martedì 30 marzo 2010

LUIGI BERGAMELLI



Sentite condoglianze al presidente Stefano e alla famiglia tutta !



Non piangete la sua assenza, sentitevi vicino e parlategli ancora. Vi amerà dal cielo come vi ha amati sulla terra.

lunedì 22 marzo 2010

CREMONESE MERDAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!


Campionato: Pergocrema - Arezzo 3-4

Il Pergo sfiora l'impresa: in svantaggio dapprima per 2-0 e poi per 3-1, in superiorità numerica raggiunge il pareggio con Gherardi, ma è castigato ad un quarto d'ora dal termine.Di Le Noci (rigore) e Ferrari le altre due reti cremasche.

Pergocrema – Arezzo 3-4
Reti: 13’ pt Chianese, 24’ pt Erpen, 13’ st Le Noci (rigore), 20’ st Fofana, 22’ st Ferrari, 28’ st Gherardi, 30’ st Figliomeni.
Pergocrema: Rossi Chauvenet, Lolaico, Federici, Cazzola (31’ st Galli), Pianu, Ghidotti, Romano (1’ st Florean), Uliano, Ferrari, Le Noci, Tavares (18’ st Gherardi). All. Rastelli. A disp.: Colombi, Trovò, Som, Bonfanti.
Arezzo: Mazzoni, Laverone, Sereni, Miglietta, Terra, Cannarsa, Erpen, Togni, Chianese (31’ st Rizza), Croce (18’ st Figliomeni), Maniero (1’ st Fofana). All. Galderisi. A disp.: Giusti, Ferreira, Essabr.
Arbitro: Carbone di Napoli (Deriù di Trento, Posado di Bari).
Note: Pomeriggio nuvoloso, temperatura 12°, terreno non in perfette condizioni. Spettatori: 1149 di cui 399 paganti e 750 abbonati, per un incasso lordo di € 6.611. Espulso, per doppia ammonizione, Laverone al 13’ st. Ammoniti: Cazzola, Miglietta, Croce. Angoli 3 a 3. Recupero: 2’ + 5’.

