Il Pergo smarrisce lo smalto di qualche domenica fa ed è affossato in laguna da un avversario più determinato. La squadra è contestata dai tifosi cannibali per l'impegno proposto, ritenuto insoddisfacente.
RETE: 10’ Malatesta.VENEZIA: Aprea, Bertotto, Lanzara, Bono (21’ st Ruffini), Mandorlini, Lebran, Collauto (28’ st Semenzato), Drascek, Malatesta (35’ st Tricoli), Anderson, Momentè. All. Serena. A disp.: Mion, Corradi, Morelli, Poggi.
PERGOCREMA: Russo, Ghidotti (15’ st Araboni) , Quaresmini (19’ st Federici), Brambilla, Rossi, Finetti, Marconi, Garavelli, Tarallo, Facchinetti (27’ st Bonazzi), Le Noci . All. Piantoni. A disp.: Brivio, Ragnoli, Boscolo, Galli.
ARBITRO: Zonno di Bari (Argiento di Frattamaggiore e Falanga di Torre del Greco).
NOTE: Pomeriggio con sole e temperatura oltre i 20°. Spettatori 2323 di cui 2107 abbonati, per un incasso di € 10.196. Presenti 53 tifosi nella curva ospite. Recupero 2’ + 4’. Ammoniti Rossi e Finetti (P), Draschek e Anderson (V).
VENEZIA. Mala...testa currunt. “Com’è triste il Pergo / Soltanto un mese dopo / Com’è triste il Pergo / Se non si ama più / Si cercano parole che nessuno dirà / E si vorrebbe piangere / Ma ormai non si può più.”
Facciamo il verso ad una vecchia canzone di Charles Aznavour, peraltro dedicata proprio a Venezia, per cogliere il senso di frustrazione per il risultato negativo e, soprattutto, per la confusione mentale che ci travaglia dopo la seconda contestazione stagionale da parte dei sostenitori cannibali presenti al “Penzo”.
“Troppo triste Venezia / Di sera la laguna / Se si cerca una mano / Che non si trova più / Si fa dell’ironia / Davanti a quella luna / Che un dì ti ha vista mia / E non ti vede più”.
La filosofia del risultato è rispettabile, finché paga, ma l’accusa mossa dai tifosi è che il Pergo, oggi, abbia messo in un armadio la filosofia dell’impegno, tanto cara alla Sud. E allora la Sud ha riservato a qualche giocatore più fischi che applausi, delusa, appunto, per la mancanza di temperamento. Al termine della settimana di Passione, qualcuno è stato messo in croce e la nostra speranza è che il terzo giorno risorga la serenità, cioè l’interesse comune per il bene della squadra, che in questo momento ha bisogno di sostegno e magari anche di critiche, ma non di polemiche. Sul contenuto e sui modi delle obiezioni, ognuno dei presenti si è fatto la propria opinione, ugualmente rispettabile. Per ora, tuttavia, confrontiamoci con tranquillità, poi chi vivrà, vedrà.
Con un po’ di fatica, il Pergo rimane ormai aggrappato al solo obiettivo che le sue condizioni attuali sembrano consentirgli: la salvezza, che è tutto fuorché un miraggio, ma che ancora non è depositata in cassaforte nonostante sino a poche settimane fa fosse più assennato disquisire di playoff, anziché di playout.
Il Venezia, in verità, non ha fatto molto di più di quanto abbia sciorinato la formazione gialloblù, ma ha il merito, in quel poco o tanto mostrato su un terreno più simile al “Bertolotti” che al “Voltini”, di aver segnato. I lagunari sono stati quelli che ci si aspettava: rognosi, pressing bene eseguito, poche piacevolezze stilistiche, ma tanta sostanza, tanto carattere, tanta fame.
