentare. E c’è poco da dire anche sul mancato saluto finale alla curva da parte dei giocatori, giustificato senz’altro dal momento topico di arrabbiatura collettiva, ma forse anche per questo ancor più dovuto, giacché delusi lo si era un po’ tutti.
L’amarezza non arriva, questa volta, dal profondo dell’animo, bensì dal solo risultato. Perché a livello di squadra, non è mancato l’impegno e la prestazione non è da disprezzare. La squadra ha corso molto, ha fatto pressing, ma alla fine versa ancora la gabella all’ingenuità e ad errori individuali nelle circostanze determinanti: il pareggio (dal solito corner) e appunto nell’azione del calcio di rigore.
Nel giorno del suo compleanno, probabilmente il presidente si attendeva ben altro risultato per stappare lo spumante. E chissà se lo avrà ugualmente stappato nello spogliatoio, quantomeno per affogare nel seme di bacco la delusione, dopo l’illusione del temporaneo vantaggio. Se è di buona marca, nel bene o nel male c’è sempre un motivo per approfittarne...
La morbida formazione avversaria non si è dannata più di tanto. Un primo tempo trascorso in sala d’attesa, a guardare un avversario un po’ stordito dallo stress e dai soliti spettri che sempre aleggiano minacciosi quando le cose vanno male e si trasformano in peggio. Il peggio, per il Pergo, è arrivato al 50’, con quel fatale calcio di rigore che ha fatto crollare gli attributi come un castello di croccantino.
Il trittico si conclude quindi senza riserva di fieno, in attesa delle due sfide teoricamente impossibili di Varese e di Novara. Le tre partite disputate in otto giorni hanno permesso di raccogliere come bottino un solo punto: una media, più del freddo odierno, che francamente fa intirizzire.
Per almeno un’ora le due squadre hanno giocato per complicare la vita all’avversaria, facendo capire agli astanti che il pareggio sarebbe giusto. Poi, quando Beppe Le Noci ha rimpinguato il suo score, sentendosi forse come il figlio normale quando ammazzano il vitello grasso perché arriva quell’altro, un raggio di speranza si è aperto all’orizzonte, prima di scemare nel tragico epilogo. Se i drammi non fossero quelli veri, come il terremoto ad Haiti, adesso si dovrebbe definire drammatica la situazione gialloblù. La moderazione è consigliata e bisogna perciò usare aggettivi più coerenti ad una partita di calcio, che dispensa gioie e dolori e, in questa stagione in riva al Serio, concede soltanto frustrazioni.
Dopo il pareggio di mercoledì, maturato al termine di una prestazione accettabile che infondeva fiducia, il Pergo ha fatto un passo indietro. Però, ribadiamo, solo nel risultato, e non nella condotta di gara, discreta nella ripresa dopo un primo tempo così così, per merito soprattutto dell’Alessandria, che si è dimostrata squadra solida e matura, capace di far smarrire il filo del gioco al Pergocrema.
Con Bonazzi in tribuna per squalifica, con Brambilla a letto per l’influenza, il Pergo si presenta con Galli come unica variante rispetto al turno infrasettimanale. La Curva Sud si rinfocola di sostenitori per nulla condizionati dalla posizione di classifica. Il loro supporto si avverte, ma la squadra nella prima frazione di gioco non decolla. Come il gioco, che trova asilo politico a centrocampo. Al 33’ è l’Alessandria a mordere: una corta respinta della difesa gialloblù è raccolta al limite dell’area da Buglio, il cui diagonale costringe Colombi alla deviazione in angolo. La replica del Pergo è affidata al 44’ ai soliti piedini vellutati del bomber, che su punizione da circa venticinque metri, fa soltanto “bau” a Servili, che para in due tempi. Con i difensori ispirati più degli attaccanti, c’è poco spazio per le emozioni, rinviate alla ripresa.
Al 1’ splendido lancio di Guerci dalla destra a beneficio di Uliano, che addomestica la sfera al limite dell’area, vi entra e calcia a lato il diagonale. Risponde l’Alessandria al 4’ con Artico: conclusione in area a pelo d’erba che termina di poco sul fondo. Dieci minuti più tardi i cremaschi perdono Guerci, uno dei giocatori più positivi, che deve ammainare la bandiera per un presunto stiramento; al suo posto entra Gherardi. Al 19’ il “Voltini” esplode: Cazzola scippa un pallone a centrocampo, verticalizzando la manovra per Le Noci, il quale entra in area e, pur decentrato, batte Servili in uscita. Sembra svanire un incubo, ed invece è solo l’inizio dell’ennesimo pomeriggio maledetto.
Sopraffatto dall’ansia e dalla paura, il Pergo cede alla confusione e al 28’ trilla il primo campanello d’allarme dalle parti di Colombi: traversone di Ciancio dall’out destro a centro area, con Rosso che controlla bene, ma calcia male. Ci pensa allora Cammaroto (31’) a spiegare al compagno come si fanno i gol: corner di Rodriguez, difesa cremasca immobile, e colpo di testa indisturbato, con contorsione, sul primo palo appunto di Cammaroto, che firma il pareggio. Bisognerà ora spulciare le statistiche, per capire quanti reti da palle inattive il Pergo ha subito.
Il finale è pirotecnico. Al 42’ il Pergo ha l’occasione buona per tornare in vantaggio: sorpresa dalla velocità di esecuzione di un calcio di punizione, la difesa ospite è impreparata all’iniziativa in area di Florean, che appoggia verso Tavares, il quale a due metri dalla porta si fa ipnotizzare da Servili. Più che attribuire colpe all’attaccante portoghese, bisogna però rendere merito alla prodezza del portiere piemontese. Come dobbiamo riconoscere il merito a Zaninelli, che al 48’ evita il vantaggio ospite con un sontuoso salvataggio sulla linea di porta, dopo la conclusione di Artico. Poco gagliardo, invece, è l’intervento di Di Bella su Rodriguez al 51’: il cubano supera in velocità il centrale gialloblù, che lo spinge e provoca platealmente (ed inutilmente) il calcio di rigore, che Artico trasforma di giustezza. Scende il tramonto, sul Voltini. Cala il silenzio e la malinconia.