CREMA. – Per punizione, Carbone! Con quella odierna, l’arbitro di Napoli cala il tris a favore dell’Arezzo: terza partita diretta, e terzo successo granata. E’, ovviamente, una semplice annotazione statistica, e non un indizio, anche perché, a memoria, quest'anno non ricordiamo d'esserci appellati ad ingiustizie arbitrali per argomentare le sconfitte gialloblù. Gli indizi, piuttosto, arrivano dal campo: al 6’, sul risultato di parità, sorvola incredibilmente su una spinta in area ai danni di Ferrari, lanciato verso la porta toscana. Al 30’ della ripresa, inverte clamorosamente una punizione che doveva essere a favore dei gialloblù, dalla quale scaturisce la definitiva rete del successo ospite.
“A pensar male si fa peccato, ma molte volte ci si azzecca”, ammoniva il buon Andreotti. Vien da pensare male, in questi giorni, come se il Pergo avesse qualcosa da espiare. Venerdì, ad esempio, la Corte di Giustizia Federale ha respinto il ricorso per la sanzione di 10.000 euro comminata per cori ingiuriosi verso le istituzioni, mentre il medesimo organo giudicante, a gennaio, aveva parzialmente accolto quello della Cremonese, dimezzandone la multa, per una situazione analoga. Aggiungiamoci pure che i contenuti del ricorso erano pressoché simili, e allora non si capisce (secondo peccato), perché siano stati applicati due pesi e due misure.
Il terzo peccato, però, lo commette il Pergo nella sfida odierna. Ed è un peccato di gola, di ingordigia. Dopo aver compiuto il miracolo ed aver risollevato con orgoglio, caparbietà e gioco, una partita che sembrava avviata ad una cruda disfatta, facendosi lusingare dalla superiorità numerica ha ammiccato al successo ed è stato castigato, sebbene più per le stravaganti interpretazioni del direttore di gara, che per dabbenaggine propria. L’atteggiamento spavaldo assunto dalla squadra cremasca era tuttavia giustificato soprattutto dall’entusiasmo che soffiava alle spalle dopo la prodezza di Gherardi e perdere così, non per la superiorità degli avversari (comunque bravi a monetizzare le situazioni favorevoli prodotte), bensì per l’inadeguatezza dell’arbitro, fa letteralmente girare gli attributi. Anziché per la sconfitta, c’è quindi più indignazione per la sensazione di dover lottare contro i mulini a vento, che alimentano i cattivi pensieri.
Il Pergo di oggi non è dispiaciuto dalla cintola in su. Qualche appunto si può forse muovere al reparto difensivo, censurabile in almeno un paio di reti ospiti. Il pomeriggio, peraltro, è iniziato sotto pessimi auspici, con Zaninelli che ha provato sino a mezz’ora prima della gara, per poi dare forfait. Fuori lui e squalificato Blanchard, Rastelli non ha potuto proporre l’identico schema di Benevento, affiancando Ghidotti al rientrante Pianu e inserendo Romano a centrocampo.
Il Pergo inizia con un convincente piglio offensivo, mentre l’Arezzo, sornione, controlla, esercita un pressing opprimente e si affida alle azioni di rimessa. Al 7’, su lungo lancio in profondità, Ferrari si presenta in area, leggermente decentrato sulla destra, subendo una plateale spinta alle spalle da Cannarsa sotto gli occhi di Paolino Deriù, primo assistente. Il rigore, visto peraltro da una posizione ideale, risulta cristallino, ma Carbone fa ampi cenni di proseguire. Breve sondaggio tra i giocatori in tribuna che siedono accanto (Brambilla, Pambianchi, Guerci, Rossi) ed il giudizio è unanime: pollice verso nei confronti del direttore di gara. Che fischia poco e lascia giocare, anche quando i falli, dall’una e dall’altra parte, sono evidenti. Il Pergo recrimina e l’Arezzo passa in vantaggio: cross in area dalla sinistra di Croce, con deviazione di testa decisiva di Chianese, vice-bomber del girone.
C’è un po’ di sgomento, ma non rassegnazione, perché l’incipit gialloblù è stato persuasivo. Il Pergo reagisce, ma nei primi minuti successivi allo svantaggio, agita più fantasmi che azioni di rilievo. E allora ne approfittano gli aretini, che riscuotono il secondo buono. E’ ancora Croce, sempre dalla sinistra, a catapultare in area il secondo traversone di giornata, deviato dalla difesa cremasca e raccolto da Erpen, il quale addomestica la sfera e la scaraventa sul primo palo, dove Rossi Chauvenet non può arrivare.
Il Voltini è sotto choc e la squadra mostra volontà ed alcuni errori di impostazione a centrocampo. Al 30’ Cazzola prova la prima conclusione verso la porta di Mazzoni, dalla media distanza: fuori! C’è però sempre allarme dalle parti di Rossi Chauvenet, come al 33’, quando Miglietta, dopo uno scambio con Chianese, dal limite dell’area manca di poco l’obiettivo. L’ultimo sussulto del primo tempo porta ancora la firma ospite: Togni, su punizione da trenta metri, impegna Rossi Chauvenet, che neutralizza in due tempi.
Il Pergo del primo tempo, incassato il raddoppio, ha in effetti smarrito l’iniziale brillantezza e dallo spogliatoio ci si attende una scossa. Che arriva con la prima scelta tecnica: dentro Florean al posto di Romano. Al 4’ Le Noci impegna severamente Mazzoni, che respinge l’insidioso calcio di punizione in due tempi. All’8’ Uliano con un lungo diagonale a cambiare fronte d’attacco, invita Le Noci alla conclusione, che termina altissima. Al 12’ il bomber cremasco recupera un pallone vacante sulla linea di fondo campo, mettendolo poi a centro area per Florean, affossato in placcaggio rugbystico da Laverone. Calcio di rigore e secondo cartellino giallo per il difensore aretino. Dal dischetto Le Noci manda Mazzoni da una parte e pallone dall’altra, dimezzando lo svantaggio.
Adesso il Pergo ci crede e spinge con intensità. Al 16’ cross di Cazzola dalla fascia destra e colpo di testa di Florean indirizzato sotto la traversa. In plastico volo, il portiere ospite smanaccia in corner. Un’altra occasione per pareggiare giunge un minuto più tardi: tiro cross di Le Noci bloccato al limite dell’area piccola da Ferrari, che si gira lestamente e calcia in porta tra le braccia di Mazzoni. Mentre il Pergo nutre le speranze dei propri tifosi, l’Arezzo li annichilisce al 20’: punizione dalla trequarti, scambio volante al limite dell’area tra Miglietta e Fofana, e tiro di quest’ultimo che sorprende Rossi Chauvenet, il quale intercetta, ma non respinge a sufficienza. Neppure il tempo di piangersi addosso ed il Pergo ritorna ad un passo dall’impresa. Azione insistita sulla sinistra di Florean (22’), con perfetto assist per Ferrari, che di testa, a due passi dalla linea di porta aretina, rimette sul tram dei desideri la formazione gialloblù.
Il desiderio si esaudisce al 28’: cross di Federici, Mazzoni esce dai pali a vuoto e, dalla parte opposta Gherardi controlla, si accentra e calcia di precisione nella porta sguarnita. Il miracolo sembra compiuto e a questo punto, il Pergo, sbava dallo struggimento di cogliere l’impresa. Il pensiero, tuttavia, si frantuma al 30’. Carboni, tra lo stupore generale e gli strali della tribuna, assegna all’Arezzo un calcio di punizione per un fallo, invece, decisamente subito da Cazzola. Dal calcio piazzato, Figliomeni sale più in alto di tutti e devia nell’angolo alto alla destra di Rossi Chauvenet. E’ il secondo gol subito dal Pergo durante la fase di superiorità numerica!
La squadra, comunque, non si rassegna e raccoglie le ultime forze per rimediare all’ingiustizia, concedendo inevitabilmente il fianco ai contropiedi avversari. Al 32’ Erpen, da buona posizione, grazia la difesa cremasca, mentre sul fronte opposto, al 39’, è Ferrari ad imitarlo indirizzando sopra la traversa l’ennesimo ottimo traversone di Florean. L’ultima occasione cade al 45’: punizione velenosa di Le Noci, con Mazzoni che vola, deviando la sfera sul palo. Se oltre ai cattivi pensieri ci si mette anche la sfiga, quantomeno per oggi bisogna soltanto rassegnarsi. Dopootutto, "come può uno uno scoglio / arginare il mare? ..."

