lunedì 14 dicembre 2009
Campionato: Sorrento - Pergocrema 0-0
Sorrento: Marconato, Feussi, Angeli, Niang, Lo Monaco, Fernandez (44’ st De Giosa), Vanin, Greco, Myrtaj (33’ pt Nicodemo), Paulinho, Arcidiacono (25' st Esposito). All. Novelli. A disp.: Criscuolo, Di Nunzio, Gambuzza, Saraniti.
Pergocrema: Colombi, Ghidotti, Federici, Cazzola, Bonfanti, Trovò, Galli, Guerci, Degano (17’ st Florean), Le Noci, Uliano. All. Bonazzi – Scanziani. A disp.: Manzoni, Tobanelli, Brambilla, Vezzoli, Crocetti, Anastasi.
Arbitro: Aureliano di Bologna (Maruccia di Avezzano, Dioletta di Teramo)
Note: Pomeriggio umido, terreno in erba artificiale. Spettatori 645, di cui 308 abbonati (presenti 20 cannibali arrivati a Sorrento con un pulmino), per un incasso di euro 4.493.. Espulso al 31’ pt Niang per fallo su Cazzola). Ammoniti: Fernandez, Ghidotti, Bonfanti, Trovò. Angoli 12 a 6 per il Sorrento. Recupero: 1’ + 3’.
SORRENTO. – La musica del cuore. Il golfo di “Surriento” ispira compositori, ma la giornata grigia non suscita speciali emozioni in un Pergo che arresta lievemente l’emorragia, muovendo la classifica. Quando le nubi sopra lo stadio si spostano spinte dal vento, all’orizzonte affiora anche l’arcobaleno. Sono i colori dell’iride, i colori della pace e a fine gara, quando i giocatori, dopo essersi abbracciati in mezzo al campo come fossero usciti da un incubo, si incamminano sotto la curva presidiata dai venti cannibali giunti sin qui, viaggiando di notte e rientrando di notte, il reciproco applauso forse è qualcosa di più di una semplice tregua. Anche questa, vista da fuori, è musica dell’anima, è una passione indomita che scandisce i tempi delle tribolazioni, delle ansie, della speranza. E’ un gesto di rispetto e implicitamente pure una richiesta di sostegno. Avanti così!
Un pareggio, in casa di una formazione che sprizza salute, sarebbe stato sottoscritto senza la minima esitazione alla vigilia del match. E Bonazzi e Scanziani, probabilmente, avevano impostato la gara su tale risultato. Durante l’incontro, invece, quando la formazione campana è rimasta in inferiorità numerica (31’ pt), ci si attendeva forse maggiore spregiudicatezza offensiva, che la squadra cremasca non ha mostrato di avere. Il Pergo ha proseguito rimanendo coperto, sfruttando soltanto qualche rimessa in contropiede, sfiorando però il colpaccio nei minuti finali con Florean.
La città di Sorrento era anticamente identificata come un luogo di presenza delle sirene, da cui deriverebbe anche il toponimo (da “Sirenide”). Le leggende narrano dei naviganti che ammaliati dalle creature metà donna e metà pesce, naufragavano contro le scogliere. A Sorrento il Pergo non voleva nuovamente arenarsi e non si è fatto incantare dalla superiorità numerica, accontentandosi di un punto, anziché rischiare di trovarsi nuovamente a mani vuote.
E’ dunque finita come si sperava: non con una sconfitta. Puntare al pareggio aveva i suoi buoni motivi, anche perché sui centrali della difesa gialloblù ci sono buoni motivi per imprecare. Non sulla prestazione di Trovò e di Bonfanti (quest’ultimo, peraltro, indicato dagli scriba tra i migliori in campo). Piuttosto ci riferiamo alla iattura che si è scatenata su questo nevralgico ruolo limitandone le scelte tecniche: Brighenti, Pambianchi, Rossi, Zaninelli e Di Bella affollano infatti l’infermeria.
Non è invece affollato lo stadio “Italia” all’ingresso in campo delle due squadre. Però ha smesso di piovere. Il terreno in erba sintetico rappresenta un’incognita per il Pergo, mentre è un’arma in più a favore dei locali, ormai adattatisi alla superficie innaturale. Come pure, il Sorrento, è abituato alle ridotte dimensioni del campo, che procurano qualche incertezza ai cremaschi nel prendere le misure dei passaggi lunghi. Di fronte a questi inconvenienti, si può dire che il Pergo ha fatto la sua onesta partita; di fronte all’uomo in meno degli avversari, forse era lecito osare maggiormente. Però va bene così perché, di questi tempi, è difficile chiedergli più di quanto ha dato.
Tra infortuni e scelte tecniche, la formazione iniziale mostra diverse novità rispetto alla domenica precedente. Presenta soprattutto una formazione con cinque "baby": Colombi (classe 1991), Trovò (1990), Guerci e Uliano (1989), Galli (1988), tre dei quali hanno pure ottenuto la "nomination" per il nostro settimanale sondaggio. Confortante. Un po’ in affanno, ma complessivamente decoroso in difesa, il Pergo ha retto altrettanto dignitosamente il confronto a centrocampo, mentre il reparto offensivo ha solleticato nel primo tempo e punto di più nella ripresa.
Per oltre un quarto d’ora succede poco o nulla. Le due squadre si controllano a distanza, mentre il terreno di gioco mostra tutte le sue insidie quando il pallone schizza sulla superficie sintetica. Il controllo è difficoltoso ed i pericoli arrivano principalmente da palle inattive. Come al 18’: calcio di punizione dal limite, battuto da Myrtaj da posizione centrale, che la barriera devia in corner. Dalla battuta, Niang incorna verso Colombi, che addomestica sicuro la sfera.
Direttamente da un calcio d’angolo (22’) registriamo la seconda insidia in area cremasca: Angeli carica di effetto il cross, con pallone che si stampa sul primo palo, prima che la difesa ospite possa allontanare la minaccia. Il Pergo manifesta parecchia fatica ad impostare la manovra: il campo ridotto, più che l’aggressività degli avversari, ne condiziona l’azione. Al 31’ il Sorrento rimane in dieci uomini per l’espulsione di Niang, sancita forse con troppa severità dal direttore di gara a seguito di un intervento falloso su Cazzola. Non è tuttavia impossibile, per i padroni di casa, ricoprire i già contenuti spazi con l’handicap numerico. Ed infatti, pur illudendoci, non si avvertirà nel prosieguo della partita una sostanziale differenza. Soprattutto non si avverte, nel Pergo, un diverso approccio. Però al 38’ i gialloblù si avvicinano al vantaggio con Uliano, il quale, lanciato da Cazzola, evita l’intervento di Marconato con un pallonetto che si spegne comunque sul fondo. Altra opportunità un minuto dopo, per il piedino vellutato di Le Noci: corner di Galli, la difesa campana respinge corto e dal limite dell’area il bomber gialloblù indirizza tra le braccia di Marconato una conclusione centrale.
L’inizio di ripresa è favorevole al Sorrento, che al 3’, con Fernandez, impegna Colombi dopo gli sviluppi di un corner. Replica il Pergo, e lo fa con Le Noci: conclusione da fuori area sulla quale Marconato si distende deviando sul fondo. Non c’è, da parte del Pergo, la marcia in più. Però l’incedere offensivo, nel secondo tempo, è più costante. Al 19’ su corner di Le Noci, Cazzola anticipa sul primo palo la difesa avversaria, ma il suo colpo di testa termina alto sopra la traversa.
Da una parte o dall’altra, sono comunque sempre su calci da fermo che arrivano le principali preoccupazioni, a conferma delle “trappole” insite nel fondo sintetico inumidito dalla pioggia caduta sino a pochi minuti prima della partita. Al 21’, ovviamente su calcio di punizione, Paulinho dal limite dell’area prova a sorprendere Colombi, con la complicità di una deviazione della barriera. Al 25’ è invece sontuoso Colombi nel respingere la ravvicinata deviazione di testa in mischia di Fernandez, su angolo di Greco, salvando il risultato. Cresce, quindi, il portierino gialloblù.
L’ultima opportunità della partita è firmata dal Pergo. Guerci (42’) intercetta un disimpegno dei locali sulla trequarti e serve Florean, che fa esplodere tutta la sua rabbia con un sinistro dal limite, ma Marconato emula il collega cremasco deviando in corner la sfera calibrata nell’angolino basso.
Finisce dunque in parità e soprattutto finisce con i giocatori che sembrano essersi liberati da un peso che li opprimeva. La gioia mostrata è paragonabile ad una vittoria perché il Pergo aveva più voglia di punti che di svolazzi. Ha mosso una classifica che, ironia, forse è pure peggiorata. Però ha rimosso un blocco psicologico e speriamo che da qui, “dove il mare luccica e tira forte il vento”, il ritornello della canzone che Lucio Dalla dedicò a Caruso rappresenti l’inno che trasmette reciproca fiducia tra la squadra ed i cannibali. Oggi un piccolo passo è stato fatto anche in questo senso.
Pergocrema - Lumezzane 1-2
CREMA. – Hic sunt leones? Nessun ruggito, nessun alibi. Solo qualche artigliata, qua e là, nel corso del primo tempo. Poi, nella ripresa, se c’è stato, è stato un ruggito del coniglio. Il crepuscolo non ispira tenerezza e alla fine esplode la rabbia che i cannibali covavano in corpo da alcune settimane, e rimane molta amarezza. Non per la contestazione, che aleggiava nell’aria dopo la prestazione di Pagani (“Fino a quando, o Catilina, abuserai della nostra pazienza?”, ammoniva Cicerone), da parte di chi avverte uno scarso impegno (ancor più degli scarni risultati), e lo traduce in un atto di infedeltà ai colori sociali. Di fronte all’evidenza non ci sono argomentazioni da brandire, ma soltanto tristezza per il clima ormai ostile che pone in contrapposizione la piazza alla squadra, mentre in un momento così delicato, per risalire dalle asperità c’è bisogno di sostegno, di dialogo e di confronto, non di scontro frontale, che non giova alla comune causa. D’accordo, la biblica pazienza di Giobbe può essere colma ed è pure comprensibile (anzi, sostenibile), lo stato di malessere della curva, ma il “muro-contro-muro” sarebbe senz’altro deleterio. Per fortuna non è stato uno scontro, quello avvenuto al termine della partita, tra una cinquantina di ultrà che sono riusciti ad infiltrarsi sino all’ingresso degli spogliatoi (complimenti per il blitz, ma nessuno poteva prevenirlo?) e la squadra afflitta e demoralizzata. E’ stato un chiarimento schietto, ma con toni tutto sommato civili e chissà che possa servire a remare tutti quanti lungo la stessa corrente, nell’interesse dei colori gialloblù.
“Grato m’è il sonno e più l’esser di sasso”. Vorremmo, però non riusciamo a restare insensibili alla posizione di classifica sempre più inquietante, o alla protesta della Sud sempre più irritata. Adesso cala il silenzio dopo l’ennesima sconfitta stagionale che vorremmo non dover commentare.
Spesso, durante l’incontro, è stata evocata la presenza in campo di undici leoni, ma nella ripresa, quando il Lumezzane ha cominciato a giocare com’era nelle sue potenzialità, è stato il Pergocrema ad essere come il profeta Daniele nella fossa dei leoni ospiti, con la differenza che nessun miracoloso intervento divino lo ha potuto salvare dalla capitolazione finale. In verità, qualche miracoloso intervento lo aveva prodotto Colombi, ma alla fine è servito soltanto a limitare i danni.
Invece nel primo tempo la squadra gialloblù, sospinta forse dalla nobiltà dell’essere, quantomeno non aveva sfigurato, a parte le occasioni da gol sciupate sotto la porta avversaria che hanno procurato un po’ di rossore e di imbarazzo. Rimane ora da capire quanto l’inerzia mostrata nella prima parte della gara dal Lumezzane, possa aver illuso il Pergocrema, rispetto ad una ripresa in cui i bresciani hanno invece imperato ed i cremaschi traccheggiato. Questione di lana caprina, direbbe qualcuno, considerato l’esito conclusivo del match.
Il Pergo presenta dal primo minuto il neo acquisto Zaninelli, che prende il posto di Di Bella. Rientra anche Bonfanti, con Ghidotti che rileva sulla fascia destra Guerci, relegato in panchina. In avanti la coppia Bonazzi-Scanziani preferisce Crocetti a Degano, con Florean e Le Noci disposti lungo i corridoi laterali. Stacca la presenza anche Cazzola, al rientro dopo le due giornate di squalifica e a farne le spese, nella circostanza, è Galli.
Di Cazzola, al 10’, è il primo affondo della partita: intercetta nella trequarti un disimpegno della difesa avversaria e conclude dal vertice destro dell’area di rigore. Il pallone ribattuto giunge sui piedi di Florean, che crossa a centro area dove Crocetti interviene di testa, angolando troppo la deviazione. Si ripete ancora Cazzola al 16’: analoga posizione e diagonale che sorvola di poco la traversa.
