sabato 16 gennaio 2010

Morti in carcere, la marcia dei genitori


LIVORNO

Morti in carcere, la marcia dei genitori
"Verità sui nostri figli uccisi dallo Stato"



Un migliaio di persone hanno manifestato a Livorno per chiedere verità e giustizia per "i troppi giovani uccisi per mano dello Stato". C'erano i genitori di ragazzi deceduti in carcere, ma anche di giovani morti fuori dalle celle, in circostanze da chiarire, la cui tragica fine viene a vario titolo imputata da parte dei familiari a carico di uomini dello Stato. A promuoverla Maria Ciuffi, madre di Marcello Lonzi, morto alle Sughere nel 2003
Un migliaio di persone hanno manifestato a Livorno per chiedere verità e giustizia per "i troppi giovani uccisi per mano dello Stato" siano essi - hanno spiegato i promotori - morti in carcere, strutture psichiatriche o in scontri con le forze dell'ordine.



La manifestazione, la prima in Italia di questo genere, organizzata da Maria Ciuffi madre di Marcello Lonzi, il detenuto livornese morto in cella alle Sughere nel 2003, si è svolta senza disordini e il corteo ha percorso le principali vie del centro guardato a vista da un imponente servizio di sicurezza predisposto dalla questura livornese. Presenti i genitori delle cosiddette "vittime dello Stato", persone decedute in carcere, ma anche ragazzi morti fuori dalle celle, in circostanze da chiarire, la cui tragica fine viene a vario titolo imputata da parte dei familiari a carico di uomini in divisa.

Hanno aderito anche i familiari di Stefano Cucchi, il giovane romano morto per un presunto pestaggio subito dalle forze dell'ordine. Presente anche Heidi Giuliani, madre di Carlo il giovane morto nel 2001 durante gli scontri di piazza per il G8 di Genova, mentre Rita Cucchi - la madre di Stefano - che non è potuta essere personalmente presente, ha inviato una lettera letta dagli organizzatori prima dell'inizio del corteo: "Dobbiamo continuare a lottare - si legge nel suo messaggio - per ridare dignità alla morte dei nostri figli e per continuare a chiedere verità e giustizia a quelle istituzioni nelle quali abbiamo ancora fiducia non solo come madri, ma come cittadine italiane".

La manifestazione è stata esplicitamente voluta dai promotori senza insegne e bandiere di partito, senza alcuna tensione e solo con qualche slogan contro la polizia e alcune scritte contro le forze dell'ordine vergate sui muri con bombolette spray che sono state già cancellate. Alcuni negozi del centro hanno tenuto abbassate le saracinesche per timore di incidenti.


http://isole.ecn.org/ponte/documenti/omicidi_distato.php

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