PERGOCREMA – HELLAS VERONA 1 - 1
RETI: 16’ st Sambugaro, 30’ st Tiboni.
PERGOCREMA: Brivio, Marconi, Federici, Brambilla (51’ st Boscolo), Quaresmini, Ragnoli, Garavelli, Sambugaro, Tarallo (42’ st Bonazzi), Le Noci, Andreini (11’ st Facchiinetti). All. Fortunato. A disp.: Russo, Finetti, Pilleri, Boscolo, Guerci, Facchinetti, Bonazzi.
HELLAS VERONA: Rafael, Mancinelli, Moracci, Bellavista, Conti, Bergamelli, Da Dalt (9’ st Tiboni), Campisi (29’ st Puccio), Girardi, Corrent, Gomez (17’ st Parolo). All. Remondina. A disp.: Francese, Sibilano, Campagna, Puccio, Paolo, Tiboni, Scapini.
ARBITRO: Magno di Catania (assistenti: Drago di Agrigento, Roccasalvo di Catania).
NOTE: Giornata soleggiata, terreno in buone condizioni. Spettatori 2.400 circa (di cui 810 in curva ospiti) per un incasso netto di € 20.378. Ammonito Campisi. Espulsi a fine gara Quaresmini e Tiboni. Recuperi: 1’ + 6’. Angoli 4 a 3.
CREMA . – Un pari di qua, un pari di là. Un gol per parte, qualche momento di spettacolo e poche conclusioni a rete. L'utile, a volte, è meglio del bello e all’ultile, forse, ha strizzato l’occhiolino più il Verona del Pergocrema. Dunque, sul campo finisce senza vinti né vincitori, però neppure a tarallucci e vino: Quaresmini e Tiboni si scambiano una carezza di troppo, anziché la stretta di mano come impone il galateo, e rientrano nello spogliatoio con il cartellino rosso sulle spalle.
Chi vince, invece, è la curva scaligera nel derby gialloblù dei decibel, ma la partita sugli spalti non dispensa punti per la classifica. Comunque emozionante il coro compatto della Nord, che ha fatto tremare il “Voltini” e messo in allarme, per tutta la settimana, le forze dell’ordine in quello che si è rivelato, a posteriori e fortunatamente, un tranquillo pomeriggio di calcio.
Meno distesa, probabilmente, era la squadra ospite e il suo timoniere, cui si chiedeva di guadare il periodo nero (due sconfitte consecutive) con una prestazione convincente e, soprattutto, produttiva ai fini della classifica. Difficile sostenere se il Verona abbia ritrovato piena salute e bollenti spiriti. La vittoria sarebbe stata il cicatrizzante più efficace, giacché il pareggio, raggiunto ad un quarto d’ora dal fischio finale, è un rimedio temporaneo che attenua il malessere senza curare il male.
Diversa considerazione può essere espressa per il Pergocrema: non è parsa una squadra sulle spine, sebbene sia sembrata preoccupata di arrestare in tempo la scivolata di sabato scorso a Busto Arsizio. Dopo un primo tempo indolore più che incolore, nel senso che la formazione cremasca non ha incantato, ma neppure demeritato, badando oculatamente a non farsi troppo male e conservando un atteggiamento prudente, nella ripresa, senza fronzoli e con concretezza, il Pergo ha sfoggiato una manovra più incisiva e costante, concedendo poco ad avversari sopravvissuti sulle verticalizzazioni dalla difesa al fronte d’attacco, senza passare per l’intermediazione del centrocampo. Il pareggio è tuttavia alla fine l’epilogo più corretto del match, anche se è forte il rammarico nel team locale per avere subito la rete veneta nel momento di maggior predominio e, per l’ennesima circostanza, a seguito di fatale amnesia nell’area di rigore. Rimane l’irritazione per la traversa scheggiata da Brambilla, comunque precedente al vantaggio di Sambugaro, mentre i tifosi ospiti sono ancora in contemplazione davanti alla grotta dove la dea Eupalla è apparsa a Tiboni, trasformandolo da anima in pena sulla panchina, a provvidenziale traghettatore per il pareggio veronese.
