Con un rigore, per fallo su Florean, trasformato al 92' da Le Noci, il Pergo supera il Figline, ottenendo un meritato successo. Nella ripresa la pressione offensiva maggiore.
Pergocrema - Figline 1-0
Rete: 47’ st Le Noci (rigore)
Pergocrema: Colombi, Ghidotti, Rossi, Cazzola, Bonfanti, Federici, Florean (48’ st Guerci), Marconi (23’ st Storm), Crocetti (7’ st Brambilla), Le Noci, Uliano. All. Rastelli. A disp.: Manzoni, Tobanelli, Galli, Bonometti.
Figline: Pardini, Mugnaini, Pasquini (43’ st Duravia), Ghinassi, Redomi, Bettini, Guerri, Campolattano, Fioretti (36’ st Frediani), Chiesa (19’ st D’Antoni), Fanucchi. All. Torricelli. A disp.: Novembre, Peruzzi, Del Vivo, Cosentini.
Arbitro: Di Stefano di Alghero (Aretano di Parma e Ricci di Reggio Emilia)
Note: Pomeriggio soleggiato, terreno in buone condizioni. Spettatori 1.183 per un incasso lordo, compresa quota abbonati, di € 6.373. Ammoniti: Rossi, Cazzola, Colombi, Fanucchi, Guerri e Pasquini. Angoli 5 a 2 per il Figline. Recupero: 1’ + 6’.
CREMA. – Forse perché del lieto successo tu sei l'imago, a noi sì caro vieni, o Beppe! Ancora lui, il bomber, al quale non trema il piedino nei minuti di recupero per battere, dal dischetto del rigore, la formazione toscana del Figline. E ancora lui, Lauro Florean, a procurarsi, come contro il Novara, il penalty ed evocare il canto che giace silente nel cuore della Sud in attesa che Le Noci esali l’ultimo sospiro di un match sofferto soltanto là davanti. Quindi, alla fine, tutto è compiuto e il Pergo nuota nel lardo. In tempi poveri, il lardo era appunto simbolo dell’abbondanza e la compagine cremasca si accontenta di pasteggiare con un rigore peraltro ineccepibile, quando avrebbe meritato un banchetto ben più regale per il predominio esercitato nel corso della ripresa. Però, come una settimana fa, si avverte qualche malessere nella fase terminale della manovra offensiva, tant’è che non si ricordano conclusioni eccitanti verso la porta difesa da Pardini, indisponente (pro domo sua) in occasione delle rimesse da fondo campo, con la complice tolleranza di un arbitro che ha provato sino al termine a mantenere il suo singolare score: nelle undici precedenti gare dirette in LegaPro, erano state cinque le vittorie delle squadre in trasferta e solo quattro quelle delle formazioni di casa. Oggi si è compreso che l’annotazione statistica non era poi così casuale ed il fatto che non abbia potuto esimersi dal decretare la massima punizione, conferma che il fallo su Florean non alimenta dubbi, legittimando pienamente il successo del Pergo.
Anche nella prima frazione di gioco, meno sbilanciata verso i colori locali, la formazione gialloblù ha comunque osato qualcosa in più rispetto agli avversari, ma lo ha fatto giocando spesso palloni alti e abiurando il credo di mister Rastelli, che ha spesso esortato i suoi ragazzi a “darla sul piede”. Nella ripresa, con l’inserimento dapprima di Brambilla il “temporeggiatore”, che ha spruzzato fosforo sul gioco cremasco, e poi di Bo Storm, che ha catapultato ottimi cross nel centro dell’area toscana, la spinta offensiva è stata più sostenuta e costante e qualche insidia maggiore è approdata nell’area ospite.
