VERONA (4-3-3): Rafael; Cangi (25' pt Abbate), Ceccarelli, Vergini, Scaglia; Mancini, Esposito, Martina Rini (30' st Garzon); Le Noci, Selva (21' st Ferrari), Pichlmann. A disposizione: Da Vià, Anderson, Emerson, Vriz. All. Mandorlini.
PERGOCREMA (3-4-3): Russo; Ricci, Panariello, Daleno; Ghidotti, Basile, Galli, Lolaico (21' st Profeta A.); Mammetti, Scotto (31' st Maccan), Rodriguez (15' st Rizza). A disposizione: Ingrassia, Tobanelli, Mugelli, Simeoni. All. Maurizi.
ARBITRO: Sig. Oliveri Mirko di Palermo.
ASSISTENTI: Sig. Fazio di Messina - Sig. Ricci di Reggio Emilia.
AMMONITI: Pergocrema: Lolaico, Scotto, Rodriguez, Russo. - Verona: Martina Rini, Vergini, Pichlmann.
ESPULSI: 45' st Panariello per fallo di mano.
ANGOLI: Pergocrema 2 – Verona 11.
RECUPERO: 3'+5'.
SPETTATORI: 9297.
NOTE: Al Al 46' st Le Noci colpisce il palo su rigore.
Tragicommedia al 90' contro il Pergocrema
L'Hellas sperpera la sua Santa Lucia
ANCORA UN PARI. Il Pergocrema costringe la squadra di Mandorlini allo zero a zero. Gialloblù rischiatutto al Bentegodi. Sfiorano l'exploit, scongiurano il ko e allo scadere arriva pure il rigore da 3 punti: Le Noci lo calcia sul palo
Verona. Verona-Pergocrema è una partita che si racconta dall'epilogo. E non è un epilogo lieto.
Tutt'altro. Almeno per il popolo del Bentegodi, rimasto irriducibilmente, lodevolmente, masochisticamente legato alle sorti della squadra fino alla dolorosa beffa del 90', quando l'urlo liberatorio, appostato sulla punta della faringe, si è trasformato in ululato. Con relativi fischi a pioggia.
A segnare la domenica l'ennesima occasione sciupata, anche grossolanamente, dai gialloblù, che a gara ancora inchiodata sullo 0-0 si sono permessi di gettare alle ortiche il secondo rigore in due gare, stavolta proprio all'inizio del tempo di recupero.
Sciagura nella sciagura, a fallire la chanche è stato Beppe Le Noci, l'uomo che meglio fotografa la controversa stagione del Verona. Il Le Noci indiscusso protagonista della più nitida vittoria scaligera (la cinquina di Monza) che è poi finito alla gogna dopo il disastroso errore di La Spezia. Il Le Noci capace di inaugurare con una spettacolare testata in tuffo l'era di Mandorlini, a Ferrara, ma anche di sciupare, nella stessa gara, il colpo del ko.
Il Le Noci bravo a prendersi un rigore-chiave otto giorni fa a Lumezzane ma che ieri ha aperto la sua giornata sbucciando fuori il più comodo dei palloni. E che alla fine ha condito la frittatona col penalty finito sul palo tra la disperazione propria, dei compagni e dell'esasperata tifoseria.
Ci sarà tempo e modo per capire se - visti i precedenti - non sarebbe stato il caso di accantonare per una domenica le gerarchie dei rigoristi e scegliere un altro cecchino.
Di sicuro tra le mani resta l'ennesimo, triste punticino, una classifica che invita a meditazioni silenziose e una prestazione che anche sul piano del gioco invita a qualche interrogativo.
Perché il Verona piange ancora sulla sterilità offensiva, esaltata - si fa per dire - dalle consuete incertezze sotto porta.
Ma stavolta deve pure ringraziare il destino per gli impappinamenti degli altri, che tra il 32' e il 39' della ripresa hanno avuto per due volte la possibilità di affondare la lama dritta nel cuore della partita, peccando di eccessiva prodigalità.
Sul campo rizollato in mezzo, ma ancora «tirato» a gobbe sui lati e nelle due aree di rigore, il Verona ha riscoperto antichi imbarazzi nel far gioco, con Esposito pressato senza risparmio dagli avversari e Martina Rini incisivo a fasi.
Ma soprattutto ha rivelato la condizione opaca dei suoi attaccanti: vivace ma impreciso il già citato Le Noci, soffocato Andy Selva (peraltro capace di estrarre due assist di lusso), gravemente impacciato Pichlmann, troppo lento e annebbiato per poter far male.
Eppure è proprio l'austriaco, al 7', a inaugurare la serie delle palle gol, calciando sul portiere dopo un'incursione di Vergini e prima che Selva si faccia a sua volta respingere il tap in sulla linea. È la miglior fase dell'Hellas, che viaggia a testa bassa, ispirato da Mancini. Il quale al 12' offre un bel cross a Le Noci per la parata di Russo.
Il Pergo si affaccia pian piano e sempre di più verso Rafael, ma tra il 30' e il 37' è Selva ad inventarsi rifinitore. Inutilmente: nel primo caso Vergini e Le Noci perdono l'impatto buono, poi Martina Rini costringe Russo al prodigio.
La ripresa si inaugura sul diagonale spedito a lato da Pichlmann. Poi l'Hellas spinge di nervi e d'istinto, si accendono mischie davanti a Russo, la gara si fa battaglia. Comanda la frenesia.
Il Pergo in tutti i casi è vivo, risponde, offende, sfiora il vantaggio. Sono brividi per tutti. E non soltanto di freddo.
Al 40' il Bentegodi esplode di gioia ma c'è un fallo di mano di Piki a invalidarne il tocco che gonfia la rete.
Lo zero a zero sembra scritto malgrado la volontà degli scaligeri di risolvere l'eterna impasse (cinque pareggi su cinque nell'era Mandorlini) e la capacità degli ospiti di tenere sempre Rafael sulla corda.
Palle buttate per forza d'inerzia, ancora mischie: al 44' Garzon crossa verso Le Noci che l'appoggia a Pichlmann, la cui conclusione è sporcata da Panariello prima di finire, docile docile, tra le braccia di Russo.
E mentre il pubblico maledice l'ultima giocata abortita, l'arbitro indica il dischetto scorgendo il fallo di mano e fischia il penalty. Le Noci va subito sul dischetto, trattengono il respiro in diecimila: palo esterno. Ancora moccoli, ancora strepiti, ancora un pari.
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