Campionato: Benevento - Pergocrema 0-1

Il Pergocrema espugna il "Santa Colomba" di Benevento e compie un bel salto in avanti in proiezione  salvezza. Di Ghidotti, nel primo tempo, il gol della vittoria.


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Benevento - Pergocrema 0-1
Rete: 21' pt Ghidotti
Benevento: Corradino, Pedrelli, Palermo, Ferraro, De Liguori, Cattaneo, D'Anna (4' st Ciarcià), Cejas (15' st Vacca), Evacuo, Clemente, La Camera (15' st Castaldo). All. Camplone. A disp.: Baican, Ignoffo, Poli, Germinali.
Pergocrema: Rossi Chauvenet, Lolaico (8' st Romano), Federici, Cazzola, Zaninelli, Blanchard, Ghidotti, Uliano, Ferrari, Gherardi (21' st Le Noci), Tavares (43' st Trovò). All. Rastelli. A disp.: Colombi, Som, Bonometti, Vezzoli.
Arbitro: Donati di Ravenna.
Note: Pomeriggio nuvoloso, terreno in buone condizioni. Spettatori 4.500 circa. Sancito il gemellaggio tra le due curve, con 30 cannibali presenti. Ammoniti: Blanchard, Ghidotti, Cazzola. Angoli 9 a 5 per il Benevento. Recupero: 2' + 4'