Il ritmo non è elevato, il Lume si chiude nella propria metà campo e attende l’offensiva avversaria. Ogni tanto, comunque, varca la linea centrale, tenendo in allarme Colombi. Come al 20’: Marconi prova a sorprendere il portiere gialloblù dalla distanza, Colombi devia in corner. La replica del Pergo è affidata alla potenza esplosiva di Florean (23’), che impegna Gazzoli con un diagonale dalla destra, mentre al 27’ la punizione di Le Noci, battuta da discreta posizione, risulta innocua per il portiere ospite. Virtualmente è ben più insidiosa l’azione di rimessa al 28’, in superiorità numerica, con l’ultimo passaggio di Florean verso Le Noci intercettato dalla difesa bresciana.
Al di là dell’indolente atteggiamento del Lumezzane, è comunque un Pergo volitivo quello che si presenta spesso insidioso dalle parti di Gazzoli. Al 31’ bella combinazione sulla sinistra tra Le Noci e Federici, con traversone di quest’ultimo per Crocetti, il quale da ottima posizione si sperimenta in una conclusione acrobatica, spettacolare ma improduttiva. Si insiste al 34’: Uliano serve in profondità Le Noci, che da posizione ravvicinata si vede ribattere il tiro dai piedi di Gazzoli. La migliore occasione da gol del Pergo giunge al 37’: cross dalla sinistra di Le Noci al centro dell’area per Crocetti, che prova la deviazione volante. Omissis.
Il pericolo scampato scuote il Lumezzane, che cambia registro e inizia a proporsi dalle parti di Colombi con maggiore continuità. Al 39’ è Pintori, con un tiro cross dalla sinistra, a procurare un po’ di apprensione (pallone che sfuma sul secondo palo), mentre al 40’ la formazione bresciana passa in vantaggio. Colombi respinge coi pugni una punizione e la sfera rimbalza sul braccio di Ghidotti (peraltro tutto solo, quindi l’involontarietà e la mancanza di danno procurato potevano far propendere ad una decisione meno severa). Calcio di rigore che Pintori trasforma di potenza e di precisione. La depressione è comprensibile: dopo aver dominato per tutto il primo tempo, è invece il Lumezzane, al secondo affondo, a raccogliere i frutti. La reazione fortunatamente è immediata e clonando la situazione nell’area opposta, al 45’ è il Pergo a beneficiare del penalty, con bomber Le Noci che spegne l’undicesima candelina stagionale.
Nella ripresa il Lumezzane mostra il rovescio della medaglia. E’ la squadra bresciana ad imporre i ritmi della gara, a gestire il pallone e procurarsi un’infinità di occasioni da rete. Il Pergo, pur in un pomeriggio grigio di fine autunno, sembra un pezzo di ghiaccio che si scioglie sotto la canicola d’agosto. Purtroppo è una squadra spenta, poco reattiva, poco lucida nella costruzione di un gioco che smarrisce progressivamente con il trascorrere dei minuti e difronte al piglio autoritario degli ospiti. Al 19’ Galabinov, entrato da una manciata di secondi, svetta in area e costringe Colombi a deviare il pallone in calcio d’angolo. Dal corner è lo stesso Galabinov a sorprendere la difesa cremasca e di testa indirizza la sfera sul palo alla sinistra del portiere locale. Chissà, forse la dea bendata comincia ad intenerirsi. E’ una sensazione che prende corpo anche al 25’, quando Ghidotti scivola sulla trequarti favorendo l’iniziativa in contropiede di Bradaschia. Colombi è provvidenziale uscendo dall’area e ribattendo con il petto il tentativo di conclusione dell’attaccante ospite.
Adesso il Pergo è un po’ come l’araba fenice: che ci sia ciascun lo dice, dove sia, nessun lo sa. Per fortuna che c’è Colombi, al 35’, a respingere un diagonale sbucato dalla destra; riprende il pallone Bradaschia in mezzo all’area e la sua botta è respinta con il corpo da Zaninelli. Per fortuna che c’è Colombi anche al 43’, costretto ad una triplice prodezza consecutiva su altrettante conclusioni ravvicinate degli attaccanti ospiti. L’ultima deviazione procura un corner a favore del Lumezzane e sul tapin di Romeo, appostato sul secondo palo, scende la notte e cadono le palle.
martedì 1 dicembre 2009
Campionato: Paganese - Pergocrema 3-0
Paganese – Pergocrema 3-0
Reti: 10’ st Maisto, 12’ st Lasasgna, 30’ st Ibekwe.
Paganese: Melillo, Grimaldi, Gambi, Maisto, Panini, Castaldo, Izzo, Memushaj, Lasagna (24’ st Tortori), Ibekwe (34’ st Zarineh), Sciannamè (30’ st Cucciniello). All. Palumbo. A disp.: Saraò, Tagliamonte, Tufano, Marzocchi.
Pergocrema: Colombi, Guerci, Federici, Brambilla, Ghidotti, Di Bella, Florean (15’ st Gherardi), Galli, Tarallo (41’ st Bonometti), Degano, Uliano (28’ st Anastasi). All. Bonazzi. A disp.: Manzoni, Trovò, Tobanelli, Crocetti.
Arbitro: Zanichelli di Genova (Belcastro di Taurianova e Fascetti di Reggio Calabria)
Note: pomeriggio nuvoloso con brevi squarci di sole, temperatura accettabile, terreno in discrete condizioni. Spettatori 1000 circa. Ammoniti Maisto, Castaldi e Galli. Angoli 8 a 1 per la Paganese Recupero: 1’ + 4’.
PAGANI. – Cristo si è fermato a Eboli. Cinquanta chilometri più in là, zone aride e depresse. Lo sosteneva Carlo Levi narrando il suo esilio in terra lucana. Eboli era il capolinea della civiltà, dove finivano la loro corsa strade e treni. Poi la desolazione.
Oggi, invece, Cristo si è fermato a Crema, abbandonando al suo destino un Pergo imbarazzante. Pagani, cinquanta chilometri più in qua, è il capolinea della formazione gialloblù, che ha raschiato il fondo senza trovare mordente, idee, sé stessa. Troppo brutta, questa squadra, per essere vera; però è pesante anche la sconfitta, e il risultato è purtroppo tremendamente reale.
Una buona occasione, nel calcio come nella vita, si presenta sempre. Il problema è saperla riconoscere e non sempre è facile. La buona occasione al Pergocrema poteva capitare oggi, e non sarebbe stato un azzardo pronosticarla. Dopo il successo di domenica scorsa al Voltini, il match contro il fanalino di coda giungeva propizio per sbattere le ali e salire di un altro gradino in classifica. Invece il Pergo non ha saputo riconoscere la buona occasione e, angosciati e storditi, ci ritroviamo ora a fare i conti con una sgradevole ignavia che non lascia intravedere nulla di buono neppure per il futuro. Di fronte ad una prestazione così impalpabile e insipida, non ci sono attenuanti, mentre c’è un pensiero per quei tredici “pazzi” cannibali che in poco più di un giorno consumeranno venti ore di viaggio a bordo di un pulmino per essere stati testimoni di questa maledetta trasferta nel profondo sud. Partiti con il cuore colmo di illusoria fiducia, rientreranno con l’animo indignato di chi si è sentito tradito. Quantomeno le nostre scuse, sebbene non potranno mitigare la rabbia, non sono di prammatica, ma sincere.
Il Pergo non è mai stato in partita e già nel primo tempo la Paganese ha fatto barcollare la difesa avversaria. La differenza l’ha fatta la fame, che si traduce nella filosofia di gioco aggressiva ed aspra implicita nel Dna della formazione campana, rispetto agli arzigogolati ricami dei cremaschi. Eppure, anche il Pergo, classifica alla mano, avrebbe dovuto essere ispirato dallo stesso forte desiderio, affrontando l’incontro con un piglio agonistico assai più determinato di quanto ha mostrato di saper o di voler fare, per saziare quel bisogno di punti che non può ignorare.
Qualche nuvola si addensa nel cielo sopra Pagani, ma la temperatura è comunque accettabile (15°) quando le due squadre fanno il loro ingresso in campo. Lo stadio “Marcello Torre” è dedicato all’ex presidente della Paganese. Eletto sindaco della cittadina nel 1980, l’11 dicembre dello stesso anno venne assassinato per essersi opposto alle infiltrazioni camorristiche nelle procedure di assegnazione dei primi appalti di ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia. Come mandante dell’omicidio fu condannato all’ergastolo il boss Raffaele Cutolo.
Mister Bonazzi deve rinunciare a Beppe Le Noci e alla fine l’assenza del bomber si avvertirà: la difesa più vulnerabile del girone, infatti, esce imbattuta. Anche questo è un ulteriore allusivo segnale delle difficoltà offensive dei gialloblù. Al suo posto viene schierato Tarallo. Per il resto, è confermata la formazione vincente impiegata contro il Monza.
I primi minuti sono ingannevoli. Infatti, già al 2’ il Pergo si presenta in area di rigore avversaria: Galli calibra l’assist per Uliano, il quale calcia prontamente a rete, ma in modo debole facilitando l’intervento di Melillo. Poi cominciano a calare le tenebre sul gioco cremasco. La Paganese sta carburando e ancora non scopre la velocità e la proverbiale forza fisica che ci si attendeva sin dalle prime battute, favorendo al momento la gestione della gara da parte del Pergo, che tuttavia non produce manovre briose e insidie particolari.
In attesa che esploda la formazione di casa, quasi con diffidenza i gialloblù rimettono il naso dalle parti di Melillo: Florean, al 19’, vince un contrasto sulla fascia destra e catapulta in area un traversone sul quale né Tarallo, né Degano arrivano con puntualità all’impatto con la sfera. L’azione prosegue e ci prova Uliano, con un tiro dalla distanza, a sorprendere il portiere locale: la destinazione del pallone è da dimenticare.
La Paganese intanto accumula calci d’angolo. Al 27’ è già a quota sette: qualcosa vorrà pur dire sulla pressione che monta dalle parti dei padroni di casa. I quali, al 32’, recriminano per un presunto fallo in area che avrebbe commesso Di Bella ai danni di Izzo. Al 35' le proteste si spostano sul versante opposto: Tarallo controlla il pallone in area e sul contrasto di Castaldo cade a terra, invocando l’indulgenza dell’arbitro, che fa proseguire.
Si prosegue stancamente, sino al 45’. Punizione battuta da Guerci sulla destra, all’indirizzo di Brambilla, il quale crossa dalla trequarti servendo, al limite dell'area piccola, Florean: incornata indisturbata, ma imprecisa e la ghiotta occasione svanisce nel nulla.
Dal nulla arriva, in sala stampa, una hostess con vassoi colmi di pasticcini: è il miglior affondo del primo tempo al “Marcello Torre”. E giù, come satrapi, a mettere qualcosa tra i denti e riempirsi lo stomaco di crema chantilly. Qualcosa, almeno, ci portiamo a casa.
Tra i denti, nella ripresa, perverranno invece tre montanti da parte della Paganese che faranno smarrire il sorriso all’entourage gialloblù. Già l’inizio mostra un Pergo barcollante. Al 2’ Di Bella serve involontariamente Ibekwe, il quale, ingrato, ciabatta malamente la conclusione vanificando il regalo. Un minuto dopo è Lasagna a mangiarsi un’altra occasione, e la sirena dell’allarme in casa cremasca fischia per la seconda volta.
A forza di provare da una parte, e a forza di restare svogliati dall’altra, fatalmente arriva il vantaggio della Paganese. Su punizione al 10’ di Sciannamè, battuta all’altezza della linea di fondo campo, Maisto giganteggia in area e di testa mette la sfera dove Colombi non può arrivare. Neppure il tempo di prendere coscienza della scomoda situazione, e i locali raddoppiano. Al 12’ Maisto intercetta un pallone a centrocampo e fa proseguire sulla fascia destra Izzo, il cui traversone in area è raccolto da Lasagna, che apparecchia la tavola in mezzo ad una difesa in contumacia, e si serve il “secondo”.
Il Pergo esce di scena. In campo c’è soltanto la Paganese, che famelica insiste costringendo la difesa gialloblù agli straordinari, nonostante la partita sia ormai bollata. E con il trascorrere dei minuti, il Pergo capitola per la terza volta, rendendo ancor più avvilente la trasferta ai confini dell'immaginario. E’ Ibekwe a chiudere la vertenza al 31’, dopo aver superato dapprima Di Bella in velocità e poi Colombi in uscita.
