Ancora una sconfitta per il Pergo. Succede tutto nella ripresa: in vantaggio con Le Noci, è raggiunto e superato nei minuti di recupero dall'Alessandria, che beneficia di un calcio di rigore ingenuamente provocato da Di Bella.Pergocrema - Alessandria 1-2
Reti: 19' st Le Noci, 31' st Cammaroto, 51' st rig. Artico.
Pergocrema: Colombi; Ghidotti, Di Bella, Zaninelli, Federici; Guerci (14’ st Gherardi), Cazzola, Galli; Le Noci, Tavares, Uliano (38’ st Florean). - All. Bonazzi e Scanziani. A disp: Brivio, Bonfanti, Bonometti, Tobanelli, Anastasi.
Alessandria: Servili; Ciancio, Briano (25’ st Damonte), Signorini (13’ st Cammaroto), Ghosheh; Mateos, Sottil, Buglio, Volpara (20’ st Rosso); Rodriguez, Artico. All. Buglio: A disp.: Cicutti, Motta, Pucino, Schettino.
Arbitro: Massimiliano De Benedictis di Bari. (Tronci di Firenze, Stefanelli di Empoli).
Note: pomeriggio nuvoloso, temperatura di 3°, terreno in imperfette condizioni. Spettatori 1068 per un incasso lordo, compresa quota abbonati, di € 4.970. Ammoniti Ghidotti, Zaninelli, Cazzola, Galli, le Noci, Artico, Volpara. Angoli 4 a 4. Recupero: 1’ + 7’.
CREMA. – Dalle stelle alle stalle. Dall’eminenza all’oscurità nel volgere di soli pochi minuti. C’è un grigio uniforme, nel cielo e in campo, transitando per i sentimenti avvilenti che suscita il finale di partita: angoscia, incredulità, impotenza. Adesso, mentre i piemontesi esultano, tira il vento delle critiche, della sfiducia e del disamore. Mettiamo ordine in un crogiuolo di calcio neppure troppo bruttino, con qualche piccola fiammata, in un’altalena di forti emozioni finali che ha seguito il mutare degli ultimi minuti di gioco. Dalla speranza al tormento, passando per il gol del solito Le Noci, sino allo svogliato fallo da rigore provocato da Di Bella. Il pareggio, di questi tempi, avrebbe avuto l’effetto di un tiepido brodino, ma non avrebbe fatto schifo. Però, per come si erano messe le cose e per come è arrivata la sconfitta, c’è davvero poca voglia di commentare. E c’è poco da dire anche sul mancato saluto finale alla curva da parte dei giocatori, giustificato senz’altro dal momento topico di arrabbiatura collettiva, ma forse anche per questo ancor più dovuto, giacché delusi lo si era un po’ tutti.
L’amarezza non arriva, questa volta, dal profondo dell’animo, bensì dal solo risultato. Perché a livello di squadra, non è mancato l’impegno e la prestazione non è da disprezzare. La squadra ha corso molto, ha fatto pressing, ma alla fine versa ancora la gabella all’ingenuità e ad errori individuali nelle circostanze determinanti: il pareggio (dal solito corner) e appunto nell’azione del calcio di rigore.
Nel giorno del suo compleanno, probabilmente il presidente si attendeva ben altro risultato per stappare lo spumante. E chissà se lo avrà ugualmente stappato nello spogliatoio, quantomeno per affogare nel seme di bacco la delusione, dopo l’illusione del temporaneo vantaggio. Se è di buona marca, nel bene o nel male c’è sempre un motivo per approfittarne...
La morbida formazione avversaria non si è dannata più di tanto. Un primo tempo trascorso in sala d’attesa, a guardare un avversario un po’ stordito dallo stress e dai soliti spettri che sempre aleggiano minacciosi quando le cose vanno male e si trasformano in peggio. Il peggio, per il Pergo, è arrivato al 50’, con quel fatale calcio di rigore che ha fatto crollare gli attributi come un castello di croccantino.
Il trittico si conclude quindi senza riserva di fieno, in attesa delle due sfide teoricamente impossibili di Varese e di Novara. Le tre partite disputate in otto giorni hanno permesso di raccogliere come bottino un solo punto: una media, più del freddo odierno, che francamente fa intirizzire.