Campionato: Pergocrema - Pro Patria 1-1

Un Pergo part-time ottiene nel finale il pareggio contro la Pro Patria. Impalpabile il primo tempo, buona prova nella ripresa, nel corso della quale ha colpito una traversa e si è visto annullare due reti.

Pergocrema – Pro Patria 1-1
Reti: 31' st Melara, 42' st Le Noci.


Pergocrema: Colombi, Ghidotti, Zaninelli, Di Bella, Federici, Guerci (18' st Gherardi), Cazzola, Brambilla, (37' st Florean), Uliano (1' st Galli), Le Noci, Tavares. All. Bonazzi e Scanziani. A disp.: Brivio, Bonfanti, Tobanelli, Anastasi.
Pro Patria: Caglioni, Aquilanti, Rinaldi, Chiecchi, Barbagli, Baù (27' st Melara), Cristiano, Bruccini, Pacilli, (22' st Urbano), Serafini, Ripa (34' st Sarno). All. Cosco. A disp. Giambruno, Masiero, Marci, Polverini.
Arbitro: Irrati di Pistoia
Note: giornata piovosa, terreno allentato. Spettatori 1000 circa, di cui 207 paganti e 750 abbonati, per un incasso di euro 4808 (1429+quota abbonati di 2835). Espulso al 46’ st Bonazzi per proteste. Ammoniti: Guerci, Federici, Cristiano, Barbagli, Serafini, Baù. Angoli 2 a 1 per il Pergocrema. Recupero 1' + 4'.

CREMA. – E’ un pari che va di traverso. Anzi, di traversa. Vedere il Pergo, è una fitta al cuore. Ogni volta l’occasione è buona per uscire dal tunnel, e ogni volta sembra sempre l’inizio del tunnel. C’è l’immensa voglia, alla vigilia, di dare una scossa al torpore; c’è poi la paura che prevale il giorno della partita. Il primo tempo, lievissimo di pathos, è tutto qui, nel desiderio di non prenderle. Più che contro la Pro Patria, il Pergo dei primi 45’ gioca contro una maledizione, quella di esorcizzare innanzitutto le ombre di sé stesso. E’ scritta nelle ultime partite, questa paura, e la rileggeremo anche oggi. Si coglie questa sensazione guardando gli occhi, scrutando gli sguardi intimoriti di giocatori ormai increduli e quasi depressi. Eppure possiedono le qualità per superare il periodo agonizzante, quelle capacità che nella ripresa hanno espresso compiutamente mettendo alle corde, ma purtroppo non superandola, la Pro Patria. Non crediamo di andare controcorrente affermando che ai punti il Pergo avrebbe vinto. Di punti, purtroppo, ne rimane però uno solo per alimentare una classifica asfittica.
La formazione ospite, nel secondo tempo, ha sofferto l’incedere offensivo dei gialloblù; il popolo cannibale, invece, ha sofferto per le briciole rimaste alla fine, rimuginando su un pensiero banale: se la squadra avesse disputato anche la prima frazione di gioco con la stessa verve agonistica, qualcosa non sarebbe cambiato? Il Pergo, purtroppo, ha fatto bene quello che doveva fare soltanto a mezzo servizio, cioè nella ripresa, mentre in precedenza era rimasto in surplace ad attendere gli avversari. I quali non sembravano predisposti a stillare sudore, bensì, classifica permettendo, hanno manifestato di non disprezzare il pareggio.
Due gol annullati per fuorigioco (persiste un forte dubbio sul primo di Tavares, corretta la segnalazione di irregolarità su quello di Le Noci), qualche occasione qua e là, prima di subire il vantaggio ospite. Questa volta, quantomeno, i cremaschi non si sono avviliti. Ritrovando l’orgoglio, hanno infatti reagito con rabbia, ottenendo il pareggio ma sorseggiando comunque un brodino.
E’ stata quindi una gara dai due volti. Nel primo tempo, gestito dai bustocchi, non è successo praticamente nulla, sicché è stata offerta al pubblico pagante e scontento, una prestazione rabbrividente. Demerito, nella fattispecie, dei locali più che degli ospiti. Fortunatamente il canovaccio non è stato replicato nella ripresa, con la formazione cremasca più motivata e apprezzata.
Pioviggina sul Voltini, e sino a pochi minuti dalla fine, erano soprattutto lacrime amare. Il manto erboso è allentato e non consiglia raffinatezze balistiche. Il Pergo si presenta con la novità del modulo 4-1-3-2, ma i critici sosterranno poi che le cose migliori si sono viste ritornando al 4-3-3. Procediamo con ordine. Florean è appunto sacrificato all’altare modulare: fuori lui, dentro Brambilla. Poi, per il resto, tutto è come a Foligno. Meno la condotta di gara gialloblù. In Umbria, per circa un’ora, il Pergo aveva sbattuto le ali; oggi, per tutto il primo tempo è come una chioccia accovacciata sulle proprie paure. E non osa. Osa invece la Pro Patria al 29’: Pacilli pesca in area Ripa, fermato da un provvidenziale recupero di Ghidotti. L’unica annotazione sul fronte opposto è fornita da uno scambio tra Le Noci e Guerci, con conclusione di quest’ultimo dal limite dell’area abbondantemente sopra la traversa. Tutto qui, prima della bibita calda dell’intervallo.
Nella ripresa la sinfonia è più coinvolgente. Non è un inno alla gioia, ma neppure note dimesse. Il ritmo si alza e sembra il tripudio all’11’, quando Tavares, sul cross di Brambilla dalla fascia destra, sbuca davanti alla porta ospite ed uccella Caglioni con un colpo, di testa, che aveva confessato non essere la dote principale del suo repertorio. Il portoghese dalla gioia si spoglia la maglia, ma l’arbitro annulla su segnalazione dell’assistente per offside. Rivista in televisione, rimangono molte perplessità sulla correttezza dell’indicazione del guardalinee.
Potrebbe ripetersi, Tavares, al 21’: sempre dal corridoio destro, ottimo cross di Cazzola a centro area, e questa volta l’attaccante di casa, in scivolata ed in posizione regolare, arriva con leggero ritardo. La palla giunge sui piedi di Le Noci, che da posizione decentrata la indirizza sul fondo. Due minuti dopo tremano nuovamente i bustocchi, mentre smoccolano i cremaschi. La lancetta del cronometro segna il 23' quando Galli ruba palla a Cristiano e lancia in profondità Gherardi, il quale si accentra e dal limite dell'area, con un siluro imprendibile per Caglioni, colpisce in pieno la traversa