Finisce con una sconfitta umiliante, nella prestazione ancor prima che nel risultato. La Paganese ha messo sul piatto della bilancia cuore e grinta, impartendo al Pergo una crudele lezione di umiltà. Si rientra quindi nel tunnel e per uscirne bisognerà far tesoro di questo insegnamento di semplicità, modestia e attaccamento quasi morboso alla maglia che si indossa. Altrimenti saranno ancora dolori.
lunedì 23 novembre 2009
Campionato: Pergocrema - Monza 2-1
Nella ripresa un aggressivo Pergocrema ribalta una situazione che si era fatta critica dopo il vantaggio ospite del primo tempo. Uliano e Le Noci firmano le reti del successo che interrompe la lunga striscia negativa di cinque sconfitte consecutive.
Pergocrema – Monza 2-1
Reti: 5’ pt Iacopino (rigore), 12’ st Uliano, 18’ st Le Noci.
Pergocrema: Colombi, Guerci, Federici, Branbilla, Ghidotti. Di Bella, Florean (37’ st Tobanelli), Uliano (50’ st Bonometti), Degano, Le Noci (52’ st Crocetti), Galli. All. Bonazzi A disp.: Manzoni, Trovò, Gherardi, Anastasi.
Monza: Westerveld, Esposito, Barjie, Eramo, Fiuzzi, Tuia, Iacopino, Campinoti (33’ st Anghileri), Russo (31’ st Mosca), S. Seedorf (18’ st Chianese), Samb. All. Cevoli. A disp.: Rossi Chauvenet, Riboni, C. Seedorf, Prato.
Arbitro: Tidona di Torino (Calò di Molfetta, Buondonno di Torre Annunziata).
Note: pomeriggio uggioso, terreno non in perfette condizioni. Già nel corso del primo tempo si è resa necessaria l’illuminazione artificiale. Spettatori 1200 circa, di cui 427 paganti e 750 abbonati, per un incasso di euro 6.901. Ammoniti Le Noci, Campinoti, Tuia e Mosca. Angoli 4 a 2 per il Monza. Recuperi 1' + 9'.
CREMA. – Mutatis mutandis. La biancheria intima non ha nulla a che vedere, anche se dopo il primo tempo sembrava che il Pergo avesse calato i pantaloncini. In effetti, a volte qualcosa bisogna cambiare, per cambiare le cose. Adesso bisognerebbe avere la mente sgombra dalle tensioni del primo tempo, per concepire un caldissimo epinicio e azzeccare qualche aggettivo che restituisca il senso di liberazione e di contemporanea spossatezza dopo il gol di Le Noci, che interrompe l’emorragia di cinque sconfitte consecutive. Il boato della Sud è anch’esso di assoluzione ed è un premio pure alla loro tenacia. Rimasti quasi senza voce dopo soltanto 5’, i cannibali l’hanno però subito ritrovata per accompagnare con l’usuale appassionato incitamento la rimonta gialloblù. Avevamo fatto appello, presentando il match odierno, al senso di appartenenza dei sostenitori cremaschi. Quelli presenti al Voltini hanno suonato la carica e trasmesso la giusta dose di affetto alla squadra.
Definirla vittoria sofferta è poco, sebbene la reazione dimostrata nella ripresa, dopo un blando primo tempo, avrebbe meritato un risultato più reboante. Dopo un inizio timoroso, nel quale ha lasciato spazio alla squadra ospite e durante il quale il pallone pareva bruciasse tra i piedi dei canarini, il Pergo è cresciuto alla distanza. Addirittura, dopo aver acquisito il vantaggio, lo ha fatto anche in modo impressionante, quasi si fosse finalmente sbloccato sotto l’aspetto mentale.
E’ un Pergo parecchio diverso quello che scende in campo per la prima di Bonazzi in panchina, che tuttavia ha mutuato, quantomeno per ora, la filosofia di gioco improntata da Rastelli. E allora sarebbe ingeneroso non rivolgere, nel pomeriggio in cui si ritrova la vittoria, un pensiero all’ex tecnico per il lavoro svolto. Non sarà, ovviamente, la “sua” vittoria, come non soltanto a lui potevano essere attribuite le cinque sconfitte consecutive che hanno procurato panico e turbamento.
E’ un Pergo diverso e in teoria più debole: senza Marconi (campionato finito), Rossi e Bonfanti, che hanno costretto Bonazzi a ridisegnare i ruoli. Però è stato un Pergo più forte della sventura come coscienza collettiva.
Il cielo sopra il Voltini è grigio quando le due squadre fanno il loro ingresso in campo. Le novità nella formazione cremasca sono la conseguenza degli infortuni citati. Ghidotti si accentra a fianco di Di Bella, in una posizione già sperimentata in passato con ottime prestazioni. A centrocampo rientra Uliano e trova spazio anche Galli, mentre Guerci nel ruolo di terzino lo avevamo apprezzato in un paio di occasioni nella passata stagione, però contro la velocità di Samb è un’incognita. Giusto il tempo di pensare che la mossa pareva azzardata, e ci scappa il vantaggio ospite. Di prepotenza il giocatore di colore brianzolo sfugge al controllo di Guerci e si presenta in area davanti a Ghidotti, che lo stende. Calcio di rigore che lo specialista Iacopino trasforma di precisione con un rasoterra alla destra di Colombi, che intuisce la traiettoria, ma non intercetta la sfera.
Un inizio così, fa subito pensare che la prima di Bonazzi finirà come l’ultima di Rastelli, con una sconfitta. Anche perché la manovra gialloblù è lenta, prevedibile, infarcita di piccoli tocchi per vie orizzontali che facilitano la predisposizione degli avversari ad assopire il gioco. Anziché giudizioso, il Pergo sembra piuttosto in balia dei fantasmi del recente passato. Intimorito, e nessuno che si prende la responsabilità di dare fiato alle trombe. Così, al 14’, il secondo pericolo è firmato ancora dal Monza, che dopo una mischia in area locale, sfiora il raddoppio. Azione analoga a quella che confeziona il Pergo al 21’: qualche rimpallo sulle conclusioni, ma nessun effetto sensazionale.
Brambilla ci prova a fare il geometra al 29’, misurando alla perfezione il lungo lancio in profondità verso Le Noci, che in area non aggancia e l’azione sfuma. Al 33’, invece, è il palo a salvare il Monza: dopo una serie di carambole tra Uliano e Fiuzzi, la sfera arriva sui piedi di Degano , appostato in area in posizione centrale. Rasoiata che supera Westerveld, ma termina sul palo. Insiste il Pergo al 35’: combinazione tra Degano e Florean, con conclusione di quest’ultimo che termina tuttavia abbondantemente a lato.
C’è il tempo, prima dell’intervallo, di reclamare per un doppio fallo da rigore in area monzese: prima per un intervento commesso su Florean, poi, nel prosieguo dell’azione, su Le Noci, il quale si becca, e l’impressione è che l’arbitro fosse dalla parte della ragione, il cartellino giallo per simulazione. L’ultimo brivido del primo tempo scorre lungo la dorsale centrale della difesa cremasca: Campinoti scambia in profondità con Stefano Seedorf, che si presenta solo davanti a Colombi, ma per fortuna calibra in eccesso il diagonale, indirizzando il pallone al di là del palo sinistro.
Qualche fischio, pensato o manifestato, affiora sugli spalti. Si può dare di più, ed è quello che tutti ci attendiamo nella ripresa. Con il sospetto di trasmettere un flusso negativo alla squadra, abbandoniamo depressi il Voltini, nella speranza che qualcosa cambi. Quelle che seguono, sono pertanto note raccolte a posteriori, mentre quel che succede in campo saranno invece note melodiche per il Pergo. Il quale inizia subito con il piglio aggressivo e al 1’ va in gol con Le Noci, invalidato da una dubbia posizione di offside. Al 9’ replica il Monza: Eramo avanza sino al limite dell’area, per poi assecondare la conclusione di Samb, deviata in corner da Ghidotti. E’ però evidente che la formazione gialloblù è rientrata dall’intervallo con la grande voglia di rimediare ed ha il merito di aver saputo riorganizzarsi, pressando con convinto accanimento. Al centro della difesa Ghidotti è sfarzoso, sulla fascia destra Guerci ritrova certezza e sicurezza, risultando tra i migliori della ripresa. Eppoi Degano, che prende in mano la manovra offensiva dopo un primo tempo così così. E così Le Noci, e Brambilla e un po' tutti quanti desiderosi di voltare pagina. E’ un Pergo che in breve tempo ribalta la complicata situazione, mandando in gol un ragazzino (Uliano) e il principe dei marcatori, Le Noci. Ma andiamo per ordine. Al 12’ punizione di Le Noci dalla trequarti che i difensori ospiti respingono. Il pallone è ripreso da Uliano al limite dell’area e il suo sinistro, a fil di palo, è letale per Westerveld.
C’è un altro giovane di belle aspettative nel Pergo, ed è Galli, che al 15’ si produce in una applaudita azione personale, con diagonale dal vertice dell’area e pallone che toglie la ragnatela al palo esterno. Al 18’ bomber Le Noci sfata l’infausto sortilegio: punizione dalla destra di Degano, quasi in prossimità della linea di fondocampo, per la testa di Le Noci, che devia in rete gonfiando finalmente d’orgoglio il petto del popolo cannibale.
Scrollata la tensione, il Pergo adesso si distende con facilità e provoca parecchi problemi alla difesa ospite, spesso in affanno. Al 28’ Degano, lanciato in contropiede da Le Noci, impegna con un diagonale Westerveld, che neutralizza in due tempi. Al 31’ ennesimo scambio tra Le Noci e Degano. Questa volta il portiere brianzolo è superato, ma la sfera si stampa per la seconda volta sul palo. E’ anche questione di sfiga, come al 37’, quando in area si libera di Tuia ed il suo tiro lambisce il montante. Al 47’ è invece Guerci ad avviare l’azione di contropiede e dopo uno scambio con Le Noci, il centrocampista oggi in prestito alla difesa mette Degano solo davanti a Westerveld, che ribatte in uscita. Questa volta la sfiga non ha però un ruolo.
Finisce con il grido finale di liberazione. Attenti comunque a non abbassare la guardia. Oggi è arrivata una boccata d’ossigeno, ma per precauzione e per scaramanzia è sempre opportuno tenere la bomboletta a portata di mano.
L'addio a Franco Papini
Come presidenti, nel corso della sua lunga esperienza cremasca, Papini aveva avuto figure anch’esse carismatiche del mondo calcistico gialloblù: da Giuseppe Ferretti (prime due stagioni), passando per Mario Riboli (le successive cinque stagioni), per finire con Arnaldo Rimoldi.
Tra i giocatori che ha avuto in squadra, spicca ad esempio il nome di Dino Imberti, che ancora detiene il primato del maggior numero di presenze con il Pergo, come pure Franco Foresti o Natalino Ghiozzi, che occupano le posizioni d’onore. Tra i suoi “bomber”, il più prolifico fu Clemente Togni: 33, delle 38 reti messe a segno con la maglia gialloblù, furono realizzate nelle 6 stagioni passate a seguire i consigli di mister Papini.
Bergamasco di razza, Franco Papini nella sua Bergamo ha trascorso gli ultimi quindici anni lontano dai campi di calcio e nella sua città se n’è andato in silenzio la scorsa settimana. Ai familiari esprimiamo il cordoglio della società e di tutti i sostenitori del Pergo.
Campionato: Lecco - Pergocrema 2-1
Lecco – Pergocrema 2-1
Reti: 31’ pt Sau, 28’ st Le Noci, 38’ st Ciano.
Lecco: Pansera, Bartolucci, Guglieri (32’ st Giannone), Calzi, Mateo, Villagatti (31’ st Santoni), Antonioni, Arrigoni, Ciano, Sau, Cortese (21’ st Buda). All. Magoni. A disp.: IOrlandi, Palumbo, Corrent, Parodi.
Pergocorema: Brivio, Marconi, Di Bella, Brambilla, Bonfanti (37’ st Ghidotti), Federici, Guerci (1’ st Anastasi), Cazzola, Crocetti (31’ st Uliano), Le Noci, Degano. All. Rastelli. A disp.: Manzoni, Galli, Gherardi, Florean.
Arbitro: Mangialardi di Pistoia (Gonario di Nuoro, Liberti di Pisa).
Note: Giornata nuvolosa, terreno in buone condizioni. Spettatori 1.703 per un incasso di circa 12.000 euro. Espulso al 29’ st Cazzola per fallo su un avversario. Ammoniti: Giannone e Brambilla. Angoli: 8 a 1 per il Lecco. Recupero: 1’ + 4’.
LECCO.- C’è qualcosa di sinistro allo stadio di Lecco, e non sono i tiri in porta dei giocatori gialloblù. E’ uno stadio ostico per tradizione al Pergocrema, che anche oggi, come peraltro da quindici anni a questa parte, deve rimandare la vittoria. Sarà il pomeriggio uggioso, sarà la superbia tenebrosa del Resegone, imbiancato lassù da lievi spruzzi di neve e avvolto da una cortina nebulosa, sarà che i fari del Rigamonti-Ceppi si illuminano già prima dell’intervallo, ma la sensazione è quella di essere in un girone infernale.