Per almeno un’ora le due squadre hanno giocato per complicare la vita all’avversaria, facendo capire agli astanti che il pareggio sarebbe giusto. Poi, quando Beppe Le Noci ha rimpinguato il suo score, sentendosi forse come il figlio normale quando ammazzano il vitello grasso perché arriva quell’altro, un raggio di speranza si è aperto all’orizzonte, prima di scemare nel tragico epilogo. Se i drammi non fossero quelli veri, come il terremoto ad Haiti, adesso si dovrebbe definire drammatica la situazione gialloblù. La moderazione è consigliata e bisogna perciò usare aggettivi più coerenti ad una partita di calcio, che dispensa gioie e dolori e, in questa stagione in riva al Serio, concede soltanto frustrazioni.
Dopo il pareggio di mercoledì, maturato al termine di una prestazione accettabile che infondeva fiducia, il Pergo ha fatto un passo indietro. Però, ribadiamo, solo nel risultato, e non nella condotta di gara, discreta nella ripresa dopo un primo tempo così così, per merito soprattutto dell’Alessandria, che si è dimostrata squadra solida e matura, capace di far smarrire il filo del gioco al Pergocrema.
Con Bonazzi in tribuna per squalifica, con Brambilla a letto per l’influenza, il Pergo si presenta con Galli come unica variante rispetto al turno infrasettimanale. La Curva Sud si rinfocola di sostenitori per nulla condizionati dalla posizione di classifica. Il loro supporto si avverte, ma la squadra nella prima frazione di gioco non decolla. Come il gioco, che trova asilo politico a centrocampo. Al 33’ è l’Alessandria a mordere: una corta respinta della difesa gialloblù è raccolta al limite dell’area da Buglio, il cui diagonale costringe Colombi alla deviazione in angolo. La replica del Pergo è affidata al 44’ ai soliti piedini vellutati del bomber, che su punizione da circa venticinque metri, fa soltanto “bau” a Servili, che para in due tempi. Con i difensori ispirati più degli attaccanti, c’è poco spazio per le emozioni, rinviate alla ripresa.
Al 1’ splendido lancio di Guerci dalla destra a beneficio di Uliano, che addomestica la sfera al limite dell’area, vi entra e calcia a lato il diagonale. Risponde l’Alessandria al 4’ con Artico: conclusione in area a pelo d’erba che termina di poco sul fondo. Dieci minuti più tardi i cremaschi perdono Guerci, uno dei giocatori più positivi, che deve ammainare la bandiera per un presunto stiramento; al suo posto entra Gherardi. Al 19’ il “Voltini” esplode: Cazzola scippa un pallone a centrocampo, verticalizzando la manovra per Le Noci, il quale entra in area e, pur decentrato, batte Servili in uscita. Sembra svanire un incubo, ed invece è solo l’inizio dell’ennesimo pomeriggio maledetto.
Sopraffatto dall’ansia e dalla paura, il Pergo cede alla confusione e al 28’ trilla il primo campanello d’allarme dalle parti di Colombi: traversone di Ciancio dall’out destro a centro area, con Rosso che controlla bene, ma calcia male. Ci pensa allora Cammaroto (31’) a spiegare al compagno come si fanno i gol: corner di Rodriguez, difesa cremasca immobile, e colpo di testa indisturbato, con contorsione, sul primo palo appunto di Cammaroto, che firma il pareggio. Bisognerà ora spulciare le statistiche, per capire quanti reti da palle inattive il Pergo ha subito.
Il finale è pirotecnico. Al 42’ il Pergo ha l’occasione buona per tornare in vantaggio: sorpresa dalla velocità di esecuzione di un calcio di punizione, la difesa ospite è impreparata all’iniziativa in area di Florean, che appoggia verso Tavares, il quale a due metri dalla porta si fa ipnotizzare da Servili. Più che attribuire colpe all’attaccante portoghese, bisogna però rendere merito alla prodezza del portiere piemontese. Come dobbiamo riconoscere il merito a Zaninelli, che al 48’ evita il vantaggio ospite con un sontuoso salvataggio sulla linea di porta, dopo la conclusione di Artico. Poco gagliardo, invece, è l’intervento di Di Bella su Rodriguez al 51’: il cubano supera in velocità il centrale gialloblù, che lo spinge e provoca platealmente (ed inutilmente) il calcio di rigore, che Artico trasforma di giustezza. Scende il tramonto, sul Voltini. Cala il silenzio e la malinconia.