BENEVENTO. Ha piovuto ieri sera a Benevento, mentre oggi sventolano nubi minacciose. Il temporale, sul Santa Colomba, quando arriva è metaforico e si chiama Daniele Ghidotti da Martinengo. Un tipo timido e riservato, ma quando si esprime, come al 21’, gonfia di fiducia i sogni gialloblù. E’ un lampo di gioia per i trenta cannibali presenti quaggiù e alla fine gli occhi luccicano di commozione, di orgoglio, di desiderio. Troppa grazia, e il Benevento sta a guardare.
Doveva essere una trasferta proibitiva per la squadra e di tensione per i suoi sostenitori, attesi da un controllo agli ingressi triplicato per la disposizione promulgata dalla capitale. Sarebbe a dire: mentre a Roma si discute, Benevento viene espugnata. Ma sì, c’è un po’ di ilarità, vedendo le due tifoserie scambiarsi gadget e abbracci a dispetto delle indicazioni sul rischio della gara. Eppure si sapeva che tra le due curve era stato sancito il gemellaggio e non c’era motivo di agitare allarmi. Eppoi, non ci sono stati, domenica scorsa, atti di violenze materiali tali da indurre a triplicare risorse umane e sforzi economici per zittire i cori, giacché agli accessi si può prevenire l’introduzione di oggetti e di striscioni, ma non si può “sfiatare” il tifoso. Si deve, ugualmente, meditare sull’opportunità di perpetuare dissensi che producono effetti soltanto sulle casse della società.
A Benevento invece, lievemente virata di gialloblù, arde di felicità il popolo cannibale per una vittoria forse insperata, ma che rilancia, con il terzo risultato utile consecutivo, le aspettative di riscossa cremasche. La squadra è piaciuta, sia sul piano fisico sia sotto l’aspetto della tenuta mentale, ribadendo la regolarità di rendimento, nonché una raggiunta e non effimera maturità. Il Pergo è andato in vantaggio sin troppo presto, con il sospetto che non potesse poi reggere la reazione avversaria. Che è giunta puntuale e si è tradotta al termine del primo tempo con un doppio palo, ma che è pure evaporata nella ripresa grazie all’avveduta condotta di gara del Pergo, che ha saputo imbrigliare la manovra dei locali, annebbiandone idee e geometrie. Così l’albero gialloblù prosegue a dare frutti e la classifica, seppure sempre immalinconita, ha subito la necessaria scossa elettrica con questa seconda vittoria esterna della stagione.
La gente ha bisogno di innamorarsi ed oggi il feeling è stato dunque perfetto perché la lunga ed estenuante trasferta in pullman è stata ripagata con un reciproco atto di fiducia. Peggio per gli assenti, e ne facciamo ammenda.
Ci sono due novità in campo rispetto alla gara di una settimana fa. La notizia principale è quella di bomber Le Noci che smaltisce le tossine partendo dalla panchina. Poi, al posto dello squalificato Galli è il turno di un altro giovane, Gherardi, ad essere proposto dal primo minuto.
E’ il Benevento, che ancora ha sullo stomaco la sconfitta interna contro la Cremonese di sette giorni fa, a salire in cabina di regia e a gestire il match, mentre il Pergo si affida alle ripartenze, come al 14’, quando Gherardi non coglie l’attimo per la conclusione a rete. Brivido al 19’ in terra cremasca: su corner, Evacuo di testa devia difettando di precisione. Sul pallone prolungato arriva D’Anna, che però impegna severamente soltanto i raccattapalle.
Passano due minuti, e arriva l’infatuazione: cross di Tavares e Ghidotti, graziato da un malinteso tra un difensore ed il portiere Corradino, verga la rete del vantaggio, che diventerà pesante al termine della partita. E, appunto, al termine del match, a risultato consolidato, ci si rende conto dell’importanza di questo gol. Adesso è una rete che vende sorrisi, è il gol più bello di tutti perchè era dalla prima giornata di campionato che il Pergo non otteneva i tre punti in trasferta; è un gol, citando una canzone scritta per gli Stadio dal poeta Roversi che “si stacca piano dal cuore, e come un sasso nel cielo è già una stella cometa”.
Intanto, ritorniamo coi piedi per terra e rituffiamoci nel Santa Colomba per annotare la reazione campana. Al 31’ è La Camera a farsi maledire dai propri sostenitori sprecando l’occasione della vita: ormai solo davanti a Rossi Chauvenet, si fa recuperare da uno strepitoso Zaninelli, che gli sradica il pallone dai piedi.
La frenesia di recuperare lo svantaggio tra i giocatori del Benevento è palpabile ed il Pergo, operaio nel sacrificio e sagace nella disposizione tattica, mantiene la calma ed approfitta, al 35’, del disorientamento difensivo avversario con un’azione di rimessa. Tavares, tuttavia, non coordina a dovere il suggerimento per Gherardi e l’opportunità svanisce. Al 45’ fremito in area gialloblù. La punizione di La Camera è una sassata che si infrange sull’incrocio dei pali. Il pallone ritorna in campo ed è raccolto di testa da Evacuo, che colpisce la traversa. Doppia sculettata, ma siamo tuttavia sempre a credito con la fortuna.
La traversa ancora tremolante, fa vacillare le certezze cremasche nei commenti durante l’intervallo. Nella ripresa ci sarà da soffrire. Almeno così si pensa e quando, già al 2’, Clemente costringe Rossi Chauvenet alla deviazione in corner, i timori sembrano fondati. Invece, con il trascorrere dei minuti, si affievolisce vistosamente la spinta offensiva del Benevento, mentre cresce il piglio autoritario del Pergo, che controlla la manovra avversaria senza affanno. Rastelli, all’8’, è costretto a togliere Lolaico (infortunio), sicché l’eroe di giornata, Ghidotti, è chiamato a difendere nel suo ruolo più naturale la rete del vantaggio, con Romano che si piazza a centrocampo. Poi, al 21’, al posto di un esausto ed ottimo Gherardi, entra il principe del gol, Beppe Le Noci, e la sola sua presenza è sufficiente a mettere maggiore apprensione alla difesa del Benevento, suggerendole di limitare le libere uscite oltre la propria metà campo. Al 90’, comunque, i locali sprecano l’ultima munizione per ottenere il pareggio: è il turno di Evacuo a mettersi le mani tra i capelli, mentre volano in cielo le braccia dei giocatori e dei trenta cannibali calati quaggiù dopo i quattro minuti di recupero trascorsi con pathos e senza cattive sorprese. Come il viaggio di rientro, anche il cammino che può condurre il Pergo fuori dalla paludosa zona dei playout è ancora lungo. Dopo la gara di oggi, c’è un motivo in più per continuare a crederci. E, soprattutto, ci sono tre punti in più per alimentare queste speranze.

