lunedì 14 dicembre 2009

Campionato: Sorrento - Pergocrema 0-0

Sull'insidioso terreno sintetico di Sorrento, il Pergo ottiene un pareggio che muove la classifica. Partita molto tattica, la formazione cremasca schierata con cinque giocatori under 21.

Sorrento: Marconato, Feussi, Angeli, Niang, Lo Monaco, Fernandez (44’ st De Giosa), Vanin, Greco, Myrtaj (33’ pt Nicodemo), Paulinho, Arcidiacono (25' st Esposito). All. Novelli. A disp.: Criscuolo, Di Nunzio, Gambuzza, Saraniti.
Pergocrema: Colombi, Ghidotti, Federici, Cazzola, Bonfanti, Trovò, Galli, Guerci, Degano (17’ st Florean), Le Noci, Uliano. All. Bonazzi – Scanziani. A disp.: Manzoni, Tobanelli, Brambilla, Vezzoli, Crocetti, Anastasi.
Arbitro: Aureliano di Bologna (Maruccia di Avezzano, Dioletta di Teramo)
Note: Pomeriggio umido, terreno in erba artificiale. Spettatori 645, di cui 308 abbonati (presenti 20 cannibali arrivati a Sorrento con un pulmino), per un incasso di euro 4.493.. Espulso al 31’ pt Niang per fallo su Cazzola). Ammoniti: Fernandez, Ghidotti, Bonfanti, Trovò. Angoli 12 a 6 per il Sorrento. Recupero: 1’ + 3’.

