giovedì 26 febbraio 2009

MIGUEL VITULANO

A Miguel

Senza clamore, ne squilli di tromba,
un gran centravanti pian piano è arrivato.
Senza clamore, nè squilli di tromba,
un grandissimo uomo ahimè se ne andato.

Pensieri e ricordi si affollano in mente
struggenti emozioni ci straziano il cuore
ma il nostro cordoglio val meno di niente
se Lui non sarà ricordato per sempre

Lo so, vale poco una targa sul muro
di quello che fu a suo tempo lo stadio
dove il Gaucho segnava e giocava sì duro
facendo sognare i tifosi alla radio.

Sull’erba bagnata di sano sudore
ha tracciato scintille di calcio superbo
un indomito atleta, un uomo d’onore
labronico vero, ma di grande riserbo.

Da oggi quaggiù, saremo più soli,
sapendo però ,ed avendone vanto,
che il cielo all’Ardenza su padri e figlioli,
sarà meno blu, piu che altro Amaranto.

Per sempre con noi, sui gradoni del Picchi,
non devi temere, non dimentichiamo,
chi ci ha fatto sognare e resi più ricchi.
Addio amico mio, addio Vitulano.

Messer Tebaldo

Livorno 25 febbario 2009

martedì 24 febbraio 2009

Nuovo Amministratore

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Buongiorno a tutti, mi chiamo Silvia, ho 29 anni e la mia citta' é Livorno. "Fotografia"
Ovviamente sono tifosa sfegatata dell'Unione Sportiva Livorno..Ultimamente anche del Pergo.


Quindi Avanti Livorno & Avanti Pergo

Classifica

1 Pro Patria Pro Patria41
2 Cesena Cesena41
3 Reggiana Reggiana40
4 Spal Spal34
5 Novara Novara33
6 Ravenna Ravenna32
7 Pergocrema Pergocrema32
8 Padova Padova31
9 Cremonese Cremonese30
10 Hellas Verona Hellas Verona30
11 Lumezzane Lumezzane29
12 Pro Sesto Pro Sesto28
13 Monza Monza27
14 Portogruaro Portogruaro27
15 Lecco Lecco24
16 Legnano Legnano23
17 Sambenedettese Sambenedettese21
18 Venezia Venezia16

HASTA SIEMPRE HERMANO


Limitare il ricordo di Miguèl Vitulano a quel derby del 22 aprile 1979 io credo sia, oltre che ignoranza, una assoluta mancanza di rispetto per quel "gaucho" che per quattro campionati di seguito, a cavallo tra il 1976 ed il 1980, portò sul campo la maglia amaranto con la grinta di un gladiatore, armato soltanto di due baffi fuori misura e un piede sinistro di potenza inaudita.

Non può neppure valere per Miguèl la banale retorica dell'uomo che fuori è stato addirittura migliore che in campo, perché in realtà Vitulano dal verde terreno di gioco di via dei pensieri non ne è mai uscito. Vederlo camminare per una via del centro e non avere il coraggio di salutarlo, non ti impediva di leggergli in faccia quella timida fierezza nell'aver comunque capito di essere stato l'idolo della gioventù di parecchi; tempo fa, quando su questo sito tributammo un omaggio alla difesa dei suoi tempi, lo intervistai approcciando candidamente per paura di disturbare e mi ritrovai travolto da uno scrigno di ricordi nitidi e orgogliosi, dalla passione per una squadra e una città diventate ormai sue.
Esordì in amaranto il 3 ottobre del 1976 con una sconfitta a san Giovanni Valdarno al cospetto di un portiere che in seguito avrebbe ritrovato in partite più calde: Walter Ciappi, lui si di Buenos Aires, mentre Miguèl che per tutti era argentino era nato a Manfredonia ed emigrato in seguito. A due settimane dall'esordio le prime soddisfazioni labroniche con una doppietta che valse il pareggio al Mirabello di Reggio Emilia oggi in disuso, poi un'annata durante la quale con l'8 sulle spalle raccolse da Romoletto Graziani il testimone per diventare il simbolo di una tifoseria ed il capo-cannoniere che fu per i tre anni a venire.
L'investitura ufficiale il 21 novembre 1976, derby all'Ardenza firmato con l'1-0 decisivo. Numerose le doppiette segnate (ricordiamo nel magico 1977/78 quelle nei derby contro Grosseto e Pisa), almeno tre i numeri di maglia indossati con il passaggio dall'8 all'11 e l'ultima stagione a sfiorare la promozione in B con il 9. Il 4 giugno del 1978 prima di Livorno - Chieti venne premiato come miglior amaranto della stagione e nel 1979 a Pisa trafisse Ciappi con il fendente rasoterra che, come dicevo, è soltanto la ciliegina in cima agli strati di una torta fatta di sudore, gomitate, tiri senza guardare, rigori segnati e no, interventi in scivolata, colpi di testa e pugni al cielo sulla pista di atletica sollevati 36 volte in 129 partite con una maglia di cotone senza sponsor e senza bisogno del nome per capire chi l'aveva addosso: Miguèl Vitulano.
Per me, che all'epoca cominciavo ad andare allo stadio, i cinque momenti che meglio racontano l'avventura amaranto di Miguèl Vitulano sono questi:

- 5 marzo 1978: giornata di derby e cugini in vantaggio a 25' dal termine; Vitulano
pareggia con un insolito gol di testa, dieci minuti dopo interviene in scivolata
nettamente in ritardo, ma quel tanto che basta per mandare Ciappi all'ospedale, quindi
all'84' scaraventa in rete il rigore decisivo spiazzando il numero 12.

- 19 novembre 1978: contro il Barletta, viene accordato un rigore nel primo tempo; tutti
in piedi ad aspettare la bomba e Vitulano che inaspettatamente rinuncia alla soluzione
di potenza per angolare (poco) di piatto sinistro: parato.

- 2 marzo 1980: il gol di Vitulano in Livorno - Chieti è così commentato da Mario Ferretti:
"al 21' uno scambio sulla sinistra tra Venturini e Vitulano, consente al numero 9
amaranto di sparare una bomba da posizione angolata; Marigo abbozza la parata, ma
niente può fare su un gol che la "Domenica Sportiva" collocherebbe tra i migliori del
mese."

- 8 giugno 1980: ultima partita in amaranto di Miguèl; a Salerno il Livorno vince 1-0 con
un gol del cannoniere pronto a raccogliere una corta respinta del portiere. Purtroppo la
concomitante vittoria del Foggia lascia gli amaranto in terza posizione e sfuma il sogno
della B.

- 28 aprile 1991: Vitulano che nella primavera del '91 corre in aiuto ad una società alla
frutta inventandosi allenatore, riesce nell'impresa di far segnare Limetti; l'attaccante a
cui mancava il gol da 18 partite si fa tutto il campo di corsa per andare ad abbracciare il
mister con i baffi.

Già, i baffi. Nonostante tutto restano la caratteristica principale di colui che è rimasto l'idolo della tifoseria per il ventennio che ha preceduto Protti e Lucarelli, il cannoniere che venne "da lontano per segnare tanti gol" come diceva la sua canzone ispirata dalla reclame del Merendero, un uomo per bene che si è buttato in pasto a mille difese prima che la simulazione, l'urlo, la protesta ci regalassero l'attaccante moderno.
Cosa desidero per lui stasera? Una maglia amaranto di cotone a maniche lunghe senza sponsor né altro e un minuto di silenzio assoluto prima che tutta la sua gente gli tributi l'applauso più commosso: Ciao Miguèl!

http://www.alelivorno.it/

I funerali si svolgeranno domattina nella chiesa di Sant’Agostino alle 10.30. Vitulano lascia la moglie, tre figlie e quattro nipotini, l’ultimo dei quali nato pochi giorni fa.

lunedì 23 febbraio 2009

HELLAS VERONA 0 PERGOCREMA 1





Se é un sogno non svegliatemi !!!


...e Mondonico ride con Rigano' e Morfeo...


Campionato: VERONA - PERGOCREMA 0-1

Clamoroso al Bentegodi: il Pergo supera il Verona con una rete nel finale di Le Noci. In precedenza Danilo Russo respinge il calcio di rigore tirato da Tiboni ed esalta il pomeriggio cremasco. In classifica, superata la Cremonese.