La Pro Patria è assediata, ma non si scompone. Al 29’ è Di Bella a raccogliere in area uno spiovente su punizione, ma la sua girata termina di poco a lato. La Pro Patria non si spezza, ed a sorpresa passa in vantaggio nell’unica azione offensiva della ripresa. L’iniziativa è promossa da Urbano, che evita dapprima Ghidotti e poi Zaninelli, quindi perfeziona l’assist a pelo d’erba per Melara, che si libera di Federici e ammutolisce il Voltini.
Gli spettri del recente passato aleggiano ora minacciosi. C’è poco tempo per recuperare e, soprattutto, ci sarà la forza per reagire? Nell’attesa di sciogliere il dubbio, i bustocchi provano a mettere ko le residue energie cremasche con Serafini, che al 39’ lancia in contropiede Urbano: il diagonale dell’argentino non è fortunatamente dei migliori. Al 42’ il Pergo ottiene il meritato pareggio: Tavares approfitta di un errato disimpegno di Rinaldi, gli scippa il pallone ed entra in area, per poi servire l’assist a Le Noci, appostato in perfetta solitudine davanti alla porta ospite. Si sospira, e ci sarebbe anche l’occasione per esaltarsi. Al 45’ bomber Le Noci, pochi passi dentro l’area, calcia a rete sul primo palo, costringendo Caglioni alla deviazione. Sulla respinta ci prova Galli, ma è ancora Caglioni a neutralizzare, senza trattenere la sfera, che giunge sui piedi di Le Noci: la rete si gonfia, come il cuore del popolo cremasco. Poi la doccia fredda: gol annullato per fuorigioco. Si alzano le proteste del pubblico e anche quelle di Bonazzi, che viene allontanato dal campo. Dal giubilo alla delusione è un attimo, mentre beffarda e fatale sventola la bandierina a segnalare la posizione irregolare dell’attaccante gialloblù.

Campionato: Foligno - Pergocrema 2-0

Per circa un'ora il Pergocrema offre una buona prestazione contro i falchetti umbri, sfiorando in tre occasioni il vantaggio. Il gol di Virdis spegne ogni illusione. Mercoledì al Voltini si recupera contro la Pro Patria.

Foligno – Pergocrema 2-0
Reti: 22’ st Virdis, 40’ st Turchi.
Foligno: Tomassini, Gregori, Rossi, Borgese, Pencelli, Guastalvini, Calderini (17’ st Turchi), Castellazzi, Virdis (39’ st Giacomelli), Cavagna (33’ st Furiani), Sciaudone. All. Fusi. A disp.: Rossini, Lispi, Nori, Fedeli.
Pergocrema: Colombi, Ghidotti, Federici (34’ st Brambilla), Cazzola, Zaninelli, Di Bella, Florean (17’ st Gherardi), Guerci (30’ st Galli), Tavares, Le Noci, Uliano. All. Bonazzi e Scanziani. A disp.: Brivio, Bonfanti, Trovò, Anastasi.
Arbitro: Albertini di Ascoli Piceno (Fortarezza di Foggia e Soragnese di Foggia).
Note: : cielo coperto, terreno in buone condizioni. Spettatori 1250 circa, di cui 526 paganti e 691 abbonati, per un incasso di euro 8548 (5352+3196). Ammoniti Sciaudone e Pencelli. Angoli 7 a 4 per il Pergo. Recuperi 1', 4'