SORRENTO. – La musica del cuore. Il golfo di “Surriento” ispira compositori, ma la giornata grigia non suscita speciali emozioni in un Pergo che arresta lievemente l’emorragia, muovendo la classifica. Quando le nubi sopra lo stadio si spostano spinte dal vento, all’orizzonte affiora anche l’arcobaleno. Sono i colori dell’iride, i colori della pace e a fine gara, quando i giocatori, dopo essersi abbracciati in mezzo al campo come fossero usciti da un incubo, si incamminano sotto la curva presidiata dai venti cannibali giunti sin qui, viaggiando di notte e rientrando di notte, il reciproco applauso forse è qualcosa di più di una semplice tregua. Anche questa, vista da fuori, è musica dell’anima, è una passione indomita che scandisce i tempi delle tribolazioni, delle ansie, della speranza. E’ un gesto di rispetto e implicitamente pure una richiesta di sostegno. Avanti così!
Un pareggio, in casa di una formazione che sprizza salute, sarebbe stato sottoscritto senza la minima esitazione alla vigilia del match. E Bonazzi e Scanziani, probabilmente, avevano impostato la gara su tale risultato. Durante l’incontro, invece, quando la formazione campana è rimasta in inferiorità numerica (31’ pt), ci si attendeva forse maggiore spregiudicatezza offensiva, che la squadra cremasca non ha mostrato di avere. Il Pergo ha proseguito rimanendo coperto, sfruttando soltanto qualche rimessa in contropiede, sfiorando però il colpaccio nei minuti finali con Florean.
La città di Sorrento era anticamente identificata come un luogo di presenza delle sirene, da cui deriverebbe anche il toponimo (da “Sirenide”). Le leggende narrano dei naviganti che ammaliati dalle creature metà donna e metà pesce, naufragavano contro le scogliere. A Sorrento il Pergo non voleva nuovamente arenarsi e non si è fatto incantare dalla superiorità numerica, accontentandosi di un punto, anziché rischiare di trovarsi nuovamente a mani vuote.
E’ dunque finita come si sperava: non con una sconfitta. Puntare al pareggio aveva i suoi buoni motivi, anche perché sui centrali della difesa gialloblù ci sono buoni motivi per imprecare. Non sulla prestazione di Trovò e di Bonfanti (quest’ultimo, peraltro, indicato dagli scriba tra i migliori in campo). Piuttosto ci riferiamo alla iattura che si è scatenata su questo nevralgico ruolo limitandone le scelte tecniche: Brighenti, Pambianchi, Rossi, Zaninelli e Di Bella affollano infatti l’infermeria.
Non è invece affollato lo stadio “Italia” all’ingresso in campo delle due squadre. Però ha smesso di piovere. Il terreno in erba sintetico rappresenta un’incognita per il Pergo, mentre è un’arma in più a favore dei locali, ormai adattatisi alla superficie innaturale. Come pure, il Sorrento, è abituato alle ridotte dimensioni del campo, che procurano qualche incertezza ai cremaschi nel prendere le misure dei passaggi lunghi. Di fronte a questi inconvenienti, si può dire che il Pergo ha fatto la sua onesta partita; di fronte all’uomo in meno degli avversari, forse era lecito osare maggiormente. Però va bene così perché, di questi tempi, è difficile chiedergli più di quanto ha dato.
Tra infortuni e scelte tecniche, la formazione iniziale mostra diverse novità rispetto alla domenica precedente. Presenta soprattutto una formazione con cinque "baby": Colombi (classe 1991), Trovò (1990), Guerci e Uliano (1989), Galli (1988), tre dei quali hanno pure ottenuto la "nomination" per il nostro settimanale sondaggio. Confortante. Un po’ in affanno, ma complessivamente decoroso in difesa, il Pergo ha retto altrettanto dignitosamente il confronto a centrocampo, mentre il reparto offensivo ha solleticato nel primo tempo e punto di più nella ripresa.
Per oltre un quarto d’ora succede poco o nulla. Le due squadre si controllano a distanza, mentre il terreno di gioco mostra tutte le sue insidie quando il pallone schizza sulla superficie sintetica. Il controllo è difficoltoso ed i pericoli arrivano principalmente da palle inattive. Come al 18’: calcio di punizione dal limite, battuto da Myrtaj da posizione centrale, che la barriera devia in corner. Dalla battuta, Niang incorna verso Colombi, che addomestica sicuro la sfera.
Direttamente da un calcio d’angolo (22’) registriamo la seconda insidia in area cremasca: Angeli carica di effetto il cross, con pallone che si stampa sul primo palo, prima che la difesa ospite possa allontanare la minaccia. Il Pergo manifesta parecchia fatica ad impostare la manovra: il campo ridotto, più che l’aggressività degli avversari, ne condiziona l’azione. Al 31’ il Sorrento rimane in dieci uomini per l’espulsione di Niang, sancita forse con troppa severità dal direttore di gara a seguito di un intervento falloso su Cazzola. Non è tuttavia impossibile, per i padroni di casa, ricoprire i già contenuti spazi con l’handicap numerico. Ed infatti, pur illudendoci, non si avvertirà nel prosieguo della partita una sostanziale differenza. Soprattutto non si avverte, nel Pergo, un diverso approccio. Però al 38’ i gialloblù si avvicinano al vantaggio con Uliano, il quale, lanciato da Cazzola, evita l’intervento di Marconato con un pallonetto che si spegne comunque sul fondo. Altra opportunità un minuto dopo, per il piedino vellutato di Le Noci: corner di Galli, la difesa campana respinge corto e dal limite dell’area il bomber gialloblù indirizza tra le braccia di Marconato una conclusione centrale.
L’inizio di ripresa è favorevole al Sorrento, che al 3’, con Fernandez, impegna Colombi dopo gli sviluppi di un corner. Replica il Pergo, e lo fa con Le Noci: conclusione da fuori area sulla quale Marconato si distende deviando sul fondo. Non c’è, da parte del Pergo, la marcia in più. Però l’incedere offensivo, nel secondo tempo, è più costante. Al 19’ su corner di Le Noci, Cazzola anticipa sul primo palo la difesa avversaria, ma il suo colpo di testa termina alto sopra la traversa.
Da una parte o dall’altra, sono comunque sempre su calci da fermo che arrivano le principali preoccupazioni, a conferma delle “trappole” insite nel fondo sintetico inumidito dalla pioggia caduta sino a pochi minuti prima della partita. Al 21’, ovviamente su calcio di punizione, Paulinho dal limite dell’area prova a sorprendere Colombi, con la complicità di una deviazione della barriera. Al 25’ è invece sontuoso Colombi nel respingere la ravvicinata deviazione di testa in mischia di Fernandez, su angolo di Greco, salvando il risultato. Cresce, quindi, il portierino gialloblù.
L’ultima opportunità della partita è firmata dal Pergo. Guerci (42’) intercetta un disimpegno dei locali sulla trequarti e serve Florean, che fa esplodere tutta la sua rabbia con un sinistro dal limite, ma Marconato emula il collega cremasco deviando in corner la sfera calibrata nell’angolino basso.
Finisce dunque in parità e soprattutto finisce con i giocatori che sembrano essersi liberati da un peso che li opprimeva. La gioia mostrata è paragonabile ad una vittoria perché il Pergo aveva più voglia di punti che di svolazzi. Ha mosso una classifica che, ironia, forse è pure peggiorata. Però ha rimosso un blocco psicologico e speriamo che da qui, “dove il mare luccica e tira forte il vento”, il ritornello della canzone che Lucio Dalla dedicò a Caruso rappresenti l’inno che trasmette reciproca fiducia tra la squadra ed i cannibali. Oggi un piccolo passo è stato fatto anche in questo senso.

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