Soprattutto nel primo tempo, sul fronte cremasco c’è stato poco da lustrarsi gli occhi. La reazione, al rapido vantaggio dei locali, non è stata immediata. Però nella ripresa qualcosa di buono si è visto, come qualche occasione procurata nei pressi di Aprea. D’altra parte si sapeva: il Pergo non è squadra tutta impeto. Sa ragionare, ma ha bisogno di carburare. Ragionando, ha capito che non era giornata per fare bottino pieno, e si sarebbe pure accontentato di raccattare un punto, ma è difettata una reazione intensa, tant’è che il Venezia, ultimo in classifica, prima di cedere le briglie del gioco agli avversari, all’inizio della ripresa aveva sfiorato in un paio di circostanze il raddoppio.
C’è qualche novità nello schieramento iniziale del Pergo, con Quaresmini confermato e dirottata sulla fascia sinistra, e con il rientro di Rossi al centro della difesa.
Le prime battute di gioco ostentano un certo imbarazzo nella retroguardia veneta quando subisce il pressing. Facchinetti ci prova a mettere ansia ai difensori locali, recuperando qualche pallone da rifornire ai compagni d’attacco. Al 5’ Le Noci svicola sull’out sinistro, ma il cross per Tarallo non è preciso.
Sempre sulla sinistra, ma sul fronte opposto, si smarca bene Anderson (10’), che effettua un traversone deviato sulla traversa da Finetti. La sfera cade sulla testa di Malatesta, che non ha difficoltà a superare l’incolpevole Russo. Il vantaggio sorprende il Pergo, che sino a quel momento sembrava meglio predisposto rispetto agli avversari.
La replica del Pergo è timida e poco efficace. E’ sempre Facchinetti, al 16’, a suggerire per Tarallo, che entra in area ma viene anticipato dall'uscita tempestiva di Aprea.
Al 23’ altro brivido in area cremasca: Malatesta si proietta rapido verso Russo, il quale è provvidenziale ad anticipare in uscita l’attaccante. Il primo tempo scorre senza troppe emozioni. Al 34’ Le Noci conclude al volo da dentro l’area di rigore avversaria: tiro centrale che Aprea addomestica, mentre poco dopo è Russo, in uscita alta, a sbrogliare una situazione pruriginosa. La prima frazione di gioco si conclude con un tentativo ancora di Le Noci, il quale supera in area Bertotto, che però rinviene sull’attaccante cremasco, lasciando comunque piccoli dubbi sulla limpidezza dell’intervento.
Si rientra dall’intervallo con la sensazione che nulla sia mutato. Anzi, al 9’ Drascek si fa maledire dal popolo gondoliero per aver graziato Russo, dopo uno splendido assist di Malatesta che lo aveva liberato davanti al portiere ospite. Allora Piantoni spedisce in trincea Araboni, che al 18’ devia di testa un traversone di Facchinetti: pallone di poco sopra la traversa. E’ tuttavia l’inizio di un incedere più convinto del Pergo, che al 20’ solletica nuovamente la porta di Aprea: lancio millimetrico da trenta metri di Brambilla per Le Noci, che si coordinata e colpisce la sfera al volo: ancora alta, oltre la traversa.
Il Pergocrema spinge, ma deve guardarsi le spalle perché il Venezia si distende bene in velocità e potrebbe anticipare la chiusura delle ostilità. Che rimangono invece accese. Al 31’ altra capocciata di Araboni da buona posizione, però debole. Al 33’ Federici, da poco subentrato a Quaresmini, catapulta un pallone in area sul quale si avventa Tarallo: deviazione imprecisa. Il Pergo insiste, ma non ci sono chiare situazioni che possano indurre alla speranza. L’ultima è quella che capita sui piedi di Tarallo, che da posizione piuttosto defilata fa prevalere (giustamente) l’istinto dell’attaccante, mandando a lato il diagonale, con Araboni e Le Noci ben appostati per il possibile tap-in.
“Venezia è un albergo, San Marco è senz'altro anche il nome di una pizzeria; la gondola costa, la gondola è solo un bel giro di giostra.” E da qui, dove il sole si alza, ma tramontano i buoni propositi del Pergo, che almeno sia una Buona Pasqua per tutti.
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