FOLIGNO. – Doveva essere una favola, è invece sempre più un incubo. E’ il campionato del Pergo, tutto da soffrire. A Sorrento aveva dato un colpetto alla classifica, oggi ha ricevuto l’ennesimo colpo che stordisce. Dicono che il male sia là, davanti, perché nessuno la butta dentro. A Foligno ha esordito Tavares. Un gran bravo ragazzo, arrivato in riva al Serio soltanto mercoledì. Troppi pochi giorni a disposizione per assimilare schemi e poter mostrare di che pasta sia fatto. La società confida sulle sue qualità demiurgiche per curare l’olfatto del gol che, bomber Le Noci a parte, rimane il male principale da sanare. L’antidoto (Tavares, appunto) è appena stato somministrato e attendiamo con immutata fiducia gli effetti.
Qualcosa, rispetto al recente passato, si è mosso, seppure non la classifica. Ad esempio, c’è stata partita e non c’è stata, nel senso che il Pergo per almeno un’ora l’ha interpretata non come passero timoroso di volare, bensì come un falco famelico contro i falchetti folignati. Quando c’era da difendersi si è difeso; appena capito che poteva attaccare, ha attaccato, mettendo il naso fuori dalla propria metà campo, con la sensazione della libera uscita. Tuttavia non è riuscito a stendere l’avversario, sfiorando il gol con Zaninelli, Guerci e Tavares.
A quel punto, quasi fosse avvilito, non ha più insistito, camminando sull’orlo del buio insidioso, restando al di qua del sogno. E adesso, che si fa? Si continua a sognare, perché quantomeno a Foligno, rispetto alle ultime quattro-cinque prestazioni, il Pergo ha fornito vitali segnali di aver cambiato rotta, tant’è che in alcune circostanze della partita si è ritornati ad imprecare contro la iattura. Un alibi al quale, anche solo un mese fa, sarebbe stato imbarazzante ricorrere. Qualcosa, insomma, si è mosso, rispetto all’inerzia e all’apatia avvertita prima della sosta invernale. Forse la coscienza, l’attaccamento ai colori, o forse semplicemente quel maggiore impegno invocato dai cannibali, presenti anche oggi in terra umbra per sostenere la squadra che, ad eccezione del risultato, li ha comunque ripagati con una prestazione dignitosa.
Paradossalmente, però, il Pergo odierno con una mano incoraggia la speranza, con l’altra abbatte le illusioni. E’ stato come una luce nel buio, quasi non conoscesse i suoi limiti. Ha svolazzato con impeto per un’ora, prima di bruciarsi le ali. E cade giù, a terra, ma deve assolutamente rialzarsi, non strisciare, perché le potenzialità ci sono tutte e qualcosa dovrà pur cambiare.
Svolazza qualche nuvola su Foligno quando le due squadre entrano in campo. Dopo giorni di pioggia insistente, Giove Pluvio si concede una pausa. Bonazzi e Scanziani, come da programma, propongono sin dall’inizio il neo acquisto Tavares al centro dell’attacco, con Florean e Le Noci a sostegno lungo le fasce. A centrocampo Guerci e Uliano spalleggiano Cazzola, mentre al centro della difesa, al fianco di Zaninelli rientra Di Bella.
Il primo acuto è dei padroni di casa: al 5’ Virdis insidia Colombi, che ci mette una pezza, e poco dopo sono ancora i falchetti a creare qualche difficoltà nell’area cremasca: sul cross di Borgese è provvidenziale l’intervento di Federici, che sbroglia la situazione spedendo il pallone in corner.
Il primo tempo è tuttavia del Pergo, che ... perviene e firma la presenza. Prima ci prova con uno scambio tra Le Noci e Tavares (8’), che non trova però la quadratura del cerchio, mentre al 10’, su cross di Le Noci, Zaninelli è puntuale a raccogliere, in piena area di rigore, l’invito del compagno ed a costringere Tomassini ad una prodezza. La respinta è raccolta da Guerci, ben posizionato in area: a posteriori, il prode trigolese, rimugina per il gol fallito.
Il match prosegue un po’ a singhiozzo, vivacizzato da improvvise ripartenze che procurano potenziali situazioni favorevoli da una parte e dall’altra. Non è una didattica esposizione tattica, però la gara è piacevole, con il Pergo propositivo e spigliato nella manovra. Al 30’ Le Noci prova a rimpinguare il suo bottino personale, ma il tiro volante dal limite dell’area termina debole tra le braccia di Tomassini. Qualche minuto più tardi (38’) Di Bella abbandona le retrovie per approfittare dell’ennesimo corner a favore dei gialloblù: anticipato di un soffio dalla difesa locale al momento della deviazione di testa. Al 43’ Le Noci è invece fermato da una dubbia segnalazione di offside, mentre stava approfittando di un errato disimpegno dei folignati verso Tomassini. Altra occasione da gol per i cremaschi allo scadere del primo tempo: cross dalla destra di Ghidotti, con Florean che esplode al volo una conclusione destinata in porta, ma sulla quale si sacrifica Pencelli, deviando il siluro sopra la traversa.
E’ un Pergo rassicurante quello del primo tempo; lo è altrettanto quello che si propone all’inizio di ripresa. Al 3’ Guerci sguscia in progressione lungo il corridoio sinistro e mette a centro area un raffinato assist per Tavares, che giunge in ritardo all’appuntamento con il tap-in. Peccato! Imprecano però a ragione anche gli umbri al 5’, quando Guastalvino, al limite dell’area piccola ed in posizione centrale, sbaglia le coordinate ed il suo tiro al volo impegna soltanto i raccattapalle.
Si fa perdonare, Guastalvino, al 9’, intervenendo in extremis su Tavares lanciato a rete: pallone in calcio d’angolo, non sfruttato con perizia dal Pergo.
Per un’ora la formazione gialloblù è piaciuta. Ha giocato bene, ha tenuto il campo con fierezza. Poi la spinta offensiva si è affievolita. Adesso è il Foligno a difendersi, attaccando, e al 22’ raccoglie i frutti beneficiando di un fallo ai danni di Guerci (“netto”, sostiene il giocatore), non rilevato dal direttore di gara. Dal corner per i padroni di casa, tuttavia, in area di rigore qualche mancanza di reattività da parte dei gialloblù si avverte, e Virdis ringrazia. Improvvisamente cala la notte sul “Blasone”, perché il Pergo registra il colpo e affiora l’ennesimo sconforto. La reazione è timida, impalpabile. Al 35’, su cross di Gherardi, Le Noci prova la deviazione di testa da una distanza che non provoca brividi a Tomassini. Al 40’ Turchi, con un pallonetto, supera Colombi e spegne le residue chances. Un Pergo apparso rigenerato ammaina nuovamente la bandiera. Decisivi saranno dunque i due turni casalinghi, mercoledì contro la Pro Patria e domenica prossima contro l’Alessandria, per riaccendere la fiammella del desiderio. Dobbiamo avere fiducia, dobbiamo rimanere vicini alla squadra.