Non alludiamo al girone in campionato, che in un periodo normale potrebbe soltanto dispensare soddisfazioni. E’ l’ambiente, che per natura opprime con una coreografia panoramica che consiglierebbe di lasciare ogni speranza a noi che entriamo. Presagi che presto vengono confermati quando parte il fischio d’inizio e si annotano balbuzienti iniziative di un Pergo in surplace ed una verve agonistica avversaria ben più mordace.
Il Pergo esce a testa bassa, mentre isolate fiammelle di contestazione si accendono in curva. Adesso negli archivi gli scriba del tortello staranno scavando per scoprire da quanto tempo la formazione gialloblù non inanellasse cinque sconfitte consecutive. A memoria, nessuno risponde.
La crisi c’è, e sarebbe stupido non ammetterlo. Sino a ieri era soltanto un crollo di quotazioni in fase realizzativa. Oggi è affiorato anche un decadimento del gioco, che riteniamo passeggero. Meno transitoria è invece la posizione in classifica, che purtroppo trasmette ansie e preoccupazioni e sicuramente influirà sulle prossime prestazioni. E’, e sarà, una questione di testa.
Nella giornata degli svarioni, il Lecco ha saputo monetizzare i due errori cremaschi; invece il Pergo ha convertito il contante solo con Le Noci, mentre ad Anastasi si è inceppato il grilletto, al primo minuto di recupero, sul secondo strafalcione difensivo dei locali. A compromettere la situazione raddrizzata dal bomber gialloblù, ci ha inoltre pensato Cazzola, espulso per un fallo inutile a centrocampo sessanta secondi dopo il pareggio. Con la superiorità numerica, il tecnico di casa si è affrettato ad effettuare il doppio cambio, con Rastelli costretto invece a rimpiazzare l’infortunato Bonfanti con Ghidotti un minuto prima, altra fatale coincidenza, della rete decisiva dei lacustri. Sessanta secondi che hanno cambiato la storia del match.
Cambia solo leggermente la formazione iniziale cremasca rispetto alla domenica del derby, con il rientro di Cazzola dalla squalifica. Poi si parte. Il Lecco s’industria subito di accelerare il ritmo, che il Pergo mostra di gradire un po’ più lento. Il primo guizzo offensivo è tuttavia gialloblù: Guerci si defila sull’out destro e mette a centro area un invito alla deviazione per Crocetti, anticipato dalla presa a terra di Pansera. Replica all’8’ il Lecco, con tiro dalla distanza di Ciano che Brivio neutralizza in due tempi. Il quale, al 16’, esce dai pali per smanacciare l’insidioso cross di Cortese proveniente dalla fascia destra.
Non è una partita spettacolare, però è combattuta. Soprattutto a centrocampo, con i locali che aggrediscono e costringono all’errore gli avversari. Al 29’ i padroni di casa reclamano per un intervento in area di Di Bella ai danni di Sau, al quale l’arbitro fa ampi cenni di rialzarsi. Al 31’ le marcature a soffio sul collo operate dai lecchesi costringono Guerci all’errore nel disimpegno nella tre-quarti campo e sul proseguimento dell’azione Sau è lesto ad anticipare sul primo palo i difensori cremaschi e di esterno destro a superare l’opposizione di Brivio.
Subito il gol, il Pergo comincia a carburare lungo le fasce con alcune sortite di Marconi e di Federici, rimasti sinora nelle retrovie. Al 42’ Crocetti avvia un’azione in contropiede, con conclusione finale di Le Noci: diagonale alto. Immediata la risposta sul fronte opposto: è Arrigoni ad impegnare Brivio.
Nella ripresa non si avverte l’immediata spinta offensiva del Pergo. Rastelli lascia nello spogliatoio Guerci, schierando Anastasi per aumentare il peso offensivo. E’ però ancora il Lecco ad avvicinare il raddoppio al 14’: cross dalla destra e Ciano manca di un soffio la deviazione. Nell’area lacustre i gialloblù si affacciano al 18’, con Anastasi, che spalle rivolte alla porta cerca l’assist per un compagno, ma la difesa spazza l’insidia.
Il Pergo mantiene il controllo del pallone, ma la manovra disegna prevalentemente linee orizzontali e nei pressi di Pansera non si registrano pericoli. Ci prova allora la difesa locale ad autoflagellarsi, come al 28’: lo svarione favorisce l’inserimento di Le Noci, che ringrazia per l’involontario assist e supera Pansera in uscita con un pallonetto preciso. E chi se lo aspettava più?
Neppure ci si aspettava che Cazzola, sessanta secondi dopo il pareggio, falciasse un avversario a centrocampo: cartellino rosso e si ricomincia a fremere. Peccato per l’espulsione, perché il Lecco sembrava ormai vulnerabile e forse ci sarebbe scappata una soddisfazione in più del pareggio. Invece la superiorità numerica mette le ali alla squadra di casa, che ottiene comunque il gol della vittoria al termine di un’azione rocambolesca e propiziata da un disimpegno errato di Degano: Brivio neutralizza la conclusione ravvicinata di Sau, ma non è attrezzato per il secondo miracolo, tant’è che Ciano deposita la sfera nella porta rimasta sguarnita.
L’orgoglio gialloblù ha un sussulto convincente negli ultimi cinque minuti. Al 40’ Degano lancia in profondità, sulla fascia destra, Le Noci, che dalla linea di fondo campo mette a centro area per Anastasi: conclusione da due passi che Pansera vanifica in due tempi. Al 46’ altra clamorosa occasione per Anastasi: la coppia difensiva centrale del Lecco combina un altro pasticcio e mette l’attaccante cremasco nella favorevole condizione di calciare in porta solo davanti a Pansera. Non va! Così il Pergo annota mestamente la quinta sconfitta consecutiva e la classifica si è fatta imbarazzante. Prima di capire come uscirne, è meglio dormirci sopra.
Campionato: Pergocrema - Cremonese 0-1
Pergocorema – Cremonese 0-1
Rete: 24’ pt Guidetti
Pergocrema (4-3-3): Brivio; Marconi, Di Bella, Bonfanti, Federici; Guerci (15’ st Florean), Brambilla, Uliano (26’ st Galli); Degano, Crocetti, Le Noci (9’ st Tarallo). All. Rastelli. A disp.: Manzoni, Angioletti, Storm, Gherardi.
Cremonese: (4-4-2) Paoloni; Sales, Viali, Cremonesi, Rossi; Gori, Nizzetto (31’ st Pradolin), Tacchinardi, Fietta; Coda, Guidetti (41’ st Musetti). All. Venturato. A disp.: Bianchi, Galuppo, Burrai, Malacarne, Carotti.
Arbitro: Ostinelli di Como (Costanzo di Orvieto e Cucchiarini di Città di Castello.
Note: Pomeriggio piovoso, terreno di gioco allentato. Spettatori 2524 per un incasso lordo, compresa quota abbonati, di euro 21.235,61. Ammoniti: Bonfanti, Crocetti, Degano, Sales. Angoli 3 a 3. Recupero 1’ + 6’.
CREMA. Pomeriggio cupo e palle che girano. Ci siamo capiti: non quelle in campo. Perdere così, e perdere così il derby, fa proprio male. Rimangono gli applausi dei cannibali al termine della sfida, restano i complimenti negli spogliatoi da parte degli avversari. Non sono confortanti. Anzi, le palle girano ancor di più perché il Pergo ha presto dominato la Cremonese e prima dell’unica incursione ospite nella trincea gialloblù, per ben tre volte aveva mancato il vantaggio con Crocetti, Guerci e Degano.
Peccato soprattutto che il ragazzo di Trigolo non sia riuscito a superare Paoloni. Un suo gol sarebbe stata una beffa crudele, e perciò ancor più apprezzato, perché, alle radici della rivalità tra le due città, il piccolo paese di campagna costituiva l’avamposto militare cremonese, peraltro distrutto nel XIII secolo dai cremaschi. Fosse entrato, quel pallone di Guerci, probabilmente l’incontro sarebbe girato diversamente e forse adesso sarebbero quelli dell’altra sponda a pronunciare sorpresi il: “Tu quoque Brute fili mi”, evocando più Giulio Cesare del Barbarossa.
Invece, al termine, si rimane quasi senza verbo. Quantomeno è difficile trovare parole di sollievo che quest’anno non siano già state abusate in altre circostanze, come per le partite contro il Perugia ed il Benevento. Perché siamo sempre lì: a brillare di luce propria, a creare, a spingere, ma a versare dazio al minimo errore difensivo. E’ una bellezza, purtroppo, che diverte, ma non paga.
Mentre maturavano le precedenti sconfitte, il pensiero rincorreva subito la classifica. Oggi no. Dopo questa sconfitta il pensiero è rivolto soprattutto alla parte che personalmente riteniamo più genuina del tifo, cioè a quei cannibali che ardono di sentimenti sani, che fanno del Pergocrema una filosofia di vita, che brandivano il derby come la sintesi dell’intero campionato, anelando alla vittoria per sprigionare gioie soffocate da anni. Sapevano che sarebbe stata dura contro gli atavici rivali e come noi, probabilmente, si erano illusi dopo le iniziali fiammate che avevano riscaldato le speranze. E’ andata male e ci sentiamo disorientati e spogli di parole per rincuorarli. Però il Pergo che esce battuto tra gli applausi, pur nel momento di massimo scoramento, è una incantevole attestazione di affetto e ogni parola sarebbe quindi superflua. Come bello è stato l’atteggiamento tenuto dalla curva prima, durante e dopo la partita, vanificando l’imponente schieramento di forze dell’ordine che l’insidia della contesa tuttavia imponeva. A quanti altri esami dovranno ancora essere sottoposti affinché ci si renda conto che non tutti i mali del mondo pedatorio fermentano su quelle gradinate?
In attesa di scoprirlo, scopriamo le carte del match. Il Pergo mostra parecchie novità. Brivio tra i pali è quella più eclatante, mentre scontati, tra squalificati, infortuni e stato di forma, sono gli impieghi dall’inizio di Bonfanti, Brambilla, Guerci e Crocetti.
Piove già da qualche ora quando le due squadre fanno il loro ingresso in campo. Le tribune lasciano intravedere qualche assenza di troppo: il tempo e la crisi economica fanno il resto. Le due curve si scambiano a distanza qualche epiteto non proprio da collegiali, che fa comunque parte del “cerimoniale”. Fuori dal protocollo è invece l’avvio brioso del Pergo, che al 2’ sfiora già il vantaggio: lungo lancio in profondità di Le Noci, che libera Crocetti davanti a Paoloni: tiro a lato e primo gesto di stizza.
La squadra gialloblù insiste, mentre la Cremonese deve ancora prendere le misure agli avversari. I quali, al 6’, scuotono nuovamente la difesa ospite: assist perfetto di Crocetti all’indirizzo di Guerci, che sbuca alle spalle dei difensori e si presenta a quattr’occhi davanti a Paoloni, che devia in corner la conclusione del ragazzo di Trigolo. Seconda reazione sdegnata. Batte il calcio d’angolo Le Noci ed in area stacca su tutti la testa di Di Bella, la cui deviazione è respinta sulla linea da un difensore.
Al 10’ Crocetti ci prova dal limite dell’area a sorprendere il portiere cremonese, che si distende e smanaccia in angolo. E’ un rassicurante monologo gialloblù, che raggiunge l’apice al 14’. Degano trova spazio a centrocampo, avanza e da circa 20 metri indirizza verso la porta ospite un pallone che sembra destinato in rete. Invece colpisce il palo interno!; la sfera danza per qualche metro nei pressi della linea di porta, prima che la difesa allontani la minaccia. Adesso si, che comincia l’aerazione testicolare.
La Cremonese sembra alle corde, e invece da formazione esperta qual è ha in serbo il colpo che stende i cremaschi: lo scambio in velocità, lungo la corsia centrale, di Coda per Guidetti apre una breccia tra la coppia difensiva locale. L’attaccante si presenta indisturbato davanti a Brivio e ha il tempo per piazzare la sfera in rete sotto gli sguardi attoniti della Sud. Il Pergo avverte il colpo e per qualche minuto mostra segni di frustrazione. Al 30' è ancora Guidetti che sfugge a Di Bella, ma per fortuna spreca concludendo dalla distanza, anziché avanzare di qualche metro. Al 32’ annotiamo un’altra conclusione ospite: cross dalla destra di Gori e tiro al volo, a centro area, di Coda, che termina debole tra le braccia di Brivio.
Reagisce, nel finale di primo tempo, il Pergo: pennellata dalla destra di Guerci per Le Noci, che in tuffo anticipa di testa il difensore avversario, con pallone che sfuma di poco a lato del palo destro di Paoloni.