RETE: 36’ st Le Noci. HELLAS VERONA: Rafael, Mancinelli, Pugliese, Bellavista, Ceccarelli, Bergamelli, Garzon (27’ st Dianda), Parolo, Tiboni, Campisi (13’ st Vanderhoeght), Gomez (40’ Da Dalt). A disp.: Francese, Conti, Moracci, Campagna. All. Remondina.
PERGOCREMA: Russo; Marconi, Rossi, Finetti, Federici; Garavelli (43’ st Ragnoli), Brambilla, Sambugaro; Bonazzi (17’ st Ghidotti); Le Noci (46' st Facchinetti), Tarallo. A disp. Brivio, Quaresmini, Gentili, Araboni. All. Piantoni.
ARBITRO: La Mura di Nocera Inferiore (Tremolada e La Grotteria)NOTE: Pomeriggio con temperatura apprezzabile. Spettatori 12.129 (di cui abbonati 9.115) per un incasso di € 84.070. Presenti in curva Nord (ospiti) 128 cannibali. Ammoniti Brambilla, Rossi, Tiboni e Bergamelli. Angoli 9 a 4 per il Verona. Recupero: 2’ + 5’.

VERONA. – Il volgere del desiderio. Uno scriba del tortello, in sala stampa al termine della partita, suggerisce l’incipit: “Come una trombata con la Bellucci”. Ma sì, passata!, senza inutili e falsi pudori, sebbene sarebbe morbosamente interessante sperimentare anche il grado di godimento dell’altro piatto della bilancia, per avere un corretto metro di giudizio. Tiremm innanz.
Tuttavia l’eccitazione per aver deflorato il “Bentegodi”, che peraltro di nome fa Marcantonio e non Monica, è sublime. La loro partita, quelli del Verona, la vincono dopo. Non potendo scegliere di fare le vittime (non avendo nulla da recriminare), fanno i signori, e accettano la sconfitta come conseguenza di errori propri. La sua partita, il Pergo, la vince sul campo e sul merito, ma non sulla legittimità del successo, si potrebbe anche discutere. Il migliore del Pergocrema è stato Russo, il quale ha però svolto un attento e proficuo lavoro di ordinaria amministrazione e ha il pregio, respingendo il rigore di Tiboni in un momento in cui il Verona stava accelerando, di aver mandato sotto i tacchetti il morale degli avversari, che da lì in poi hanno sensibilmente accusato il colpo. Quindi la fiammata finale del tandem d’attacco cremasco ha fatto il resto, completando il mosaico di una prestazione senza alcuna sbavatura sotto l’aspetto tattico.Si è vista una discreta partita, con il Verona, appunto, inizialmente più solido e robusto, ben padrone del campo, ma con il Pergo ben allineato in una linea mediana disposta a ringhiare e mordere tutti quelli che passavano. E’ stato, soprattutto, un Pergo pratico, dove dietro, di testa, Rossi e Finetti acchiappavano anche le mosche. Di fronte all’incedere degli avversari, la difesa cremasca ha mostrato e trasmesso tranquillità e sicurezza, concedendo soltanto qualche rischio fisiologico.Sicché, dopo il campanello d’allarme disinserito da Russo, è partito un concerto di campane a festa quando Le Noci, raccogliendo l’assist di Tarallo, ha uccellato con un rasoterra imprendibile il brasilero Rafael, proprio sotto quel muro umano che era la ruggente curva sud degli ultrà veronesi. E qui stanno le responsabilità del Verona: aver concesso qualche spazio di troppo alla coppia offensiva avversaria. Perciò, come una grande squadra, il Pergo ha dunque chiuso la partita con un contropiede letale.Il colpo d’occhio del Bentegodi, all’ingresso delle due squadre, è a metà elettrizzante e per l’altra opprimente. Rispetto alla gara di lunedì, nel Pergo non c’è Bonaventura, rimasto a casa, ed al suo posto è schierato Bonazzi. E’ lungo l’elenco degli assenti nella formazione veneta, ma è lunga anche la rosa a disposizione e per Remondina non rimane comunque che l’imbarazzo della scelta.Dopo il minuto di raccoglimento per la scomparsa della mamma di Piantoni e dello storico direttore della Gazzetta, Cannavò, il Verona parte all’attacco ed è subito insidioso: conclusione dal limite dell'area di Parolo (1’) e Russo anticipa gli straordinari.Sospinti dal boato dei propri sostenitori, i locali premono con molta buona volontà, ma con scarsa mira, e gli ospiti si difendono senza alzare barricate. Poi (8’), c’è un tentativo di replica, ma il passaggio filtrante di Bonazzi all’indirizzo di Tarallo non è preciso. Ancora il Pergo in avanti, con Le Noci che viene anticipato da Rafael in uscita.Dopo i primi incandescenti minuti, la formazione cremasca assesta le marcature e la gara si fa più equilibrata. Il Verona mostra una difesa lenta, un centrocampo discreto e un attacco che in altre circostanze, e contro un’altra difesa, potrebbe essere anche ben ispirato. Illuminato è invece, allo scadere di un primo tempo a strappi che non offre emozioni, Marconi, che impegna Rafael in una deviazione d’istinto.La ripresa inizia con lo stesso canovaccio del primo tempo. Il Verona freme, desideroso di bissare il successo di domenica scorsa a Padova, e al 4’ Parola, con un cross dalla sinistra, mette i brividi nell’area ospite: il pallone danza davanti alla porta di Russo senza che nessun attaccante di casa giunga in tempo per il tap-in. Sale l’incitamento del pubblico veronese, che avverte la difficoltà del Pergo. Al 5’ una deviazione di testa di Tiboni fa sobbalzare il Bentegodi, ma il provvidenziale intervento di Finetti sulla linea di porta spegne gli ardori del popolo veronese. Tutti seduti, sconfortati. Anzi, no. Tutti in piedi al 16’: Federici commette un fallo in area di rigore su Tiboni. Penalty che lo stesso attaccante si incarica di trasformare. Russo rimane immobile sino all’ultimo momento, imbarazzando Tiboni. Parte il tiro, alla destra del portiere cremasco, e Russo, imperioso, pesca il jolly respingendo la conclusione. E allora: tutti seduti. Sconfortati. Anzi, no: esultano i fans cremaschi, alla stregua di un gol segnato. E tutti i compagni a stringersi attorno al giovane eroe di giornata, assai maturato come portiere e come persona rispetto a tre anni fa.Adesso la gara prende un’altra piega. Il Verona è demoralizzato, il Pergo galvanizzato dalla prodezza di Russo e approfitta dei meccanismi tattici allentati. Al 30’ il Pergo comincia a pizzicare dalle parti di Rafael, superbo a volare sotto l’incrocio dei pali per smanacciare in corner la punizione velenosa di Le Noci. Nulla può, invece, al 36’ il portiere veronese: lungo lancio per Tarallo, che defilato sulla sinistra aggancia la sfera da par suo, la controlla, attende il sostegno di Le Noci, al quale appoggia deliziosamente la sfera: tiro a pelo d’erba e per il Verona è notte fonda. Per il Pergo, in campo e sugli spalti, è un’orgia d’entusiasmo. L'immagine più bella, a fine gara, è l'abbraccio intenso tra Russo e Brivio, il quale, in questi gesti, già da tempo ha scelto anch'egli di fare il signore e la sua partita la vince pur restando in panchina, a dimostrazione dell'armonia del gruppo.
In attesa di uno spazio discreto con l’italiana d’oltralpe, godiamoci per oggi questo pudico orgasmo di gioia.