sabato 16 gennaio 2010

Morti in carcere, la marcia dei genitori


LIVORNO

Morti in carcere, la marcia dei genitori
"Verità sui nostri figli uccisi dallo Stato"



Un migliaio di persone hanno manifestato a Livorno per chiedere verità e giustizia per "i troppi giovani uccisi per mano dello Stato". C'erano i genitori di ragazzi deceduti in carcere, ma anche di giovani morti fuori dalle celle, in circostanze da chiarire, la cui tragica fine viene a vario titolo imputata da parte dei familiari a carico di uomini dello Stato. A promuoverla Maria Ciuffi, madre di Marcello Lonzi, morto alle Sughere nel 2003
Un migliaio di persone hanno manifestato a Livorno per chiedere verità e giustizia per "i troppi giovani uccisi per mano dello Stato" siano essi - hanno spiegato i promotori - morti in carcere, strutture psichiatriche o in scontri con le forze dell'ordine.



La manifestazione, la prima in Italia di questo genere, organizzata da Maria Ciuffi madre di Marcello Lonzi, il detenuto livornese morto in cella alle Sughere nel 2003, si è svolta senza disordini e il corteo ha percorso le principali vie del centro guardato a vista da un imponente servizio di sicurezza predisposto dalla questura livornese. Presenti i genitori delle cosiddette "vittime dello Stato", persone decedute in carcere, ma anche ragazzi morti fuori dalle celle, in circostanze da chiarire, la cui tragica fine viene a vario titolo imputata da parte dei familiari a carico di uomini in divisa.

Hanno aderito anche i familiari di Stefano Cucchi, il giovane romano morto per un presunto pestaggio subito dalle forze dell'ordine. Presente anche Heidi Giuliani, madre di Carlo il giovane morto nel 2001 durante gli scontri di piazza per il G8 di Genova, mentre Rita Cucchi - la madre di Stefano - che non è potuta essere personalmente presente, ha inviato una lettera letta dagli organizzatori prima dell'inizio del corteo: "Dobbiamo continuare a lottare - si legge nel suo messaggio - per ridare dignità alla morte dei nostri figli e per continuare a chiedere verità e giustizia a quelle istituzioni nelle quali abbiamo ancora fiducia non solo come madri, ma come cittadine italiane".

La manifestazione è stata esplicitamente voluta dai promotori senza insegne e bandiere di partito, senza alcuna tensione e solo con qualche slogan contro la polizia e alcune scritte contro le forze dell'ordine vergate sui muri con bombolette spray che sono state già cancellate. Alcuni negozi del centro hanno tenuto abbassate le saracinesche per timore di incidenti.


http://isole.ecn.org/ponte/documenti/omicidi_distato.php

Campionato: Pergocrema - Pro Patria 1-1

Un Pergo part-time ottiene nel finale il pareggio contro la Pro Patria. Impalpabile il primo tempo, buona prova nella ripresa, nel corso della quale ha colpito una traversa e si è visto annullare due reti.



Pergocrema – Pro Patria 1-1
Reti: 31' st Melara, 42' st Le Noci.
Pergocrema: Colombi, Ghidotti, Zaninelli, Di Bella, Federici, Guerci (18' st Gherardi), Cazzola, Brambilla, (37' st Florean), Uliano (1' st Galli), Le Noci, Tavares. All. Bonazzi e Scanziani. A disp.: Brivio, Bonfanti, Tobanelli, Anastasi.
Pro Patria: Caglioni, Aquilanti, Rinaldi, Chiecchi, Barbagli, Baù (27' st Melara), Cristiano, Bruccini, Pacilli, (22' st Urbano), Serafini, Ripa (34' st Sarno). All. Cosco. A disp. Giambruno, Masiero, Marci, Polverini.
Arbitro: Irrati di Pistoia
Note: giornata piovosa, terreno allentato. Spettatori 1000 circa, di cui 207 paganti e 750 abbonati, per un incasso di euro 4808 (1429+quota abbonati di 2835). Espulso al 46’ st Bonazzi per proteste. Ammoniti: Guerci, Federici, Cristiano, Barbagli, Serafini, Baù. Angoli 2 a 1 per il Pergocrema. Recupero 1' + 4'.