Il pomeriggio è soleggiato e la temperatura accettabile. Nonostante la presenza della più carismatica squadra del girone, il Voltini offre un godibile colpo d’occhio grazie soprattutto agli 810 supporter ospiti, confermando che il potenziale della città di Crema e dintorni può garantire al massimo 1.500 presenze. Prima del fischio d’inizio, si osserva un minuto di riposo per la scomparsa di Andrea Stimpfl, ex difensore gialloblù. L’indisponibilità di Facchinetti, consiglia a Fortunato di adottare il preferito modulo 4-4-2, con Andreini e Tarallo terminali dell’azione offensiva, mentre Garavelli prende il posto di Guerci nella zona di centrocampo.
C’è emozione sulle tribune per l’attesa “prima” scaligera. Tuttavia in campo la squadra di casa non sembra avvertire timori reverenziali. Anzi, sfrontata, mette per prima in apprensione l’avversario: vellutato lancio in profondità di Brambilla (5’) per Le Noci, che controlla e fa partire una saetta in diagonale che costringe Rafael a ripiegare in calcio d’angolo, strappando il plauso della curva amica. La replica del Verona si affida all’iniziale vivacità sulla sinistra di Da Dalt, prima che Marconi ne prenda le misure e gli metta la museruola: all’11’ sul cross basso del laterale è Federici ad anticipare di un soffio Girardi.
Per i successivi 20’ la partita rientra nell’ordinaria amministrazione. Poi, nel finale del primo tempo, si ravviva ed è per merito di Girardi che, pur senza strafare, fa lampeggiare la spia del sorpasso. Al 36’, da un cross promosso dalla fascia sinistra da Corrent, l’attaccante veronese è lesto alla deviazione di testa, con il pallone che sfiora il palo alla destra di Brivio. Al 43’ ci prova dal limite dell’area con un tiro che difetta di lieve precisione. Infine nel minuto di recupero, all’altezza del dischetto di rigore, la tranquilla conclusione, sempre di Girardi, è fortunatamente respinta da un difensore gialloblù.
Pur non splendente, il Pergo è pienamente in partita e, nella ripresa, comincia pure a luccicare. E’ lo stesso Verona, in difficoltà ad uscire dalla propria metà campo palla al piede, a confermarlo. Eppoi, soprattutto, sono le occasioni che la squadra cremasca produce a ribadirlo. Al 10’ Le Noci penetra insidiosamente in area di rigore e dalla linea di fondo campo cerca di piazzare un traversone basso che Rafael intercetta in tuffo. Al 15’ Brambilla prende la mira da 20 metri e scheggia la traversa, a portiere avversario battuto. Peccato che il regista gialloblù non provi più spesso la botta dalla distanza. Un minuto dopo il Pergo ottiene il meritato vantaggio: cross dalla sinistra di Federici, la difesa ospite respinge debolmente sui piedi di Sambugaro, appostato pochi passi dentro l’area. Non forte, ma preciso il suo tiro, che gonfia la rete e l’orgoglio cannibale.
La reazione del Verona è inizialmente sterile, mentre il Pergo amministra senza soverchie difficoltà il controllo del gioco. Come a Monza, però, nel momento di maggior supremazia, paga saporito un lapsus difensivo, prendendo atto che in Prima Divisione per ogni minimo errore bisogna versare dazio. E così Tiboni (comunque spettacolare il suo gol), ringrazia e ad esplodere, adesso, è la curva nord. Il pareggio pesa sul morale cannibale e accresce la considerazione dei veneti, che sino al termine pigiano per ribaltare il risultato. Al 41’ è Brivio ad opporsi alla deviazione di testa (su spiovente da punizione) del solito Girardi. All’ultimo dei sei minuti di recupero concessi dall’ottimo Magno (migliore in campo: direzione all’inglese adottata con equità di giudizio), Parolo dal limite vorrebbe sorprendere Brivio con una puntatina che termina di poco a lato. Poi, dopo il fischio conclusivo, anziché il terzo tempo, si accende una mischia a centrocampo. L’arbitro, su suggerimento dell’assistente Roccasalvo, presenta il conto a Quaresmini e a Tiboni: domenica prossima, per i due, il riposo sarà forzato.
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1 commento:
magno migliore in campo, comunque c'era un rigore su Andreini checche se ne dica.
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