ww.uspergocrema.it

giovedì 19 febbraio 2009

martedì 17 febbraio 2009

ORGOGLIO CANNIBALE

Ieri sera prova d'orgoglio da parte dei ragazzi in campo e dei tifosi sugli spalti,
finalmente la curva Sud si é trasformata nel dodicesimo uomo proteggendo per tutto il corso della gara il possesso di palla dei gialloblu e fischiando quello degli avversari fino ad indurli all'errore.
Ottima, ancora un volta, la prova di carattere dei giocatori che non si lasciano abbattere dal pareggio e ci credono spinti dal pubblico che non smette mai di incitare i propri giocatori.

Ringrazio tutti i presenti per le splendide emozioni provate ieri sera, mi sono sentito orgoglioso di essere cremasco e finalmente fiero della mia curva .

Una sola nota negativa che si potrebbe fare a meno di sottolineare visto il risultato, ma per una questione di coerenza preferisco non risparmiarla, al 28° del secondo tempo appena preso il goal, cioé quando mancano 20 minuti alla fine della gara, ancora una volta il nostro eroe Piantoni ha pensato bene di mettere un difensore al posto di un attaccante.

Che cazzo di allenatore.....

PS. Sabato sul Torrazzo nell'intervista a Piantoni, il mister diceva: A 60 anni non posso essere simpatico a tutti....

Caro Piantoni, nesssuno discute la persona, non c'entra un cazzo 60 anni o la simpatia, da quado sei l'allenatore del Pergo, e ormai sono mesi, NON TI HO MAI VISTO UNA VOLTA AZZECCARE UN CAMBIO, mai una volta che mi sia sentito soddisfatto da una sostituzione, e credo proprio di non essere l'unico.