CREMA. – E’ un pari che va di traverso. Anzi, di traversa. Vedere il Pergo, è una fitta al cuore. Ogni volta l’occasione è buona per uscire dal tunnel, e ogni volta sembra sempre l’inizio del tunnel. C’è l’immensa voglia, alla vigilia, di dare una scossa al torpore; c’è poi la paura che prevale il giorno della partita. Il primo tempo, lievissimo di pathos, è tutto qui, nel desiderio di non prenderle. Più che contro la Pro Patria, il Pergo dei primi 45’ gioca contro una maledizione, quella di esorcizzare innanzitutto le ombre di sé stesso. E’ scritta nelle ultime partite, questa paura, e la rileggeremo anche oggi. Si coglie questa sensazione guardando gli occhi, scrutando gli sguardi intimoriti di giocatori ormai increduli e quasi depressi. Eppure possiedono le qualità per superare il periodo agonizzante, quelle capacità che nella ripresa hanno espresso compiutamente mettendo alle corde, ma purtroppo non superandola, la Pro Patria. Non crediamo di andare controcorrente affermando che ai punti il Pergo avrebbe vinto. Di punti, purtroppo, ne rimane però uno solo per alimentare una classifica asfittica.
La formazione ospite, nel secondo tempo, ha sofferto l’incedere offensivo dei gialloblù; il popolo cannibale, invece, ha sofferto per le briciole rimaste alla fine, rimuginando su un pensiero banale: se la squadra avesse disputato anche la prima frazione di gioco con la stessa verve agonistica, qualcosa non sarebbe cambiato? Il Pergo, purtroppo, ha fatto bene quello che doveva fare soltanto a mezzo servizio, cioè nella ripresa, mentre in precedenza era rimasto in surplace ad attendere gli avversari. I quali non sembravano predisposti a stillare sudore, bensì, classifica permettendo, hanno manifestato di non disprezzare il pareggio.
Due gol annullati per fuorigioco (persiste un forte dubbio sul primo di Tavares, corretta la segnalazione di irregolarità su quello di Le Noci), qualche occasione qua e là, prima di subire il vantaggio ospite. Questa volta, quantomeno, i cremaschi non si sono avviliti. Ritrovando l’orgoglio, hanno infatti reagito con rabbia, ottenendo il pareggio ma sorseggiando comunque un brodino.
E’ stata quindi una gara dai due volti. Nel primo tempo, gestito dai bustocchi, non è successo praticamente nulla, sicché è stata offerta al pubblico pagante e scontento, una prestazione rabbrividente. Demerito, nella fattispecie, dei locali più che degli ospiti. Fortunatamente il canovaccio non è stato replicato nella ripresa, con la formazione cremasca più motivata e apprezzata.
Pioviggina sul Voltini, e sino a pochi minuti dalla fine, erano soprattutto lacrime amare. Il manto erboso è allentato e non consiglia raffinatezze balistiche. Il Pergo si presenta con la novità del modulo 4-1-3-2, ma i critici sosterranno poi che le cose migliori si sono viste ritornando al 4-3-3. Procediamo con ordine. Florean è appunto sacrificato all’altare modulare: fuori lui, dentro Brambilla. Poi, per il resto, tutto è come a Foligno. Meno la condotta di gara gialloblù. In Umbria, per circa un’ora, il Pergo aveva sbattuto le ali; oggi, per tutto il primo tempo è come una chioccia accovacciata sulle proprie paure. E non osa. Osa invece la Pro Patria al 29’: Pacilli pesca in area Ripa, fermato da un provvidenziale recupero di Ghidotti. L’unica annotazione sul fronte opposto è fornita da uno scambio tra Le Noci e Guerci, con conclusione di quest’ultimo dal limite dell’area abbondantemente sopra la traversa. Tutto qui, prima della bibita calda dell’intervallo.
Nella ripresa la sinfonia è più coinvolgente. Non è un inno alla gioia, ma neppure note dimesse. Il ritmo si alza e sembra il tripudio all’11’, quando Tavares, sul cross di Brambilla dalla fascia destra, sbuca davanti alla porta ospite ed uccella Caglioni con un colpo, di testa, che aveva confessato non essere la dote principale del suo repertorio. Il portoghese dalla gioia si spoglia la maglia, ma l’arbitro annulla su segnalazione dell’assistente per offside. Rivista in televisione, rimangono molte perplessità sulla correttezza dell’indicazione del guardalinee.
Potrebbe ripetersi, Tavares, al 21’: sempre dal corridoio destro, ottimo cross di Cazzola a centro area, e questa volta l’attaccante di casa, in scivolata ed in posizione regolare, arriva con leggero ritardo. La palla giunge sui piedi di Le Noci, che da posizione decentrata la indirizza sul fondo. Due minuti dopo tremano nuovamente i bustocchi, mentre smoccolano i cremaschi. La lancetta del cronometro segna il 23' quando Galli ruba palla a Cristiano e lancia in profondità Gherardi, il quale si accentra e dal limite dell'area, con un siluro imprendibile per Caglioni, colpisce in pieno la traversa