mercoledì 10 marzo 2010

I cori "stonati" costano altri 10.000 euro

Dopo i 5.000 euro comminati la scorsa settimana per lo striscione offensivo, arriva un altro salasso per le casse gialloblù. Il giudice sportivo di LegaPro ha infatti inflitto un'altra sanzione ai danni del Pergocrema, raddoppiando l'"obolo" della settimana precedente: 10.000 euro (equivalente a quasi due incassi), "perchè propri sostenitori prima dell'inizio della gara intonavano cori offensivi verso il Presidente della Lega, le istituzioni civili e le forze dell'ordine (recidiva, ammenda con diffida art. 18 comma c) CGS)."

Previste, invece, dopo le ammonizioni di domenica, le squalifiche (1 turno) comminate ai diffidati Bonfanti e Galli.

martedì 9 marzo 2010

Campionato: Pergocrema - Perugia 1-1


Pergocrema - Perugia 1-1


Reti: 15' st Le Noci, 36' st Stamilla


Pergocrema: Rossi Chauvenet, Lolaico, Federici, Cazzola, Zaninelli, Blanchard, Galli (14' st Som), Uliano, Ferrari, Le Noci (20' st Bonfanti), Tavares (15' st Ghidotti). All. Rastelli. A disp.: Lucini, Trovò, Romano, Gherardi.


Perugia: Benassi, Tacccci (32' st Martini), Raimondi, Cazzola, Urbano, Bonomi, Perulli (17' st Stamilla), Della Rocca, Docente, Bondi, Paponi (22' st Del Core). All. Buzzi. A disp.: De Marco, Pagani, Forò, Lacrimini.


Arbitro: Liotta di Lucca (Alassio di Imperia, Viello di Padova).


Note:Pomeriggio con temperatura al di sotto della media stagionale. Terreno in discrete condizioni. Spettatori 1202 (di cui 750 abbonati) per un incasso lordo totale di € 7.417. Ammoniti: Lolaico, Galli, Bonfanti (Pergo), Cazzola, Urbano, Bonomi (Perugia). Recupero: 1' + 4'..