Campionato: PERGOCREMA - PRO PATRIA 2-1

Terza vittoria casalinga consecutiva per il Pergocrema, che frena la marcia della capolista Pro Patria con una doppieta di uno strepitoso Tarallo. Ottima la prestazione di tutta la squadra.

RETI: 42' Tarallo, 22' st Cristiano, 37' st Tarallo

PERGOCREMA: Russo; Marconi, Rossi, Finetti, Federi¬ci; Bonaventura (28' st Ghidotti), Brambilla, Sambugaro; Bonazzi; Le Noci (44' Facchinetti), Tarallo. A disp. Brivio, Ghidotti, Ragnoli, Quaresmini, Facchinetti, Bonazzi, Araboni. All. Piantoni.
PRO PATRIA: Anania; Music, Urbano, Morello, Barjie; Melara, Cosentini (18? st Cristiano), Migliorini (5' st Mosciaro), Cusano (39' st Bruccini); Correa, Fofana. A di¬sp. Devona, Dicuozo, Polverini, Cristiano, Bruccini, Girillo, Mosciaro. All. Lerda
ARBITRO: D’Alesio di Forlì (Drago di Caltanissetta, Crispo di Genova)NOTE: Serata fredda, temperatura vicino agli zero gradi. Spettatori: 1.500 di cui 1373 paganti. Ammoniti: Finetti, Garavelli, Correa, Sambugaro. Angoli 5 a 3 per il Pergocrema. Recupero: 2' + 3'