La Pro Patria è assediata, ma non si scompone. Al 29’ è Di Bella a raccogliere in area uno spiovente su punizione, ma la sua girata termina di poco a lato. La Pro Patria non si spezza, ed a sorpresa passa in vantaggio nell’unica azione offensiva della ripresa. L’iniziativa è promossa da Urbano, che evita dapprima Ghidotti e poi Zaninelli, quindi perfeziona l’assist a pelo d’erba per Melara, che si libera di Federici e ammutolisce il Voltini.
Gli spettri del recente passato aleggiano ora minacciosi. C’è poco tempo per recuperare e, soprattutto, ci sarà la forza per reagire? Nell’attesa di sciogliere il dubbio, i bustocchi provano a mettere ko le residue energie cremasche con Serafini, che al 39’ lancia in contropiede Urbano: il diagonale dell’argentino non è fortunatamente dei migliori. Al 42’ il Pergo ottiene il meritato pareggio: Tavares approfitta di un errato disimpegno di Rinaldi, gli scippa il pallone ed entra in area, per poi servire l’assist a Le Noci, appostato in perfetta solitudine davanti alla porta ospite. Si sospira, e ci sarebbe anche l’occasione per esaltarsi. Al 45’ bomber Le Noci, pochi passi dentro l’area, calcia a rete sul primo palo, costringendo Caglioni alla deviazione. Sulla respinta ci prova Galli, ma è ancora Caglioni a neutralizzare, senza trattenere la sfera, che giunge sui piedi di Le Noci: la rete si gonfia, come il cuore del popolo cremasco. Poi la doccia fredda: gol annullato per fuorigioco. Si alzano le proteste del pubblico e anche quelle di Bonazzi, che viene allontanato dal campo. Dal giubilo alla delusione è un attimo, mentre beffarda e fatale sventola la bandierina a segnalare la posizione irregolare dell’attaccante gialloblù.

Campionato: Foligno - Pergocrema 2-0

Per circa un'ora il Pergocrema offre una buona prestazione contro i falchetti umbri, sfiorando in tre occasioni il vantaggio. Il gol di Virdis spegne ogni illusione. Mercoledì al Voltini si recupera contro la Pro Patria.

Foligno – Pergocrema 2-0
Reti: 22’ st Virdis, 40’ st Turchi.
Foligno: Tomassini, Gregori, Rossi, Borgese, Pencelli, Guastalvini, Calderini (17’ st Turchi), Castellazzi, Virdis (39’ st Giacomelli), Cavagna (33’ st Furiani), Sciaudone. All. Fusi. A disp.: Rossini, Lispi, Nori, Fedeli.
Pergocrema: Colombi, Ghidotti, Federici (34’ st Brambilla), Cazzola, Zaninelli, Di Bella, Florean (17’ st Gherardi), Guerci (30’ st Galli), Tavares, Le Noci, Uliano. All. Bonazzi e Scanziani. A disp.: Brivio, Bonfanti, Trovò, Anastasi.
Arbitro: Albertini di Ascoli Piceno (Fortarezza di Foggia e Soragnese di Foggia).
Note: : cielo coperto, terreno in buone condizioni. Spettatori 1250 circa, di cui 526 paganti e 691 abbonati, per un incasso di euro 8548 (5352+3196). Ammoniti Sciaudone e Pencelli. Angoli 7 a 4 per il Pergo. Recuperi 1', 4'