L’inizio di ripresa clona quello del primo tempo. Pergo aggressivo che subito si affaccia nell'area di rigore ospite: al 2’, Degano subisce una spinta e rivendica il calcio di rigore. L’arbitro gli sventola davanti il cartellino giallo per simulazione. Al 7’, invece, altra grande occasione cremasca: Le Noci ispira un esausto Guerci, che entra in area e, sull’uscita di Paoloni, lo supera con un tocco liftato a metà strada tra il tiro in porta e l’assist sul secondo palo a Crocetti. La porta è sguarnita, ma il centravanti non giunge in tempo e la difesa sbroglia l’intrigata matassa.
Adesso è un costante assedio nella metà campo ospite, però l’iniziativa è leziosa e sovente le velleità offensive si spengono prima di affacciarsi nell’area grigiorossa. La Cremonese è distante negli atteggiamenti e nei pensieri di gioco dalla corazzata che ci si attendeva, però regge senza particolari affanni l’incedere avversario. L’unico brivido lo corre al 31’: cross dalla sinistra di Federici e, da ottima posizione, Le Noci devia di testa in modo però debole e centrale.
Negli ultimi minuti i gialloblù avvertono la stanchezza e la pressione si attenua. La Cremo potrebbe approfittarne, ma anche da quelle parti le polveri si sono inumidite per la pioggia. Che continua a scendere persistente, rendendo ancor più grigio e triste l’ennesimo pomeriggio iellato. Ora possiamo anche guardare la classifica, che non promette nulla di buono. Proseguendo così, per esorcizzare la iattura, s’impone un pellegrinaggio a Caravaggio.
Campionato: Arezzo - Pergo 3-1
Arezzo – Pergocrema 3-1
Reti: 3’ pt Coppola, 18’ pt Maniero, 25’ st Toni, 29’ st Le Noci (rigore)
Arezzo: Mazzoni, Music, Sereni, Terra, Venitucci (41’ st Visone), Figliomeni, Togni, Coppola (35’ st Miglietta), Maniero (44’ st Erpen), De Oliveira, Fofana. All. Semplici. A disp.: Giusti, Bazzoffia, Essabr, Poli.
Pergocrema: Manzoni, Ghidotti, Di Bella, Cazzola, Rossi, Federici, Marconi, Uliano (22’ st Galli), Florean (1’ st Tarallo), Le Noci, Degano (39’ pt Storm). All. Rastelli. A disp.: Colombi, Bonfanti, Brambilla, Guerci.
Arbitro: Ruini di Reggio Emilia (Savelli di Pesaro, Zucca di Carbonia).
Note: Pomeriggio con sole, temperatura gradevole, campo in ottime condizioni. Spettatori 1974 (di cui 1197 abbonati) per un incasso lordo, compresa quota abbonati, di € 15.302. Presenti 33 cannibali. Toni, Cazzola, Rossi. Espulso al 42’ st Ghidotti per proteste.. Angoli 8 a 2 per il Pergo. Recupero: 1’ + 4’.
AREZZO. – Finzione o realtà? Arezzo val bene una gita turistica, tra chiese e pievi gotico-rinascimentali di affascinante bellezza. Il tour nel centro storico inizia quando ancora il sole è tiepido e il mercatino dell’antiquariato scopre le prime bancarelle. La prima visita, alla SS. Annunziata, rapisce la curiosità. Il manifesto esposto sul portale della chiesa recita testualmente: “Annunciazione di Spinello Aretino”. Alla guisa del sangue di san Gennaro, l’officiante estasiato annuncerà il miracolo della rollata dopo il primo tiro davanti a fedeli figli dei fiori? Pur non fedele e neppure figlio dei fiori, intrigati, entriamo. C’è odore di incenso e di candele, e l’Annunciazione è un affresco del pittore ”Spinello Aretino”. D'accordo, pur sempre di Maria si tratta, però della Beata Vergine, non dell’altra. Si prosegue nell'escursione sino all’ora di pranzo. Poi, veloci allo stadio, dove invece rullano i tamburi (metafora) aretini dopo il primo tiro (fuor di metafora) nella porta di Manzoni. Sono trascorsi tre minuti e la partita sembra già segnata.
Vorremmo sinceramente avere i polpastrelli meno irritati per edulcorare in qualche modo la sconfitta odierna. Ci sono, intensamente belle, vittorie sofferte. Quella di Arezzo è stata una sconfitta tremendamente sofferta perché dopo meno di 20’ la formazione granata era già al raddoppio ed il Pergo sembrava un’entità astratta dal contesto della gara. Passivo e insofferente dinnanzi all’incalzare offensivo avversario. Una situazione che avremmo voluto finta, ed invece era vera, reale, terribilmente reale, con manifestazione d'impotenza. E’ un Pergo nella pratica risultato debole, soprattutto come consapevolezza collettiva, rispetto alla teoria. Sicuramente il gol flash dei toscani ha complicato progetti tattici e aspettative, ma con una reazione convinta non avrebbe probabilmente compromesso il match. Tuttavia, dopo pochi minuti, si capisce subito di che luna sia l’incontro, con l’Arezzo che gioca in scioltezza, coi gregari ispirati non solo nella corsa, e con tutti i suoi giocatori che interpretano la partita con una grande voglia di esserci e di farsi sentire. Lucido e quasi esaltante l’Arezzo, che dopo la tripletta a metà ripresa ha quasi irriso i gialloblù nei fraseggi a centrocampo. Confuso e depresso il Pergo, che addirittura ha terminato l’incontro in inferiorità numerica per l’espulsione di Ghidotti (annullato il suo terzo gol della carriera per un fuorigioco che, rivisto poi in Tv, era invece inesistente), il quale sarà assente domenica prossima nel derby, insieme a Cazzola (quarta ammonizione).
Vedere l’Arezzo così forte è stata forse una sorpresa. Bisogna ora capire quanto possa aver contribuito il Pergo ad esaltare le qualità degli avversari. La formazione cremasca non ha saputo riorganizzarsi dopo la scoppola iniziale. Punta nell’orgoglio, ha reagito d’impeto, non con razionalità, ed ha versato ulteriore dazio. L’Arezzo, in verità, è squadra solida, ma è andato a fiammate e le fiammate, oggi, purtroppo arrivano a bruciare.
La situazione di classifica, adesso, si aggrava. Per questo motivo non bisogna drammatizzare. E’ indispensabile recuperare sul piano del carattere, della semplicità. E’ un momento, anche da parte dei cannibali, di far sentire un supplemento di partecipazione per uscire il prima possibile indenni da questa aggrovigliata condizione. Uno sforzo comune, per l’interesse comune, giacché il gioco, sinora, è sempre stato apprezzato. Ciò significa che le basi sono solide e da questa certezza si può ripartire per recuperare coscienza dei propri mezzi e posizioni di classifica. Sicuramente il derby di domenica prossima giunge in una fase poco favorevole, ma siamo convinti che dalle avversità si possa dimostrare il temperamento di una squadra che ha raccolto assai meno di quanto seminato.
Intanto, prendiamo coscienza della partita odierna. Nel Pergo rientrano Rossi e Marconi, al posto rispettivamente di Bonfanti e Brambilla. Nell’Arezzo manca il bomber Chianese, ed al suo lutto familiare (morte della mamma), è dedicato il primo della partita: di silenzio e, al termine, di un applauso commosso.
Si parte ed il Pergo è già al tappetto. Punizione dalla distanza di Coppola (3’), con pallone che rimbalza davanti a Manzoni e gonfia a stupefatto la rete. Più che Coppola, è una vera ... scoppola. Vanno così in frantumi gli accorgimenti tattici del pre-partita cremasco e quando al 6’ la traversa gialloblù vibra su un’altra conclusione locale, la preoccupazione che qualche ingranaggio non funzioni correttamente è giustificata.
Il Pergo fatica ad entrare in partita, mentre l’Arezzo non fatica ad entrare in area di rigore e raddoppiare. Corre il 17’: Rossi si fa intercettare un disimpegno, la sfera arriva a Maniero e il cielo azzurro che splende sopra la città toscana si tinge di grigio per i cremaschi, blandi nel ritmo e spenti di idee.
L’Arezzo, dicevamo, va a fiammate. Come al 33’: punizione dalla sinistra di Togni e De Oliveira manca di un soffio la tripletta. Finalmente il Pergo si scuote: cross di Marconi dalla fascia destra (35’) che Di Bella, con licenza di varcare la propria metà campo, devia di testa a lato.
Prima del riposo Rastelli opera il primo cambio: entra Storm ed esce Degano. Prima dell’inizio della ripresa, altra scossa dalla panchina: Florean rimane negli spogliatoi ed al suo posto entra Tarallo. Al 1’ buona occasione per Marconi, che raccoglie in area un lungo diagonale di Le Noci, ma la conclusione è deviata in corner. E’ comunque un fuoco di paglia, poiché il Pergo fatica a dare continuità alla manovra offensiva. Al 6’, anzi, è ancora l’Arezzo a sfiorare il gol con Maniero, che sul corss proveniente dall’out destro, arriva con leggero ritardo all’appuntamento con il pallone. Non arriva neppure Manzoni, al 25’, sulla punizione dal limite dell’area concessa per fallo di Ghidotti: l’esecuzione di Togni è perfetta e per il portiere ospite questa volta non ci sono responsabilità.
Adesso è buio pesto. Anzi no. Si ravviva una fiammella al 29’, quando per un fallo di mano in area granata, l’arbitro assegna un calcio di rigore che Le Noci trasforma. Sui piedi del capitano cremasco, al 35’, arriva anche l’occasione per l’ulteriore vampata: lungo lancio in diagonale di Galli, che libera il bomber davanti a Mazzoni: tiro sopra la traversa. Al 42’ Ghidotti, in mischia su corner, in acrobazia riduce ulteriormente le distanze, ma su segnalazione del guardalinee, Ruini annulla per fuorigioco. Le proteste sono impetuose e Ghidotti ne fa le spese con il cartellino rosso, seguito immediatamente negli spogliatoi dal presidente Bergamelli, anch’egli alterato per la decisione arbitrale. Nel dopo partita arriva la sentenza televisiva: il gol era regolare, sicché oltre al danno, il Pergo si porta a casa anche la beffa.
Pur non risplendendo, alla fine la squadra cremasca avrebbe pure avuto l’opportunità di ottenere il miracolo. Questione di precisione (Le Noci) e di fatale errore arbitrale (Ghidotti), con un finale poi che sarebbe stato meno rassegnato. Però, onestamente, rispetto alle precedenti prestazioni, c’è poco di cui rammaricarsi.
Campionato: Pergo - Benevento 1-2
Pergocrema - Benevento 1-2
Reti: 22’ e 29’ pt Evacuo, 14’ st Le Noci.
Pergocrema: Manzoni, Ghidotti, Di Bella, Brambilla (1’ st Galli), Bonfanti, Federici, Cazzola, Uliano (1’ st Marconi), Florean, Le Noci, Degano (18’ st Anastasi). All. Rastelli. A disp.: Colombi, Bonometti, Crocetti, Storm.
Benevento: Gori, Pedrelli, Palermo (37’ st Ferraro), Cattaneo, De Liguori, Landaida, Ciarcià (18’ st La Camera), Pacciardi, Evacuo (29’ st Germinale), Castaldo, D'Anna. All. Acori. A disp.: Corradino, Ignoffo, Cejas, Clemente.
Arbitro: Paparazzo di Catanzaro (La Grotteria di Novara, Colongo di Verbania).
Note: Pomeriggio con sole, campo in discrete condizioni. Spettatori 1273 per un incasso lordo, compresa quota abbonati, di € 7.039. Ammoniti: De Liguori e D’Anna. Angoli 8 a 1 per il Pergo. Recupero: 2’ + 4’.
CREMA. – Il Pergo ha ormai fame di punti come un passero di briciole in pieno inverno. Va beh, la classifica che illanguidisce non è una briciola, e neppure il Pergocrema è un passero. Tutt’al più, sono canarini i suoi fans. Però l’ansia di addentare qualche punto non consente paragoni più poetici e, d’altra parte, anche il Benevento ha crampi famelici allo stomaco. Prego passare dall’Ospitality del Voltini per un voluttuoso spuntino.
I campani passano invece sul campo, quasi a sorpresa. Dopo pochi minuti di gara, c’è giusto il tempo per annuire e sostenere che il Pergocrema è in splendida forma, e il Benevento esorcizza l’entusiasmo dei locali segnando il suo primo gol. In splendida forma il Pergo lo è stato davvero, almeno sino alla tre quarti, come a Como e come a Perugia. E adesso, avanti a maledire la iella? Indro Montanelli sosteneva che tre indizi fanno una prova. Tre gare sfigate, con un solo punto raccolto in riva al Lario, probabilmente esprimono problematiche diverse, oltre alle legittime imprecazioni contro la dea bendata. Con tre tiri i campani hanno segnato due reti. Sfugge al momento il numero dei tanti tentativi gialloblù verso la porta di Gori, mentre è spietato ed emblematico l’esito: una sola rete!