Detto del finale, ripartiamo dall’inizio. Se non ricordiamo male, il Figline era stato preso a modello dalla LegaPro per aver “piazzato” il maggior numero di tessere del tifoso. Probabilmente oggi i possessori toscani della tessera l’hanno utilizzata per andare a fare shopping in qualche ipermercato di Figline e dintorni (apre le porte di tutti gli stadi, ma anche quelle dei negozi: la domenica si può quindi scegliere), vista la desolazione della Curva Nord del Voltini, semplicemente vuota. Dovremo abituarci, nella speranza che dalla parte opposta prevalga la fede gialloblù e la Sud risponda “presente!”. Anche oggi, tuttavia, non sono mancati i cori di dissenso dei cannibali. “Frangar, non flectar”. (“Mi spezzerò, ma non mi piegherò”), è la versione corretta, rispetto a quella corrente, del motto oraziano. Si addice perfettamente al braccio di ferro, intrapreso dalla Curva Sud, che prosegue ardito e coerente nei confronti della tessera del tifoso, voluta dal Ministero dell’Interno. Rispetto ai precedenti incontri casalinghi, non c’è stato nel primo tempo del Voltini il silenzio tombale. Però nella sua complessità, anziché uno stadio che celebra cori e boati, affiora la sensazione di un sacrario che impone al limite qualche sussurro. Dopotutto, in settimana, è stato recitato il Requiem da parte dell’Osservatorio, dopo che in precedenza era stata impartita l’estrema unzione dall’inflessibile reverendo locale, alias commissione di vigilanza sugli spettacoli. Le iniziali minuscole non sono casuali. E allora proseguiamo nelle citazioni, dantesca questa volta, come un invito amaramente ironico alla rassegnazione: “Vuolsi così colà dove si puote…”, che vuole sottolineare l’inutilità di opporsi a un ordine che appare arbitrario, vanificando la speranza di poter modificare una situazione ormai decisa da chi può imporre ad altri la propria volontà senza dover rendere conto a nessuno.
Proseguiamo con l’incipit della gara, e cioè con la formazione cremasca che presenta Bonfanti al posto dell’indisposto Di Bella. Il resto è come a Viareggio, dove il Pergo aveva riscosso unanimi consensi, al di là del risultato. Il primo tiro, insidioso, cade al 7’, da parte del Figline, che replica, sempre dalla distanza al 15’: nessun problema per Colombi. Al 16’ annotiamo uno scambio tra Florean e Le Noci, con conclusione di quest’ultimo parata senza difficoltà da Pardini. Al 18’ Di Stefano inaugura la giornata non troppo felice fermando un’azione di rimessa del Pergo, per assegnare alla formazione di casa un fallo subito a centrocampo. La norma del vantaggio è un optional.
Al 25’ Fanucchi, con un diagonale, impegna Colombi, mentre un minuto più tardi apprezziamo una buona iniziativa di Marconi, che giunto sulla linea di fondocampo mette sul primo palo un rasoterra sul quale si gettano Crocetti e Florean, anticipati da Pardini. Infine, al 31’, si assiste ad una punizione di Le Noci da circa 30 metri, che non procura danni alla porta ospite. Il primo tempo si conclude senza altre soverchie emozioni, con l’auspicio di una ripresa più frizzante.
In effetti, nel secondo tempo il Pergo spinge con più determinazione, sostenuto dalla regia di Brambilla. Il quale, al 10’, lancia in profondità Cazzola il cui tiro volante sotto porta esce di poco. Al 21’, da una punizione dalla destra di Le Noci, svetta in mischia Rossi, ma la deviazione non è precisa. Per assistere alla prima vera conclusione nella porta avversaria bisogna però attendere il 24’: iniziativa personale di Florean, che si accentra e scarica un siluro respinto in corner da Pardini. Adesso il pressing offensivo del Pergo è tambureggiante: al 25’ cross dalla sinistra di Federici e Cazzola, sul secondo palo, schiaccia di testa, ma senza precisione. Manca di giustezza anche la deviazione al 27’ di Le Noci, a seguito della punizione dalla destra di Storm. Si ripete la situazione al 32’: punizione sempre di Storm (questa volta dal fronte sinistro) e Le Noci manda il pallone di una spanna sopra la traversa.
Il Pergo insiste, ed in effetti meriterebbe il vantaggio. E’ sempre Le Noci ad essere il punto di riferimento dell’azione cremasca: al 36’ è ottimo il cross di Florean per la testa del bomber, che non trova la porta avversaria. Insiste il Pergo ed insiste Florean a mettere in area palloni appetibili: al 42’ è per Cazzola, che in scivolata manca il tapin di un niente. Quando la partita sembra ormai avviata verso un mesto pareggio, ecco il sussulto della coppia più bella di Crema: sul corpo di Florean, che in area stava chiudendo la triangolazione avviata con Le Noci, scende a peso morto come manna dal cielo Duravia, entrato da poco meno di cinque minuti. Il direttore di gara non ha esitazioni ed indica il dischetto: Beppe-gol manda il portiere a sinistra ed il pallone a destra. Adesso sì, che tutto è compiuto.
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