FOLIGNO. – Doveva essere una favola, è invece sempre più un incubo. E’ il campionato del Pergo, tutto da soffrire. A Sorrento aveva dato un colpetto alla classifica, oggi ha ricevuto l’ennesimo colpo che stordisce. Dicono che il male sia là, davanti, perché nessuno la butta dentro. A Foligno ha esordito Tavares. Un gran bravo ragazzo, arrivato in riva al Serio soltanto mercoledì. Troppi pochi giorni a disposizione per assimilare schemi e poter mostrare di che pasta sia fatto. La società confida sulle sue qualità demiurgiche per curare l’olfatto del gol che, bomber Le Noci a parte, rimane il male principale da sanare. L’antidoto (Tavares, appunto) è appena stato somministrato e attendiamo con immutata fiducia gli effetti.
Qualcosa, rispetto al recente passato, si è mosso, seppure non la classifica. Ad esempio, c’è stata partita e non c’è stata, nel senso che il Pergo per almeno un’ora l’ha interpretata non come passero timoroso di volare, bensì come un falco famelico contro i falchetti folignati. Quando c’era da difendersi si è difeso; appena capito che poteva attaccare, ha attaccato, mettendo il naso fuori dalla propria metà campo, con la sensazione della libera uscita. Tuttavia non è riuscito a stendere l’avversario, sfiorando il gol con Zaninelli, Guerci e Tavares.
A quel punto, quasi fosse avvilito, non ha più insistito, camminando sull’orlo del buio insidioso, restando al di qua del sogno. E adesso, che si fa? Si continua a sognare, perché quantomeno a Foligno, rispetto alle ultime quattro-cinque prestazioni, il Pergo ha fornito vitali segnali di aver cambiato rotta, tant’è che in alcune circostanze della partita si è ritornati ad imprecare contro la iattura. Un alibi al quale, anche solo un mese fa, sarebbe stato imbarazzante ricorrere. Qualcosa, insomma, si è mosso, rispetto all’inerzia e all’apatia avvertita prima della sosta invernale. Forse la coscienza, l’attaccamento ai colori, o forse semplicemente quel maggiore impegno invocato dai cannibali, presenti anche oggi in terra umbra per sostenere la squadra che, ad eccezione del risultato, li ha comunque ripagati con una prestazione dignitosa.
Paradossalmente, però, il Pergo odierno con una mano incoraggia la speranza, con l’altra abbatte le illusioni. E’ stato come una luce nel buio, quasi non conoscesse i suoi limiti. Ha svolazzato con impeto per un’ora, prima di bruciarsi le ali. E cade giù, a terra, ma deve assolutamente rialzarsi, non strisciare, perché le potenzialità ci sono tutte e qualcosa dovrà pur cambiare.
Svolazza qualche nuvola su Foligno quando le due squadre entrano in campo. Dopo giorni di pioggia insistente, Giove Pluvio si concede una pausa. Bonazzi e Scanziani, come da programma, propongono sin dall’inizio il neo acquisto Tavares al centro dell’attacco, con Florean e Le Noci a sostegno lungo le fasce. A centrocampo Guerci e Uliano spalleggiano Cazzola, mentre al centro della difesa, al fianco di Zaninelli rientra Di Bella.
Il primo acuto è dei padroni di casa: al 5’ Virdis insidia Colombi, che ci mette una pezza, e poco dopo sono ancora i falchetti a creare qualche difficoltà nell’area cremasca: sul cross di Borgese è provvidenziale l’intervento di Federici, che sbroglia la situazione spedendo il pallone in corner.
Il primo tempo è tuttavia del Pergo, che ... perviene e firma la presenza. Prima ci prova con uno scambio tra Le Noci e Tavares (8’), che non trova però la quadratura del cerchio, mentre al 10’, su cross di Le Noci, Zaninelli è puntuale a raccogliere, in piena area di rigore, l’invito del compagno ed a costringere Tomassini ad una prodezza. La respinta è raccolta da Guerci, ben posizionato in area: a posteriori, il prode trigolese, rimugina per il gol fallito.
Il match prosegue un po’ a singhiozzo, vivacizzato da improvvise ripartenze che procurano potenziali situazioni favorevoli da una parte e dall’altra. Non è una didattica esposizione tattica, però la gara è piacevole, con il Pergo propositivo e spigliato nella manovra. Al 30’ Le Noci prova a rimpinguare il suo bottino personale, ma il tiro volante dal limite dell’area termina debole tra le braccia di Tomassini. Qualche minuto più tardi (38’) Di Bella abbandona le retrovie per approfittare dell’ennesimo corner a favore dei gialloblù: anticipato di un soffio dalla difesa locale al momento della deviazione di testa. Al 43’ Le Noci è invece fermato da una dubbia segnalazione di offside, mentre stava approfittando di un errato disimpegno dei folignati verso Tomassini. Altra occasione da gol per i cremaschi allo scadere del primo tempo: cross dalla destra di Ghidotti, con Florean che esplode al volo una conclusione destinata in porta, ma sulla quale si sacrifica Pencelli, deviando il siluro sopra la traversa.
E’ un Pergo rassicurante quello del primo tempo; lo è altrettanto quello che si propone all’inizio di ripresa. Al 3’ Guerci sguscia in progressione lungo il corridoio sinistro e mette a centro area un raffinato assist per Tavares, che giunge in ritardo all’appuntamento con il tap-in. Peccato! Imprecano però a ragione anche gli umbri al 5’, quando Guastalvino, al limite dell’area piccola ed in posizione centrale, sbaglia le coordinate ed il suo tiro al volo impegna soltanto i raccattapalle.
Si fa perdonare, Guastalvino, al 9’, intervenendo in extremis su Tavares lanciato a rete: pallone in calcio d’angolo, non sfruttato con perizia dal Pergo.
Per un’ora la formazione gialloblù è piaciuta. Ha giocato bene, ha tenuto il campo con fierezza. Poi la spinta offensiva si è affievolita. Adesso è il Foligno a difendersi, attaccando, e al 22’ raccoglie i frutti beneficiando di un fallo ai danni di Guerci (“netto”, sostiene il giocatore), non rilevato dal direttore di gara. Dal corner per i padroni di casa, tuttavia, in area di rigore qualche mancanza di reattività da parte dei gialloblù si avverte, e Virdis ringrazia. Improvvisamente cala la notte sul “Blasone”, perché il Pergo registra il colpo e affiora l’ennesimo sconforto. La reazione è timida, impalpabile. Al 35’, su cross di Gherardi, Le Noci prova la deviazione di testa da una distanza che non provoca brividi a Tomassini. Al 40’ Turchi, con un pallonetto, supera Colombi e spegne le residue chances. Un Pergo apparso rigenerato ammaina nuovamente la bandiera. Decisivi saranno dunque i due turni casalinghi, mercoledì contro la Pro Patria e domenica prossima contro l’Alessandria, per riaccendere la fiammella del desiderio. Dobbiamo avere fiducia, dobbiamo rimanere vicini alla squadra.