Il Benevento non meritava di vincere, però non ha scippato nulla. E’ sul fronte opposto, invece, che si è sciupato troppo e questo non è un demerito della squadra ospite. Anche contro i campani s’è visto l’impegno, e neppure confuso e cieco. Ci sono stati il pressing, il gioco, le occasioni da rete. Ci sono stati, insomma, tutti gli ingredienti per riassaporare il successo, che purtroppo non è giunto. Certo, due botte così in meno di dieci minuti, quando sembrava che il vento soffiasse alle spalle della squadra gialloblù, non sono il modo migliore per tirarsi su il morale. Eppure il Pergo ha reagito, soprattutto nella ripresa, e non sono mancate le opportunità addirittura per ribaltare il risultato. Alla fine rimane lo sconforto, l’amarezza, pure la rabbia. E un interrogativo: si gioca bene e si perde: che cosa c’è che non funziona?
E’ una questione, ed è ormai come una filastrocca, di fortuna. E’ anche una questione di punti di vista: cristallino per noi il penalty non concesso al 4’ a Florean. E’ probabile che all’arbitro Paparazzo non funzionasse il flash, cogliendo perciò sfuocata l’immagine del contatto. Chissà, forse qualcosa sarebbe cambiato perché il vantaggio del Pergo ad inizio gara avrebbe costretto gli avversari ad abbandonare la trincea, liberando spazi alle azioni di rimessa. Del senno del poi, come si dice, sono tuttavia piene le fosse.
Il Pergo si presenta in un Voltini sempre meno frequentato (e con la tessera del tifoso che fa ancora strage di supporter ospiti: un solo biglietto venduto per la Curva Nord, anch’esso probabilmente per errore), con alcune novità. La più appariscente è quella di Manzoni tra i pali, premiato dopo la buona prova di Coppa Italia. Poi, sempre rispetto alla gara di Perugia, Brambilla è preferito a Guerci, rimasto in tribuna per smaltire la gara di ieri con la Berretti, mentre Bonfanti rileva l’infortunato Rossi.
Si parte e le fiammate cremasche accendono subito le speranze. Al 4’ l’episodio del rigore negato a Florean su assist di Le Noci: Paparazzo manca lo scoop. Al 6’ è ancora Florean a provare la conclusione dal limite dell'area: fuori di poco. Al 7’ lungo lancio per Brambilla all’indirizzo di Florean, appostato dentro l’area di rigore, che non aggancia. L’azione prosegue e Degano ha sul piede, all’altezza del dischetto da rigore, l’occasione per sbloccare il risultato: conclusione a pelo d’erba, che Gori neutralizza deviando in corner. Degano ci riprova al 16’ con una punizione da almeno 25 metri, potente e centrale.
Il Benevento è raggomitolato intorno alla propria area, gattoneggia, ma quando mette il nasino oltre la metà campo, raccoglie più di quanto sinora seminato. Corre il 22’: cross dalla sinistra di D’Anna sul secondo palo. Evacuo, in spaccata coglie la traversa e sulla ribattuta, Manzoni devia in corner il tap-in di Castaldo. Batte D’Anna, e la difesa cremasca soffre nella circostanza di una fatale amnesia, lasciando completamente libero Evacuo a centro area, che di testa uccella l’incolpevole Manzoni. Vedere il servizio fotografico per credere.
La replica del Pergo è immediata e Ghidotti impegna Gori con un siluro dalla distanza. Poi, al 26’, registriamo una bella iniziativa dei locali: Cazzola scambia sulla fascia destra con Degano e, giunto quasi sulla linea di fondo campo, effettua un retropassaggio al limite dell’area per Uliano: tiro sbucciato e rimpallato. Peccato, l’azione meritava migliore conclusione.
Dal possibile pareggio al raddoppio ospite passano soltanto tre minuti: cross dalla destra di Castaldo sul primo palo: Evacuo, in tuffo, colpisce con la nuca anticipando la marcatura di Bonfanti, ammutolendo il Voltini. Per una decina di minuti il Pergo accusa il colpo e sembra rintronato. Poi, prima dell’intervallo, mostra incoraggianti segni di ripresa. Al 42’ Uliano, dalla sinistra, serve Degano, il cui tiro è respinto da un difensore avversario. Al 43’ Brambilla lancia in profondità Cazzola, e ancora il corpo di un avversario ospite si oppone alla conclusione. L’ultimo acuto del primo tempo cade al 44’: Degano, da buona posizione, colpisce debolmente e facilita la parata di Gori.
Sono preoccupate le espressioni che si colgono in tribuna durante l’intervallo. E allora via con il buffet per vincere lo stress da sconfitta che sta maturando. In campo, invece, via libera a Galli e Marconi, al posto di Brambilla ed Uliano, che rimangono negli spogliatoi. Il Pergo, in effetti, non ha bisogno di cambiare ritmo. Già nel primo tempo aveva dominato il match, e adesso ha soprattutto necessità di precisione e di cattiveria sotto porta. Il Benevento è tutto arroccato all’indietro, il Pergo spinge e al 16’ apre una breccia: Ghidotti libera Le Noci, che taglia sul primo palo e d’acchito calcia incrociando la palla sul secondo montante, dove Gori questa volta non può arrivare. La rimonta non appare impossibile ed il forcing gialloblù è davvero travolgente per i successivi dieci minuti. Al 16’ punizione dalla destra di Galli, Le Noci colpisce di testa in mischia, ma la traiettoria è centrale. Al 17’ cross dalla sinistra di Federici, con Di Bella che si esibisce in un colpo acrobatico: Gori si supera è smanaccia in angolo. Al 18’ è Galli a puntare dalla lunga distanza: bordata che sibila accarezzando il palo alla sinistra del portiere campano. Al 25’ l’incedere prepotente del Pergo sembra giungere a compimento: Florean, dalla fascia sinistra, mette a centro area un delizioso assist per Le Noci, che solo davanti a Gori, attende il rimbalzo della sfera e calcia forte, ma il portiere ospite respinge d'istinto la più clamorosa occasione della partita.
Al 34’ il Benevento effettua il suo terzo tiro della gara verso Manzoni, e quasi quasi fa tripletta: l’assist profondo è di La Camera, con Castaldo che supera il portiere cremasco in uscita, ma il diagonale si spegne di pochissimo a fondo campo.
Negli ultimi minuti di gara la pressione gialloblù si affievolisce. L’ultima vampata arriva al 93’ sui piedi di Anastasi, che all’altezza degli undici metri controlla maldestramente un pallone che avrebbe potuto far gioire il Voltini. E invece siamo qui, illusi dalla buona prestazione e delusi dal risultato, a chiederci che cosa non funziona nella bellezza di questa squadra.
Campionato: Perugia - Pergocrema 1-0
Perugia – Pergocrema 1-0
Rete: 33' pt Bondi.
Perugia: Benassi Zoppetti, Bonomi (39' st Lacrimini), Perra, Accursi, Raimondi, Stamilla (27’ st Cazzola U.), Menassi, Paponi (1’ st Ercolano), Bondi, Martini. All. Pagliari, A disp.: De Marco, Pagani, Gatti, Del Core.
Pergocrema: Colombi, Ghidotti, Di Bella, Cazzola, Rossi (36’ pt Bonfanti), Federici, Guerci (11’ st Storm), Uliano (27’ st Brambilla), Florean, Le Noci, Degano. All. Rastelli. A disp.: Manzoni, Marconi, Galli, Crocetti.
Arbitro: Bietolini di Firenze (Tozzi e Crispo).
Note: Giornata soleggiata, ma fredda. Terreno in discrete condizioni. Spettatori: 3133 (Paganti: 1071; abbonati: 2062) per un incasso di 24604 euro. Ammoniti: Colombi, Guerci, Le Noci, Perra, Lacrimini. Al 94’ espulso Pagliari, tecnico del Perugia. Angoli: 5 a 4 per il Perugia. Recupero: 2’ + 5’
PERUGIA. – Un sole lucente in un pomeriggio freddo fa risplendere la città e la città si scrolla i luoghi comuni di una vigilia più pasticcera che calcistica. L’attesa febbrile, la mobilitazione del tifo, gli assalti ai botteghini per il derby più dolce del campionato si consumano soltanto nel centro storico perugino, con la pressione che si registra più attorno alle bancarelle dei maestri cioccolatai, anziché alle due squadre impegnate in un “Renato Curi” desolante per gli immensi vuoti che dispensa la sua capienza da quasi trentamila posti e la presenza di “soli” tremila spettatori.
Si pensava che i gialloblù a Perugia dovessero soffrire e puntualmente hanno invece sofferto più i locali, che tuttavia mettono nel fienile il quinto successo casalingo consecutivo. Dopo 45' il vantaggio biancorosso, considerazione unanime e allegorica, era un mezzo furto; dopo 90' possiamo aggiungere anche l’altra metà. Il giudizio è sempre unanime, ma nel calcio ci sta anche perdere così, sebbene faccia male e infastidisca non poco. Tutto ingiusto e, senza esagerare, pure con qualcosa di bello da parte del Pergo. Senza esagerare, perché va bene essere sfigati, però ancora una volta la squadra cremasca, in termini pratici, ha lavorato sodo e costruito molto, per raccogliere plausi e non punti. E allora bisogna cospargersi un po’ di cenere sul capo, perché la bellezza, ogni tanto, va innaffiata dalla sostanza, che si traduce in qualche rete in più.
Anche quando il Pergo ha comandato il gioco, mostrando una certa fluidità di schemi ed una spiccata personalità in mezzo al campo, è sempre mancato il colpo decisivo come terminale della manovra. Quando poi sembrava fatta, è andato a tavoletta Benassi, il quale in almeno quattro circostanze ha frustrato le legittime istanze offensive cremasche.
La squadra gialloblù peraltro ha incassato lo svantaggio nel suo momento migliore e nel peggiore dei modi: con una metaforica sculettata su calcio di punizione da una trentina di metri, con deviazione di una zolla sulla traiettoria risultata fatale per Colombi.
Le Noci e compagni, che già stavano fornendo una prestazione convincente, hanno saputo riorganizzarsi e punti nell’orgoglio hanno raggelato con un forcing sostenuto la difesa di casa, apparsa dapprima prudente e poi timorosa, per terminare rattrappita e tuttavia inviolata. Il Perugia, ovviamente, ha importanti individualità e qualche brivido lo ha senz’altro procurato ai difensori ospiti. Tuttavia, nella disamina complessiva della partita, premesso che il pareggio sarebbe stato più calzante, è il Pergo a doversi mordere le dita.
Mentre ancora si distribuiscono gadget al latte e cacao (serviranno alla fine per addolcire la sconfitta), il Perugia mette subito in chiaro le intenzioni ed al 3’ Martini si intrufola in area gialloblù creando qualche scompiglio. Il Pergo olia gli ingranaggi, avvia il motore e comincia a sgommare. Al 10’ Florean approfitta di un errore della difesa avversaria e conclude a rete pochi passi dentro l’area di rigore: Benassi comincia la serie degli straordinari e neutralizza in due tempi. Al 13’ da un cross di Federici dalla sinistra, è ancora Florean a gettarsi sulla traiettoria del pallone, arrivando però all’appuntamento con leggerissimo ritardo: sospirone di sollievo del pubblico umbro. Si prosegue, ed in effetti le principali note di cronaca confermano la predisposizione offensiva degli ospiti, che tambureggiano davanti alla granitica porta avversaria. Al 17’ conclusione dal limite di Degano, che sfiora il palo alla destra di Benassi. Il quale, al 28’, si supera spegnendo in gola l’urlo per il quasi gol su conclusione ancora di Degano.
E’ un bel Pergo, combattivo e ispirato sino alla tre quarti. O, se vogliamo, anche oltre, perché bisogna pure riconoscere i meriti dei dirimpettai e nella circostanza la bravura di Benassi, che le cose migliori del suo repertorio le ha ancora in serbo. E’ un Pergo che dall’inizio ha schierato il nazionale di LegaPro Guerci a centrocampo, al posto di Marconi, mantenendo per il resto l’identica intelaiatura di Como, modulo 4-3-3 compreso. E’ un Pergo che, a sorpresa, incassa al 33’ il vantaggio perugino: punizione da ragguardevole distanza di Bondi, baciata da un fortunoso rimbalzo che spiazzza Colombi. Adesso qualcuno direbbe che la forza delle grandi squadre sta proprio qui: saper attendere, ammiccare e con cinismo colpire. I gialloblù, dopo la beffa, per qualche minuto sembrano smarriti. Al 36’ perdono anche la colonna centrale difensiva Rossi per un risentimento muscolare dopo un contrasto con Paponi. Al suo posto Rastelli manda in campo Bonfanti, che se la cava dignitosamente.
