“Araboni-2”. Più che un neo–acquisto, quello di Christian Araboni è un ritorno nella società che rappresentò il suo trampolino di lancio. Oggi il giocatore, nato a Palmanova il 22.01.1979, ma dall’età di 14 anni calciatore errante ed ora bergamasco di adozione, ha firmato negli uffici di Nembro, sotto lo sguardo compiaciuto del presidente Bergamelli, l’accordo che lo lega alla società cremasca sino al prossimo 30 giugno.Con la Reggiana, nelle stagioni 1996/97 e 1997/98, Araboni aveva disputato dapprima il campionato di Serie A (tre presenze) e poi quello di Serie B (ancora tre presenze), per approdare, successivamente, in riva al Serio, nel periodo non proprio fulgido del Pergo: stagione 1998/99, campionato di Serie C2, ultimo posto in classifica e retrocessione. Penultimo atto della gestione Bianchi. “Della città e dei tifosi cremaschi ho senz’altro un buon ricordo. Penso comunque di aver lasciato anch’io un ricordo positivo. Ho segnato 11 reti, su un totale di 19, ma quando le cose non vanno al meglio a livello societario, si ripercuote tutto anche sulla squadra e la retrocessione fu una diretta conseguenza di quella fase non proprio brillante.”Dal Pergo all’Albinoleffe, una società che ha tracciato il cammino professionistico di Araboni nel mondo pedatorio. Sei stagioni, sempre in riva al Serio, ma questa volta ai piedi della Valle, interrotte soltanto da una breve parentesi a Vercelli.“I primi due anni ebbi come allenatore proprio Piantoni. Poi, nella stagione 2002/03 arrivò Gustinetti e quella fu l’esperienza più importante con l’Albinoleffe perché ottenemmo la promozione in Serie B, dopo il successo nella finale playoff contro il Pisa. Nella gara di ritorno segnai una doppietta. Dopo la partita i sostenitori seriani mi tolsero le scarpe che ancor oggi sono appese e conservate come un’icona nel bar Bagaglino di Albino, cuore della tifoseria biancoceleste. Fu un traguardo storico per tutta la Valle e fu anche la prima stagione in cui feci coppia fissa d’attacco con Bonazzi. Insieme realizzammo trenta reti: diciotto lui, dodici io”.Quindi la Serie B. Due stagioni, con 47 presenze totali e 11 reti, prima di scendere al Sud.Nella Salernitana Araboni arriva a metà della stagione 2005/06, sufficiente comunque per contribuire a portare la squadra sino ai playoff, anticamera per l’accesso in Serie B. Tuttavia la prodezza riuscita qualche anno prima non si ripete, anche perché l’avversario era un Genoa costruito per ammazzare il campionato e costretto invece ad entrare nella categoria cadetta dalla porta di servizio. Insomma, era destino che finisse così.“Non ero mai stato al Sud e ho scelto Salerno in quanto l’ho ritenuta una piazza molto importante. E’ stata una bellissima esperienza”.A Salerno c’era l’attuale allenatore del Venezia, Stefano Cuoghi, che sovente adottò in partita uno schema che privilegiasse l’impiego di due arieti d’attacco centrali. Soluzione che potrebbe riproporre mister Piantoni, affidando contemporaneamente a Tarallo e Araboni il compito di traghettare la squadra fuori dalla palude dei playout. “Anche se il mio ruolo è quello di centrale affiancato da una mezzapunta - sostiene l'attaccante - non ho comunque mai avuto problemi ad adeguarmi alle diverse soluzioni proposte dall’allenatore”.Il viaggio prosegue, sempre sotto la regia dell’Albinoleffe che rimane proprietaria del cartellino. Dal profondo sud, alla periferia della grande città del nord, dove trova Cristian Boscolo. Nella Pro Sesto le sei reti messe alle spalle dei portieri avversari non sono comunque sufficienti per risparmiare le fatiche supplementari dei playout, dai quali la società milanese esce senza traumi.L’anno successivo (2007/08) è a Rodengo Saiano e fa coppia in attacco con un ex del Pergo, Matteo Bonomi, mentre nella corrente stagione sale in quota, con destinazione Alto Adige. Sino al 30 dicembre, giorno in cui risolve consensualmente il contratto con la società sudtirolese. “Mi è dispiaciuto lasciare l’Alto Adige: in questi mesi mi sono sempre trovato bene. Però ho maturato questa scelta con la necessità di stare più vicino alla mia famiglia, che deve avere la precedenza su ogni altra cosa” (risiede in provincia di Bergamo, con la moglie e tre figli maschi, l’ultimo nato da pochi giorni).Da una firma di congedo, a quella di “ferma”, passano pochi giorni. Ti sei consultato con l’amico Bonazzi prima di accettare la proposta del Pergocrema? “Conosco l’ambiente di Crema e conosco l’entusiasmo che c’è sempre intorno alla squadra - conclude Araboni. Inoltre avevo il desiderio di giocare nuovamente in una categoria importante e quindi non c’è voluto molto per tirare le conclusioni. Ho sentito in questi giorni al telefono anche Roby, ma sapevo già che cosa mi avrebbe risposto perché in giro la gente parla e sia del Pergocrema che del suo presidente Bergamelli si ottengono soltanto delle informazioni positive.” Come le credenziali avute da Stefano Bergamelli sul conto di Christian Araboni.
www.uspergocrema.it
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