CREMA. – C’è una bella luna piena che veglia sul “Voltini”. La notte è fredda, ma Michele Tarallo riscalda gli animi dei cannibali con una doppietta che vale il successo. Un risultato meritato e splendido che significa, soprattutto, l’aggancio in classifica alla Cremonese. Un Tarallo così, emoziona e commuove, come nell’azione del primo gol: talentuosa e gagliarda. Un Pergo così: vivace, determinato, concentrato, esalta e fa ben sperare. D’accordo, la Pro Patria, virtualmente prima in classifica, lamentava qualche assenza importante, ma il suo organico è talmente consistente che ogni recriminazione in merito è sterile. Il Pergo è stato superiore per tutto il primo tempo, chiuso in vantaggio. Ha abbassato leggermente la guardia nella prima parte della ripresa, per poi riprendere il comando del gioco dopo il temporaneo pareggio avversario e ottenere, ad una decina di minuti dal termine, il gol che ha fatto esplodere di gioia lo stadio.Quella tra Pergocrema e Pro Patria, quindi, è stata una gara che ha riempito la testa e i cuori, ma anche gli occhi. Bella la formazione gialloblù, e anche coraggiosa. Nel momento più difficile del match, quando Cristiano, appena entrato, ha ulteriormente gelato i tifosi cremaschi, il Pergo ha tenuto l’anima coi denti, portando i bustocchi alla deriva. Al terzo assalto consecutivo in casa, la squadra di Piantoni ce l’ha dunque fatta ancora, sudando molto meno di quel che timorosamente ci saremmo aspettati. Masticano amaro gli ospiti, che perdono il primato, ma quantomeno sulle decisioni arbitrali non hanno nulla da recriminare. Benedetto ed intangibile il calcio di rigore, procurato e realizzato dal bentornato bomber gialloblù. E sul penalty, come si usa dire, è morta l’Aida. Rispetto alla gara di andata, disputata a senso unico, quella odierna è stata ben giocata, non eccessivamente spettacolare, ma tuttavia avvincente e poco condizionata da tatticismi che si sono insinuati soltanto nei primi minuti. Il Pergo si presenta con un paio di novità rispetto all’ultima sortita casalinga: in panchina rimangono Araboni e Bonazzi, rilevati da Tarallo e Bonaventura. La lista delle assenza tra gli ospiti è lunga, però inferiore rispetto a quella annunciata. Il temibile parigino Fofana, ad esempio, timbra il cartellino, ma Finetti e Rossi lo rendono docile con anticipi sistematici e senza peraltro timbrargli le caviglie. Partita corretta.La fase di studio dura pochi minuti, poi il Pergo rompe gli indugi e su cross dalla destra di un sempre più sorprendente Garavelli, Le Noci devia di precisione e costringe Anania alla deviazione in corner.La tensione si avverte. La Pro Patria vorrebbe la vittoria per riprendere il comando della classifica, il Pergo anela al successo per dare un’impronta più marcata ad un girone di ritorno iniziato male, ma proseguito bene. Al 19' Sambugaro prende l’iniziativa e si porta al limite dell’area: conclusione neutralizzata con sicurezza da Anania. Qualche minuto più tardi (25’) lo stesso Sambugaro scodella in area di rigore un cross sul quale si fionda più lesto di tutti Le Noci: esterno destro sul primo palo che il portiere ospite respinge d’istinto con il piede. E’ la prima grossa occasione della gara, che suggella il crescendo offensivo del Pergocrema. Il quale incalza ancora. Al 27’ bella combinazione al limite dell’area tra Tarallo e Le Noci: tiro a rientrare di quest’ultimo che termina al di là del palo sinistro di Anania.La Pro Patria replica affidandosi ad un assist delizioso di Cusano per Correa, che sul filo del fuorigioco rischia di annichilire i tifosi locali: Russo anticipa in uscita l’attaccante ospite, ma che rischio!
E’ comunque un breve intermezzo in un predominio territoriale quasi schiacciante dei cremaschi. Al 30’ Sambugaro recupera un buon pallone a centrocampo, guadagna il limite dell’area e nell’incertezza tra il passaggio laterale a Le Noci e la conclusione, sceglie la seconda soluzione senza letali effetti per Anania. Al 33’ si accende una baruffa a centrocampo per un presunto fallo di Fofana su Rossi, non rilevato né dall’arbitro, né dalle telecamere di mamma Rai. Si arriva quindi al 42’, con la prodezza del bomber: Brambilla lancia in profondità Tarallo, che dal limite dell’area, spalle alla porta, addomestica la sfera con il petto, uccella il controllo del centrale avversario, si gira e avanza portandosi avanti per due volte il pallone con la suola della scarpa destra e poi, sull’uscita di Anania, lo beffa con un preciso piatto. Il Voltini è in piedi per applaudire e si inchina difronte a tanta abilità e gagliardia. La Pro Patria invece si piega sulle ginocchia e attende la fine del primo tempo con la stessa ansietà di un pugile al tappeto che attende il gong prima dello scoccare del decimo secondo.Nella ripresa la Pro Patria si presenta più aggressiva. Al 5' Migliorini, dalla distanza, fa esplodere un diagonale insidioso: Russo accompagna la sfera, che esce a lato. Il Pergo comincia a soffrire la spinta avversaria e commette l’errore di indietreggiare di qualche metro. E così versa dazio. Al 22' , su corner dalla destra, Cristiano anticipa Bonaventura e insacca deviando di testa sotto l'incrocio dei pali. Adesso salgono brividi lungo la dorsale cremasca, ma è una sensazione fuggevole poiché la squadra mostra carattere e, soprattutto, un’ottima tenuta atletica. Riprende a manovrare, non si accontenta del pareggio e rimette in difficoltà la Pro Patria. Al 27' Garavelli si defila bene lungo la fascia destra e, giunto sulla linea di fondo campo, mette a centro area un invitante pallone per la testa di Tarallo, che impatta schiacciando troppo il pallone di testa. Tutto facile per Anania.Sussulto al 33': in palese gioco pericoloso, non fischiato, al limite dell’area Melara anticipa Garavelli, e la conclusione finisce fortunatamente sulla traversa. Dallo choc alla gioia sfrenata passano 2’: è ancora Brambilla a servire in area Tarallo, che tenta un’acrobazia in perfetta coordinazione, ma viene platealmente atterrato da Urbano. L’arbitro non può esimersi dal concedere il penalty, che lo stesso Tarallo, per nulla turbato dagli spettri della Sambenedettese che aleggiano minacciosi, trasforma di precisione e di potenza.L’esplosione del Voltini è immensa, come immensa è stata la prestazione di tutta la squadra. Una citazione, ovviamente, dev’essere indirizzata al ritorno del bomber, che ha avuto momenti di difficoltà in questa stagione. Poi è difficile dire chi ha giocato meglio di altri, perché il successo di questa notte incantata è il risultato di una condotta impeccabile di tutto il collettivo. Sicché quando al 48' Tarallo fa l’altruista servendo un gradevole assist a Facchinetti, che calcia su Anania in uscita, più che il rammarico per la mancata tripletta, rimane la soddisfazione di aver legittimato, anche in questa circostanza, il successo che spinge il Pergo a fianco dei cugini cremonesi. Chi l’avrebbe sottoscritto dopo 22 giornate di campionato?

www.uspergocrema.it