Si va al riposo con una rete di svantaggio che pesa sul groppone, ma non ci sono colpe da addossare alla squadra. Anzi, avanti così!, oseremmo consigliare. E così, come all’inizio del primo tempo, è il Perugia a fare la prima mossa: al 5’ Bonfanti si immola con il corpo per respingere la conclusione di Bondi. L’azione prosegue con una mischia in area cremasca e con tre tentativi di seguito degli avanti locali verso la porta di Colombi, sempre intercettati. Alla fine, serafico, Ghidotti sbroglia la matassa e allontana il pallone dalla zona calda. E’ invece tiepido, al 13’, il tiro da fuori area di Florean (spolverato il palo), mentre bollente è l’opportunità di Cazzola al 39’ su cross dalla sinistra di Federici: di testa (e con il braccio, non rilevato dall'arbitro), a colpo sicuro, il centrocampista gialloblù si vede respingere la zuccata da un eccezionale Benassi, che pur colto in controtempo, riesce a smanacciare il pallone. In precedenza (15’) non è mancato lavoro neppure per Colombi, che d‘istinto respinge la conclusione di Martini.
Con il cuore in gola, ma la mente ancora lucida, il Pergo pigia ulteriormente sull’acceleratore negli ultimi minuti di gioco e quando bomber Le Noci, al 90’, di testa manda alta una conclusione sotto porta che solitamente non sbaglia, si capisce che non c’è proprio nulla da fare. Così finisce il derby più amaro del girone.
Campionato: Como - Pergocrema 1-1
Reti: 43’ pt Guazzo, 8’ st Florean.
Como: Malatesta, Maggioni, Franco, Brioschi (22’ pt Brevi O.), Preite, Ardito (31’ pt Riva), Kalambay, Salvi, Guazzo, Cozzolino (22’ st Bretti), Bruno. All. Strano. A disp.: Zappino, Adobati, Mbida, Terraneo.
Pergocrema: Colombi, Ghidotti, Di Bella, Cazzola, Rossi, Federici, Florean, Marconi (30’ st Brambilla), Degano (19’ st Crocetti), Le Noci (22’ st Storm), Uliano. All. Rastelli. A disp.: Manzoni, Bonfanti, Gurci, Galli.
Arbitro: Liotta di Lucca (Campana di Barletta, Posado di Bari).
Note: Pomeriggio nuvoloso, terreno in buone condizioni. Spettatori e incasso non comunicati (circa 1.400 spettatori). Ammoniti: Rossi, Crocetti, Brioschi, Salvi, Guazzo, Bruno, Uliano. Angoli 9 a 7 per il Pergo. Recupero: 2’ + 4’.
COMO. – Laurus nobilis. In quell’altro ramo del lago di Como, “Flo” fiorisce invece come un girasole, dopo un primo tempo da altruista, più da assist-man che da cecchino. Lauro Florean è l’antidoto al mal di trasferta, come una compressa effervescente che fa passare l’emicrania. O come un indomito guerriero: a testa china ha caparbiamente sradicato il pallone dai piedi di un paio di avversari, lo ha difeso e poi lo ha indirizzato nell’angolino alla sinistra del portiere comasco, ottenendo un pareggio meritato per la superiorità dimostrata successivamente, anziché per quello che il Pergo aveva fatto intravedere nella prima frazione di gara.
Una partita, tutto sommato, da stordirsi, e senza neppure aver bevuto del buon vino. Lo diciamo non per disamore, ma per legittima difesa: non è stata esaltante, però non è stata neppure da vilipendio del gioco del calcio. A prima vista, sarebbe stata una partita da bottino pieno; si è invece rischiato di uscire a mani vuote. E allora, va bene così.
Il Pergo, aspetto singolare, ha creato le migliori occasioni da gol nel primo tempo, quando ha giocato meno bene. Ha ricamato spesso la manovra con passaggi all’indietro, per far allentare le strette maglie difensive lariane, svariando di qua e di là delle due fasce, però senza velocità e con qualche disimpegno errato. Nella ripresa, con il Como in appariscente debito di ossigeno, ha mantenuto il possesso di palla, verticalizzando con maggior profondità e avendo pure alcune interessanti situazioni di superiorità numerica in azioni di rimessa, tuttavia non sfruttate dignitosamente. Lo svantaggio, giunto a pochi minuti dall’intervallo, ha adombrato lo spettro dell’ennesima sconfitta esterna. Come a Viareggio, nel secondo tempo c’è stata l’immediata reazione e, soprattutto, questa volta c’è stato il gol di Florean che ha ridato fiducia e caricato la squadra che, pur senza fare cose esorbitanti, ma aggiungendo al menù della merendina pomeridiana maggiore convinzione e aggressività, senza nulla togliere al Como, alla fine forse lascia sul terreno del Senigaglia anche qualche rimpianto.
Il vecchio stadio lariano, in riva al lago, non si presta ad un colpo d’occhio da brividi. I cannibali timbrano la presenza e si fanno sentire con il coro di stima nei confronti del presidente e di riconoscenza verso Luca Facchetti, ex bomber gialloblù ora al servizio del Como. Nel Pergo Rastelli schiera il neo acquisto Degano, il quale dopo l’esordio in Coppa, concede subito il bis con la “prima” in campionato. In difesa rientra Di Bella, mentre tutto il resto rimane immutato rispetto al match contro il Figline.
Dopo qualche minuto per carburare, l’incontro sembra vivacizzarsi. All’8’ Cozzolino costringe Rossi a rimediare in extremis in corner. Boato della curva locale ad ogni calcio d’angolo guadagnato, che fa un po’ il verso al tifo anglosassone. Saranno sette, alla fine, i rimbombi che si alzano dagli spalti ultrà per altrettanti corner calciati, e per sette volte è sempre la difesa cremasca ad addomesticare gli spioventi in area. Al 9’ è invece Cazzola a penetrare in area avversaria, lungo la fascia sinistra. Poi serve Degano, che di esterno destro cerca di sorprendere Malatesta, che neutralizza la minaccia. Sul notes riportiamo ancora due tentativi gialloblù: di Le Noci al 13’ (conclusione dalla distanza, un tantino azzardata e fuori misura), di Florean al 14’ (tiro però debole e centrale, nessun problema per Malatesta).
Il ritmo adesso rallenta. Le due squadre sostano prevalentemente a centrocampo, indugiando con passaggi per linee orizzontali che assopiscono gli spettatori. Finché arriva l’impennata di Le Noci, al 29’: il principe del gol del girone, su assist di Florean, si presenta davanti a Malatesta, ma la botta è imprecisa e l’occasione sfuma. Svanisce anche l’opportunità al 32’ per il Como: Preite di testa colpisce la base superiore della traversa ed il successivo tentativo di Guazzo, finito sul palo, è comunque vanificato dalla sua posizione di offside. Il pericolo scampato sarebbe ugualmente un monito di cui far tesoro, come l’incomprensione (35’) tra Colombi e Di Bella che consente a Guazzo di intrufolarsi tra i due e sfiorare di testa il vantaggio, oppure come il bel gesto atletico di Guazzo (38’), che in rovesciata procura qualche brivido: fuori di poco.
E’ invece dentro, al 43’, la deviazione di testa sempre di Guazzo, che da pochi passi e senza pressione dei difensori cremaschi, non ha difficoltà a battere Colombi.
Si va al riposo con il Como in vantaggio e con il Pergo che maledice se stesso per le due occasione create e fallite.
Si riparte e la formazione cremasca mostra segnali di ripresa. All’8’ Florean è un ariete che si apre la breccia in mezzo a due avversari e dal limite dell’area, di interno destro, pennella un delizioso colpo con destinazione proprio là, dove Malatesta non può arrivare. Adesso a tremare è il Como, il quale sembra in riserva di carburante e si mantiene coperto in difesa, concedendosi qualche licenza offensiva in rare occasioni. Al 15’, ad esempio, è provvidenziale l’intervento di Di Bella ad anticipare Bruno, lanciato in profondità. Al 19’ è poi Cazzola a puntare la porta avversaria con un siluro che impegna il portiere di casa. Si prosegue con il Pergo ormai padrone del campo, che intercetta a metà campo diversi disimpegni errati degli avversari e si produce in alcune potenziali occasioni da gol, che tuttavia non vengono finalizzate adeguatamente.
lunedì 5 ottobre 2009
Il Pergo tessera Daniele Degano
Questa mattina, presso la sede operativa di Nembro, il presidente Stefano Bergamelli ha firmato l'accordo che lega Daniele Degano al Pergocrema per la stagione 2009/10.
Nato a Crema il 21.09.1982, il neo attaccante gialloblù nel corso della sua carriera ha disputato 8 partite in Serie A (con Parma e Ancona), e 178 in Serie B (Ancona, Piacenza, Messina e Pisa). Rimasto svincolato dopo il fallimento del Pisa, in questi mesi di assenza agonistica ha comunque proseguito ad allenarsi con la Caratese. Già oggi pomeriggio si aggregherà ai compagni di squadra, impegnati nella preparazione in vista del match di mercoledì in Coppa Italia contro il Mezzocorona, in programma al Voltini con inizio alle ore 15.
Pergo - Figline 1-0
Con un rigore, per fallo su Florean, trasformato al 92' da Le Noci, il Pergo supera il Figline, ottenendo un meritato successo. Nella ripresa la pressione offensiva maggiore.
Pergocrema - Figline 1-0
Rete: 47’ st Le Noci (rigore)
Pergocrema: Colombi, Ghidotti, Rossi, Cazzola, Bonfanti, Federici, Florean (48’ st Guerci), Marconi (23’ st Storm), Crocetti (7’ st Brambilla), Le Noci, Uliano. All. Rastelli. A disp.: Manzoni, Tobanelli, Galli, Bonometti.
Figline: Pardini, Mugnaini, Pasquini (43’ st Duravia), Ghinassi, Redomi, Bettini, Guerri, Campolattano, Fioretti (36’ st Frediani), Chiesa (19’ st D’Antoni), Fanucchi. All. Torricelli. A disp.: Novembre, Peruzzi, Del Vivo, Cosentini.
Arbitro: Di Stefano di Alghero (Aretano di Parma e Ricci di Reggio Emilia)
Note: Pomeriggio soleggiato, terreno in buone condizioni. Spettatori 1.183 per un incasso lordo, compresa quota abbonati, di € 6.373. Ammoniti: Rossi, Cazzola, Colombi, Fanucchi, Guerri e Pasquini. Angoli 5 a 2 per il Figline. Recupero: 1’ + 6’.
CREMA. – Forse perché del lieto successo tu sei l'imago, a noi sì caro vieni, o Beppe! Ancora lui, il bomber, al quale non trema il piedino nei minuti di recupero per battere, dal dischetto del rigore, la formazione toscana del Figline. E ancora lui, Lauro Florean, a procurarsi, come contro il Novara, il penalty ed evocare il canto che giace silente nel cuore della Sud in attesa che Le Noci esali l’ultimo sospiro di un match sofferto soltanto là davanti. Quindi, alla fine, tutto è compiuto e il Pergo nuota nel lardo. In tempi poveri, il lardo era appunto simbolo dell’abbondanza e la compagine cremasca si accontenta di pasteggiare con un rigore peraltro ineccepibile, quando avrebbe meritato un banchetto ben più regale per il predominio esercitato nel corso della ripresa. Però, come una settimana fa, si avverte qualche malessere nella fase terminale della manovra offensiva, tant’è che non si ricordano conclusioni eccitanti verso la porta difesa da Pardini, indisponente (pro domo sua) in occasione delle rimesse da fondo campo, con la complice tolleranza di un arbitro che ha provato sino al termine a mantenere il suo singolare score: nelle undici precedenti gare dirette in LegaPro, erano state cinque le vittorie delle squadre in trasferta e solo quattro quelle delle formazioni di casa. Oggi si è compreso che l’annotazione statistica non era poi così casuale ed il fatto che non abbia potuto esimersi dal decretare la massima punizione, conferma che il fallo su Florean non alimenta dubbi, legittimando pienamente il successo del Pergo.
Anche nella prima frazione di gioco, meno sbilanciata verso i colori locali, la formazione gialloblù ha comunque osato qualcosa in più rispetto agli avversari, ma lo ha fatto giocando spesso palloni alti e abiurando il credo di mister Rastelli, che ha spesso esortato i suoi ragazzi a “darla sul piede”. Nella ripresa, con l’inserimento dapprima di Brambilla il “temporeggiatore”, che ha spruzzato fosforo sul gioco cremasco, e poi di Bo Storm, che ha catapultato ottimi cross nel centro dell’area toscana, la spinta offensiva è stata più sostenuta e costante e qualche insidia maggiore è approdata nell’area ospite.
Detto del finale, ripartiamo dall’inizio. Se non ricordiamo male, il Figline era stato preso a modello dalla LegaPro per aver “piazzato” il maggior numero di tessere del tifoso. Probabilmente oggi i possessori toscani della tessera l’hanno utilizzata per andare a fare shopping in qualche ipermercato di Figline e dintorni (apre le porte di tutti gli stadi, ma anche quelle dei negozi: la domenica si può quindi scegliere), vista la desolazione della Curva Nord del Voltini, semplicemente vuota. Dovremo abituarci, nella speranza che dalla parte opposta prevalga la fede gialloblù e la Sud risponda “presente!”. Anche oggi, tuttavia, non sono mancati i cori di dissenso dei cannibali. “Frangar, non flectar”. (“Mi spezzerò, ma non mi piegherò”), è la versione corretta, rispetto a quella corrente, del motto oraziano. Si addice perfettamente al braccio di ferro, intrapreso dalla Curva Sud, che prosegue ardito e coerente nei confronti della tessera del tifoso, voluta dal Ministero dell’Interno. Rispetto ai precedenti incontri casalinghi, non c’è stato nel primo tempo del Voltini il silenzio tombale. Però nella sua complessità, anziché uno stadio che celebra cori e boati, affiora la sensazione di un sacrario che impone al limite qualche sussurro. Dopotutto, in settimana, è stato recitato il Requiem da parte dell’Osservatorio, dopo che in precedenza era stata impartita l’estrema unzione dall’inflessibile reverendo locale, alias commissione di vigilanza sugli spettacoli. Le iniziali minuscole non sono casuali. E allora proseguiamo nelle citazioni, dantesca questa volta, come un invito amaramente ironico alla rassegnazione: “Vuolsi così colà dove si puote…”, che vuole sottolineare l’inutilità di opporsi a un ordine che appare arbitrario, vanificando la speranza di poter modificare una situazione ormai decisa da chi può imporre ad altri la propria volontà senza dover rendere conto a nessuno.
Proseguiamo con l’incipit della gara, e cioè con la formazione cremasca che presenta Bonfanti al posto dell’indisposto Di Bella. Il resto è come a Viareggio, dove il Pergo aveva riscosso unanimi consensi, al di là del risultato. Il primo tiro, insidioso, cade al 7’, da parte del Figline, che replica, sempre dalla distanza al 15’: nessun problema per Colombi. Al 16’ annotiamo uno scambio tra Florean e Le Noci, con conclusione di quest’ultimo parata senza difficoltà da Pardini. Al 18’ Di Stefano inaugura la giornata non troppo felice fermando un’azione di rimessa del Pergo, per assegnare alla formazione di casa un fallo subito a centrocampo. La norma del vantaggio è un optional.
Al 25’ Fanucchi, con un diagonale, impegna Colombi, mentre un minuto più tardi apprezziamo una buona iniziativa di Marconi, che giunto sulla linea di fondocampo mette sul primo palo un rasoterra sul quale si gettano Crocetti e Florean, anticipati da Pardini. Infine, al 31’, si assiste ad una punizione di Le Noci da circa 30 metri, che non procura danni alla porta ospite. Il primo tempo si conclude senza altre soverchie emozioni, con l’auspicio di una ripresa più frizzante.
In effetti, nel secondo tempo il Pergo spinge con più determinazione, sostenuto dalla regia di Brambilla. Il quale, al 10’, lancia in profondità Cazzola il cui tiro volante sotto porta esce di poco. Al 21’, da una punizione dalla destra di Le Noci, svetta in mischia Rossi, ma la deviazione non è precisa. Per assistere alla prima vera conclusione nella porta avversaria bisogna però attendere il 24’: iniziativa personale di Florean, che si accentra e scarica un siluro respinto in corner da Pardini. Adesso il pressing offensivo del Pergo è tambureggiante: al 25’ cross dalla sinistra di Federici e Cazzola, sul secondo palo, schiaccia di testa, ma senza precisione. Manca di giustezza anche la deviazione al 27’ di Le Noci, a seguito della punizione dalla destra di Storm. Si ripete la situazione al 32’: punizione sempre di Storm (questa volta dal fronte sinistro) e Le Noci manda il pallone di una spanna sopra la traversa.
Il Pergo insiste, ed in effetti meriterebbe il vantaggio. E’ sempre Le Noci ad essere il punto di riferimento dell’azione cremasca: al 36’ è ottimo il cross di Florean per la testa del bomber, che non trova la porta avversaria. Insiste il Pergo ed insiste Florean a mettere in area palloni appetibili: al 42’ è per Cazzola, che in scivolata manca il tapin di un niente. Quando la partita sembra ormai avviata verso un mesto pareggio, ecco il sussulto della coppia più bella di Crema: sul corpo di Florean, che in area stava chiudendo la triangolazione avviata con Le Noci, scende a peso morto come manna dal cielo Duravia, entrato da poco meno di cinque minuti. Il direttore di gara non ha esitazioni ed indica il dischetto: Beppe-gol manda il portiere a sinistra ed il pallone a destra. Adesso sì, che tutto è compiuto.
Viareggio - Pergocrema 1-0
Buona prestazione, pessimo risultato. Così può essere sintetizzata la gara disputata dal Pergo a Viareggio. Una gara largamente dominata, ma con pochissime situazioni che potessero alimentare la speranza di un paregio, o di un successo, certamente meritati.
Viareggio – Pergo 1-0
Rete: 29’ pt Martucci
Viareggio: Ravaglia, Carnesalini, Briotti, Reccolani, Fiale, Benassi, Cristiani (20’ st Panariello), Pizza, Ferrari (42’ st Davini), Mandorlini (29’ st Costantino), Martucci. All. Rossi. A disp.: Babbini, Castaldo, Brini Ferri, Anzillotti.
Pergocrema: Colombi, Ghidotti (12’ st Storm), Di Bella, Cazzola, Rossi, Federici (24’ st Anastasi), Florean, Marconi, Crocetti, Le Noci, Uliano (27’ st Galli). All. Rastelli. A disp.: Manzoni, Bonfanti, Brambilla, Guerci.
Arbitro: Borracci di S. Benedetto del Tronto (Pasquali Cerinoli di Milano, Deriu di Trento)
Note: Spettatori circa 600. Settore ospiti inibito ai tifosi del Pergocrema su ordinanza del Prefetto di Lucca.
VIAREGGIO. - Qualche abbozzo per un titolo. Il Pergo gioca, il Viareggio vince. I gialloblù si fermano ai sedici metri. Giramento di palle. Quest’ultimo acchiappa, però il riferimento non è agli attributi, bensì al gioco dominato dai cremaschi, che hanno fatto girare la sfera di qua e di là del campo, concludendo comunque poco o nulla.
Lo sconforto è dunque totale. E’ triste lo stadio dei Pini le cui gradinate sono deserte di tifosi ospiti e poco affollate di sostenitori locali. E’ triste l’agonia irreversibile verso cui sembra dirigersi il mondo pallonaro con il braccio di ferro tra veti e ordinanze arzigogolate da una parte, e dignità e orgoglio delle tifoserie organizzate dall’altra. E’ la sconfitta della linea etica.
E’ triste e imbarazzante anche vedere il Pergo in campo che lotta e governa il match, ma che alla fine rimane allibito, con lo sguardo incredulo fisso nel vuoto come un soldatino di piombo. Fosse proseguita per altri novanta minuti, difficilmente il Viareggio si sarebbe arreso all’egemonia gialloblù. Abbiamo avuto momenti più grassi, ma la ruota gira e registriamo la seconda sconfitta stagionale.
Il Pergo di oggi si è isolato in cima ad un affannoso assalto offensivo, nella certezza che non tutto era perduto, proseguendo con impegno profondo e ostinato, senza dover colorire o romanzare una manovra che ha trovato facile elaborazione sino al limite dell’area di rigore avversaria, rimasta invece zona inviolabile ed inviolata. E così il Viareggio è risultato quasi solenne e ironico per rendimento ed interpretazione: un crogiuolo di concretezza ed astuzia. Sembrava, il vantaggio toscano, un piccolo bluff, come a poker. Nella testa e nelle gambe dei gialloblù c’erano le potenzialità per rimediare. Hanno tenuto la gara per le redini, eppure se la sono fatta scappare, smarrendo lo spunto efficace sotto porta. Perciò non tira su il morale pensare ed essere convinti che il Pergo è stato superiore agli avversari, quando sono soltanto gli avversari a sorridere ed a brindare. Così rimane dentro una fredda amarezza perché dal tanto che ci si attendeva alla vigilia, rimane un niente vagamente venato dall’attesa che prima o poi Beppe-gol o qualche compagno la buttasse finalmente dentro. Alla fine, l’attesa, è transitata da vaga a vana.
Qui, dove il mare chi lo sa se luccica e neppure tira forte il vento, i versiliani preferiscono la spiaggia allo stadio. C’è il sole, fa caldo, il pomeriggio in effetti consiglia l’ultimo bagno di stagione. Il pareggio di domenica scorsa contro l’ex capolista Novara consiglia invece a Rastelli di confermare lo stesso undici titolare. E come una settimana fa, il primo pericolo è per la porta di Colombi: al 3’ Rossi devia una punizione della squadra toscana; sul cross dalla bandierina è Ferrari a staccare per primo in mischia, schiacciando il pallone che rimbalza sul terreno di gioco per poi terminare oltre la traversa.
Al 9’ scambio tra Le Noci e Florean, che restituisce il pallone al compagno per il cross a centro area: Ravaglia sbroglia la matassa. Un minuto dopo occasione favorevole per Florean, che prova a superare il portiere avversario con un pallonetto: alto! E’ comunque il Pergo, già da queste prime battute di gioco, a mostrare maggiore vivacità, aggredendo i portatori di borraccia viareggini, ma risultando poco oliato nelle zone dove dovrebbe far male. Sicché a far male, al 29’, è il Viareggio, che passa in vantaggio e vivrà di rendita per il resto dell’incontro. Cross alto dalla fascia, sul quale interviene Colombi. Caricato da un avversario (e il fallo sembrerebbe cristallino), al portiere cremasco sfugge il controllo della sfera, ed è lesto Martucci ad approfittarne.
Al 34’ Ravaglia mette i brividi agli spalti semivuoti del “Pini”: in un disimpegno coi piedi, si allunga il pallone e per un soffio a Crocetti non riesce lo scippo. Al 40’ Florean ci prova con una botta dalla distanza, imprecisa, mentre al 44’ il siluro di Marconi si infrange sul corpo di Fiale, che si immola per la causa. E’ l’ultima annotazione di un primo tempo a conduzione cremasca, che però si chiude con vantaggio locale.
Nella ripresa è forte il convincimento che per il pareggio (e non solo), sia questione di pazienza. Anche perché già al 3’ si avvertono nitidi i proponimenti della squadra ospite: al 3’, ad esempio, su corner battuto da Le Noci, Cazzola irrompe di testa senza inquadrare tuttavia la porta avversaria. Al 59’ bella iniziativa del Pergo, cominciata sull’out destro con Florean, che serve Le Noci, il quale appoggia in area per Crocetti: conclusione volante che spolvera il palo esterno. Peccato.
Negli anni ‘60/’70, a Viareggio (ma in verità era a Focette, nel comune di Marina di Pietrasanta), c’era un locale noto in tutta la penisola per la frequentazione assidua di Vip del periodo: la “Bussola”, invenzione dell’imprenditore Sergio Bernardini. Chissà se è ancora aperto. Durante le vacanze negli anni adolescenziali si faceva la notte all'addiaccio in attesa di qualche volto noto. Di certo la “bussola” sarebbe servita oggi ai bomber gialloblù per determinare le esatte coordinate della porta versiliana. E invece, tanto possesso di palla, tanto impegno, tanta supremazia, ma nessun tiro diretto verso Ravaglia. Con l’ingresso di Storm, sono aumentati gli spioventi nell’area avversaria, presidiata soltanto dai difensori di casa.
Il Pergo, nella ripresa, ha messo le tende nella metà campo del Viareggio, ma il tiro all’85’ di Le Noci dalla lunga distanza, ha il sapore della disperazione ed è il ritratto della prestazione odierno: tanto battagliera, vivace e costruttiva sino alla tre-quarti, quanto impercettibile nei pressi della porta toscana.
Finisce qui, con quindici angoli a favore ed un gol a sfavore. Finisce con i complimenti degli avversari e con la consapevolezza di aver dato tutto. Il tutto che è stato dato, sia chiaro, non è poco, ma in funzione del risultato non è stato sufficiente. E’ bizzarro, ma è difficile descrivere anche il sentimento che cuoce dentro dopo il risultato, giacché c’è soddisfazione per la condotta di gara, per il gioco e l’impegno espressi, ma c’è pure un forte rammarico per la sconfitta. Però non ci sono rimpianti, e non è una contraddizione.